Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Faccende domestiche, esercizio fisico e visite sociali legate a rischio più basso di demenza

Le attività fisiche e mentali, come le faccende domestiche, l'esercizio e la visita a familiari e amici, possono aiutare a ridurre il rischio di demenza, secondo un nuovo studio pubblicato il 27 luglio 2022 su Neurology®, che ha esaminato gli effetti di queste attività, nonché delle attività mentali e dei dispositivi elettronici nelle persone con e senza un rischio genetico più elevato di demenza.


"Molti studi hanno identificato potenziali fattori di rischio per la demenza, ma volevamo saperne di più su un'ampia varietà di abitudini di vita e il loro ruolo potenziale nella prevenzione della demenza", ha affermato l'autore senior dello studio Huan Song MD/PhD, dell'Università del Sichuan a Chengdu, in Cina. "Il nostro studio ha scoperto che l'esercizio, le faccende domestiche e le visite sociali erano legate a un rischio ridotto di vari tipi di demenza".


Lo studio ha coinvolto 501.376 persone iscritte in un database del Regno Unito, che erano senza demenza e con un'età media di 56 anni. I partecipanti hanno compilato questionari all'inizio dello studio, incluso uno sulle attività fisiche. È stato loro chiesto con quale frequenza hanno partecipato ad attività come salire una rampa di scale, camminare e partecipare a sport faticosi. È stato anche chiesto loro delle faccende domestiche, delle attività legate al lavoro e che tipo di mezzo usavano, come camminare o andare in bicicletta, per andare al lavoro.


I partecipanti hanno completato un altro questionario sulle attività mentali. Hanno dato informazioni sul loro livello di istruzione, se frequentavano corsi di istruzione per adulti, la frequenza delle visite ad amici e familiari, delle visite a pub o club sociali o gruppi religiosi e con quale frequenza usano dispositivi elettronici come per giochi al computer, guardare la TV e parlare al telefono.


Inoltre, i partecipanti hanno riferito se avevano familiari stretti con demenza, per aiutare i ricercatori a determinare se avevano un rischio genetico per l'Alzheimer. I partecipanti allo studio sono stati seguiti in media 11 anni e, per la fine dello studio, 5.185 persone avevano sviluppato la demenza.


Dopo aver aggiustato i dati per diversi fattori come età, reddito e fumo, i ricercatori hanno scoperto che la maggior parte delle attività fisiche e mentali studiate hanno mostrato collegamenti al rischio di demenza. È importante sottolineare che i risultati sono rimasti uguali dopo aver considerato le alte correlazioni e interazioni di queste attività.


Le persone che erano molto coinvolte in modelli di attività che comprendevano esercizio frequente, faccende domestiche e visite quotidiane a familiari e amici avevano un rischio di demenza minore rispettivamente del 35%, del 21% e del 15%, rispetto alle persone meno impegnate in queste attività.


I ricercatori hanno anche esaminato i tassi di incidenza della demenza mediante schemi identificati di attività. Il tasso di incidenza nelle persone che si esercitavano frequentemente era di 0,45 casi per ogni 1.000 anni/persona rispetto a 1,59 di chi si esercitava raramente. Gli anni/persona tengono conto del numero di persone in uno studio e della quantità di tempo trascorso nello studio.


Coloro che facevano le faccende domestiche di frequente avevano un tasso di 0,86 casi per ogni 1.000 anni/persona rispetto a 1,02 per le persone che raramente facevano le faccende domestiche. Le persone che visitavano la famiglia quotidianamente avevano un tasso di 0,62 casi per ogni 1.000 anni/persona rispetto a 0,8 casi per coloro che lo facevano solo una volta ogni pochi mesi.


"Il nostro studio ha scoperto che il coinvolgimento più frequente in attività fisiche e mentali sane, permette alle persone di ridurre il rischio di demenza"
, ha detto Song. “Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare i nostri risultati, però è incoraggiante sapere che questi semplici cambiamenti nello stile di vita possono essere utili".


I ricercatori hanno scoperto che tutti i partecipanti hanno avuto benefici dell'effetto protettivo delle attività fisiche e mentali, indipendentemente dal fatto che avessero una storia familiare di demenza. Una limitazione dello studio era che le persone hanno auto-riferito la propria attività fisica e mentale, quindi potrebbero non aver ricordato, e riportato correttamente, queste attività.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jianwei Zhu, ...[+7], Huan Song. Physical and Mental Activity, Disease Susceptibility, and Risk of Dementia A Prospective Cohort Study Based on UK Biobank. Neurology, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.