Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le microglia si coordinano con i neuroni e cambiano secondo l'area del cervello

microglia geen in a sea of excitatory neurons red blueMicroglia (verdi) in un mare di vari tipi di neuroni eccitatori (rossi e blu). Fonte: Jeffrey Stogsdill

Dalle azioni quotidiane come camminare e parlare, ai talenti di eccellenza atletica o scolastica, il cervello acquisisce costantemente informazioni per generare questi incredibili comportamenti.


Una delle domande fondamentali della neuroscienza rimane come si muovono, interagiscono e si coordinano tra loro le cellule nel cervello per produrre comportamenti. Il processo richiede un'intera orchestra di cellule che si ascoltano tra loro e sintonizzano le loro funzioni per armonizzarsi insieme.


Nel cervello, questa sinfonia cellulare include non solo i neuroni, ma anche le cellule che di norma sono preposte alla difesa dai patogeni. Queste includono minuscole cellule immunitarie chiamate microglia, delle quali i ricercatori stanno imparando sempre di più i ruoli enormi nelle funzioni, nella salute e nelle malattie del cervello.


Queste cellule stanno inoltre acquisendo una maggiore attenzione sul campo per i loro ruoli nell'assemblare e mantenere i circuiti neurali e per il modo in cui possono cambiare la loro identità molecolare per integrarsi nell'ambiente. Il mistero che i neuroscienziati cercano di risolvere da lungo tempo è come le microglia eseguono questo cambiamento.


In un nuovo rapporto su Nature, un team di ricercatori del laboratorio della prof.ssa Paola Arlotta all'Università di Harvard e dello Stanley Center for Psychiatric Research al Broad Institute del MIT e di Harvard, ha fatto un passo avanti per rispondere a questa domanda. L'articolo mostra che le microglia 'ascoltano' i neuroni vicini e cambiano il loro stato molecolare per corrispondere a loro.


"Quando sono state scoperte, si è assunto che le microglia fossero semplicemente degli spazzini, dediti a ripulire i detriti cellulari e a combattere i patogeni"
, afferma Jeffery Stogsdill, che ha guidato lo studio quando era un ricercatore post-dottorato nel laboratorio della Arlotta. "Ora sappiamo che le microglia possono interagire con i neuroni in modi così tanto sofisticati da riuscire a influenzare la funzione dei neuroni stessi".


Questo tipo di lavoro un giorno potrebbe aprire le porte a linee di ricerca che possono puntare con grande precisione le comunicazioni tra microglia e i loro neuroni partner. Quando queste comunicazioni tra le cellule vanno male, i cambiamenti possono portare a condizioni come l'autismo e la schizofrenia.


"Non dovresti più trattare, ad esempio, le microglia come tipo unico di cellula, quando cerchi di influenzare il cervello", continua Stogsdill. “Possiamo puntare stati molto specifici o possiamo puntare sottotipi di neuroni molto specifici con la capacità di cambiare stati specifici di microglia. Ci consente di avere una granularità di alto livello".


Lo studio fornisce informazioni uniche su come i diversi tipi di cellule lavorano insieme, in armonia.


"Quello che stiamo scoprendo qui sono le regole con cui si parlano e si influenzano i diversi tipi di cellule nel cervello, per essere in grado alla fine di fare più cose insieme", ha affermato l'autrice senior Arlotta, prof.ssa di cellule staminali e biologia rigenerativa all'Università di Harvard e membro del Broad Institute.


Nello studio, gli scienziati scrivono che i neuroni allenano le microglia a lavorare con loro quando si incontrano per la prima volta, all'inizio della vita del cervello. Il gruppo ha scoperto che durante la formazione della corteccia cerebrale - una parte del cervello responsabile delle funzioni motorie superiori, della percezione sensoriale e della cognizione - tipi diversi di neuroni influenzano il numero e lo stato molecolare delle microglia vicine nei loro modi unici.


"Questi tipi diversi di neuroni corticali reclutano numeri diversi di microglia", ha detto Stogsdill. "Quindi modellano quelle microglia per dire loro esattamente quale tipo devono essere".


La corteccia cerebrale è organizzata in strati con diversi tipi di neuroni che risiedono in ciascuno strato. I ricercatori hanno usato metodi di profilazione genetica per esaminare le microglia nei diversi strati e hanno scoperto che variavano in numero e stato molecolare a seconda dello strato in cui si trovavano.


Il team ha quindi cambiato la composizione dei tipi di neuroni in questi strati e ha scoperto che riuscivano a influenzare la distribuzione dei diversi stati microgliali. Le microglia si abbinavano ai tipi di neuroni nelle nuove posizioni, confermando che i neuroni le stavano influenzando.


Il team di ricerca ha quindi creato un atlante molecolare che delinea la comunicazione tra neuroni e microglia. Il team ha analizzato i dati di profilazione per trovare coppie di proteine ​​interagenti espresse dai diversi stati microgliali e dai loro neuroni partner. Un tale atlante molecolare potrebbe permettere ricerche future sui ruoli funzionali di queste interazioni e sui possibili obiettivi di interventi terapeutici.


C'è ancora lavoro da fare, ma i ricercatori sperano di arrivarci. Hanno in programma di iniziare spiegando esattamente quali sono le differenze e le distinzioni funzionali tra le microglia nei diversi strati della corteccia cerebrale.


"Sappiamo che le microglia possono influire sulla funzione dei circuiti neurali e ora sappiamo che i neuroni possono reclutare tipi specifici di microglia nel loro quartiere"
, ha detto la Arlotta. "È affascinante l'idea che i neuroni possano rimodellare il loro ambiente per aiutare a perfezionare la funzione del proprio circuito".

 

 

 


Fonte: Juan Siliezar in Harvard University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jeffrey Stogsdill, ...[+4], Paola Arlotta. Pyramidal neuron subtype diversity governs microglia states in the neocortex. Nature, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.