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C'è associazione tra discriminazione e incidenza di demenza

Una nuova ricerca eseguita alla Wake Forest University di Winston-Salem (Carolina del Nord) e pubblicata su Alzheimer's & Dementia, ha concluso che le persone che subiscono discriminazioni durante la vita hanno un aumento del rischio di demenza.


"Abbiamo bisogno di capire meglio l'impatto delle esperienze di discriminazione sul rischio di salute e di demenza, come pure quello delle disparità razziali/etniche sulla demenza", ha affermato Mike Bancks PhD/MPH, assistente professore di epidemiologia e prevenzione alla Wake Forest e primo autore della ricerca.


Nello studio, i ricercatori hanno valutato i dati del Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis (MESA), uno studio di ricerca medica che ha coinvolto oltre 6.500 uomini e donne di sei comunità degli Stati Uniti: Baltimora, Chicago, Contea di Forsyth/Carolina del Nord, Los Angeles, New York City e St. Paul/Minn. Dal 2000 al 2018 i partecipanti sono stati contattati annualmente e invitati a sottoporsi a 5 esami di controllo di persona.


Il team di ricerca ha raccolto dati delle esperienze auto-segnalate di discriminazione, quotidiane e dell'intera vita. Per la scala di discriminazione dell'intera vita, ai partecipanti è stato chiesto se fossero stati trattati ingiustamente in 6 domini, come essere negati di una promozione o trattati ingiustamente dalla polizia. Ai partecipanti è stato anche chiesto di indicare la ragione percepita del trattamento ingiusto, come razza, religione, genere, aspetto fisico, reddito o orientamento sessuale.


Per la scala di discriminazione quotidiana, ai partecipanti è stato chiesto di indicare la frequenza con cui hanno avuto alcune esperienze di trattamento ingiusto nella loro vita quotidiana.


La prevalenza di discriminazione nell'intera vita è stata del 42% in tutti i partecipanti al MESA e più alta tra i neri, che nel 72% dei casi subivano tali esperienze di discriminazione. Nei 15,7 anni mediani dello studio, ci sono stati 466 casi di demenza. Gli individui che avevano segnalato la discriminazione nell'intera vita in più di due domini (rispetto a nessuno) avevano un rischio maggiore di demenza.


"I nostri risultati suggeriscono un'associazione tra più esperienze di discriminazione durante l'intera vita e un rischio maggiore di demenza", ha affermato Bancks. "In linea con altri risultati del MESA, è chiaro che i neri hanno un onere ineguale di esposizione alla discriminazione e la discriminazione è dannosa per la salute".


I ricercatori hanno anche notato che la forza dell'associazione tra discriminazione e demenza non sembrava differire per razza/etnia. Secondo Bancks,

"Ci sono alcuni potenziali meccanismi che possono collegare le esperienze di discriminazione nell'intera vita al deterioramento cognitivo, come stress cronico, cure sanitarie inadeguate o ritardate e pressione arteriosa alta non diagnosticata o non trattata, ma sono necessarie ulteriori ricerche.

"Studi futuri dovrebbero valutare come l'accumulo di esperienze di discriminazione si correla al rischio di demenza, per aiutare a guidare le strategie che intervengono sulla discriminazione e sul rischio di demenza".

 

 

 


Fonte: Atrium Health Wake Forest Baptist (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: MP Bancks, ...[+9], TM Hughes. Self-reported experiences of discrimination and incident dementia. Alzheimer's Dement., 1 Feb 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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