Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gli anziani mostrano calo della cognizione, ma migliore benessere mentale dei giovani

Giovani e anziani potrebbero imparare una cosa o due gli uni dagli altri, almeno in termini di salute mentale e cognizione.

In un nuovo studio, pubblicato il 12 settembre 2022 su Psychology and Aging, ricercatori dell'Università della California di San Diego hanno scoperto che gli anziani sani mostrano un maggiore benessere mentale, ma prestazioni cognitive più scadenti rispetto agli adulti più giovani. I meccanismi neurali sottostanti possono ispirare nuovi interventi per promuovere la salute della funzione cerebrale.


"Volevamo comprendere meglio l'interazione tra cognizione e salute mentale durante l'invecchiamento e se si basano sull'attivazione di aree cerebrali simili o diverse", ha dichiarato l'autrice senior Jyoti Mishra PhD, direttrice dei NEATLabs e prof.ssa associata di psichiatria all'UC San Diego.


Lo studio ha campionato 62 giovani adulti sani da 20 a 30 anni e 54 anziani sani di età superiore ai 60 anni. I ricercatori hanno valutato la salute mentale dei partecipanti, esaminando i sintomi di ansia, depressione, solitudine e benessere mentale generale. I partecipanti hanno anche svolto diversi compiti cognitivi esigenti mentre veniva misurata la loro attività cerebrale con l'elettroencefalografia (EEG).


I risultati hanno mostrato sintomi significativamente peggiori di ansia, depressione e solitudine nella giovinezza e un maggiore benessere mentale negli anziani. Tuttavia, quando si trattava di cognizione, le prestazioni nel compito erano significativamente più basse negli anziani.


Le registrazioni EEG hanno rivelato che durante i compiti, gli anziani hanno mostrato una maggiore attività nelle porzioni anteriori della rete di modalità predefinita del cervello. Questo gruppo di aree cerebrali è in genere attivo quando un individuo sta ruminando, sogna ad occhi aperti o la sua mente vaga, e di solito è inattivo durante i compiti orientati agli obiettivi.


"La rete di modalità predefinita è utile in altri contesti, ci aiuta a elaborare il passato e immaginare il futuro, ma ci distrae quando stiamo cercando di concentrarci sul presente per affrontare un compito impegnativo con velocità e precisione"
, ha affermato la Mishra.


Mentre la rete di modalità predefinita sembrava interferire con la cognizione, molte altre aree cerebrali sembravano migliorarla. Le prestazioni migliori nei compiti degli adulti più giovani sono state associate a una maggiore attività nella corteccia prefrontale dorso-laterale, che fa parte del sistema di controllo esecutivo del cervello.


Negli anziani, tuttavia, quelli con migliori prestazioni cognitive hanno invece mostrato una maggiore attività nella corteccia frontale inferiore, un'area che aiuta a guidare l'attenzione ed evitare le distrazioni.


Sappiamo che la corteccia prefrontale dorso-laterale si degrada con l'invecchiamento, quindi i ricercatori suggeriscono che la maggiore attività della corteccia frontale inferiore può essere un modo per gli anziani di compensare durante questi compiti.


Il team sta ora esaminando gli interventi terapeutici per rafforzare queste reti frontali, come i metodi di stimolazione cerebrale, sopprimendo al contempo la rete di modalità predefinita attraverso la meditazione di consapevolezza o altre pratiche che orientano gli individui al presente.


"Questi risultati possono fornire nuovi marcatori neurologici per aiutare a monitorare e mitigare il declino cognitivo dell'invecchiamento, preservando contemporaneamente il benessere", ha affermato la Mishra.


Secondo la Mishra, lo studio può anche ispirare nuovi modi per affrontare la salute mentale degli adulti più giovani:

“Tendiamo a pensare ai ventenni come a persone con la massima prestazione cognitiva, ma è anche un momento molto stressante della vita, quindi quando si tratta di benessere mentale, potrebbero esserci lezioni da imparare dagli anziani e dal loro cervello".

 

 

 


Fonte: University of California - San Diego via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: G Grennan, ...[+4], J Mishra. Dissociable neural mechanisms of cognition and well-being in youth versus healthy aging. Psychology and Aging, Sep 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.