Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alterazione dei batteri intestinali può essere il primo segno di Alzheimer

I microbi intestinali di persone con Alzheimer pre-simptomatico differiscono da quelli delle persone sane

Gut Brain Axis

Le persone nella prima fase del morbo di Alzheimer (MA) - dopo che sono iniziati i cambiamenti del cervello, ma prima che siano evidenti i sintomi cognitivi - ospitano un assortimento di batteri nell'intestino che differiscono dai batteri intestinali delle persone sane, secondo uno studio di ricercatori della Washington University di St. Louis/Missouri.


I risultati, pubblicati il 14 giugno su Science Translational Medicine, aprono alla possibilità di analizzare la comunità batterica intestinale per identificare le persone con un rischio più alto di sviluppare la demenza e progettare trattamenti preventivi che alterano il microbioma per evitare il declino cognitivo.


"Non sappiamo ancora se è l'intestino a influenzare il cervello o il contrario, ma questa associazione è preziosa da conoscere in entrambi i casi"
, ha dichiarato l'autore senior Gautam Dantas PhD, professore del Laboratorio di Medicina Genomica. “Potrebbe essere che i cambiamenti nel microbioma intestinale siano solo un indicatore di cambiamenti patologici nel cervello. L'alternativa è che il microbioma intestinale stia contribuendo al MA, nel qual caso alterare il microbioma intestinale con probiotici o trasferimenti fecali potrebbe aiutare a cambiare il corso della malattia".


L'idea di studiare la connessione tra il microbioma intestinale e il MA è arrivata a una partita di calcio giovanile, dove Dantas e Beau M. Ances MD/PhD, professore di neurologia, stavano chiacchierando mentre i loro figli giocavano. Ances tratta e studia le persone con MA, mentre Dantas è un esperto del microbioma intestinale.


Gli scienziati sapevano già che il microbioma intestinale delle persone con MA sintomatico differisce da quello dei coetanei sani. Ma, Ances ha detto a Dantas che nessuno aveva ancora esaminato il microbioma intestinale delle persone nella fase cruciale pre-sintomatica.


"Quando le persone hanno sintomi cognitivi, ci sono cambiamenti significativi spesso irreversibili", ha affermato Ances. "Ma se riesci a diagnosticare qualcuno molto presto nel processo della malattia, quello sarebbe il momento ottimale per intervenire efficacemente con una terapia".


Durante la fase iniziale del MA, che può durare anche più di vent'anni, le persone colpite accumulano ciuffi di proteine amiloide-beta e tau nel cervello, ma non mostrano segni di neurodegenerazione o declino cognitivo.


Dantas, Ances e la prima autrice Aura L. Ferreiro PhD, al tempo dottoranda nel laboratorio di Dantas e ora ricercatrice post-dottorato, hanno valutato i partecipanti che si offrono volontari per gli studi al Centro Ricerca Alzheimer della Washington University. Tutti i partecipanti erano cognitivamente normali e, per lo studio, hanno fornito campioni di feci, sangue e liquido cerebrospinale, hanno tenuto un diario sul consumo di cibo, e hanno avuto scansioni cerebrali PET e MRI.


Per distinguere i partecipanti già nella fase iniziale del MA da coloro che erano sani, i ricercatori hanno cercato segni di accumulo di amiloide-beta e tau con scansioni cerebrali e prelievi di liquido cerebrospinale. Dei 164 partecipanti, circa un terzo (49) aveva segni di MA.


Un'analisi ha rivelato che le persone sane e quelle con MA preclinico hanno batteri intestinali marcatamente diversi - in termini di specie di batteri presenti e di processi biologici in cui sono coinvolti quei batteri - nonostante abbiano sostanzialmente la stessa alimentazione. Queste differenze sono correlate ai livelli di amiloide e tau, che aumentano prima che appaiano i sintomi cognitivi, ma non erano correlati con la neurodegenerazione, il che diventa evidente sulle capacità cognitive sul tempo che iniziano a diminuire.


Queste differenze potrebbero essere potenzialmente usate per rilevare il MA precoce, hanno affermato i ricercatori:

"La cosa bella dell'uso del microbioma intestinale come strumento di individuazione è la sua semplicità e facilità", ha detto Ances. "Un giorno le persone, da un campione di feci, potrebbero capire se hanno un rischio più alto di MA. Sarebbe molto più facile, meno invasivo e più accessibile per una grande parte della popolazione, in particolare i gruppi sottorappresentati, rispetto alle scansioni cerebrali o ai prelievi spinali".


I ricercatori hanno lanciato uno studio di verifica di 5 anni progettato per capire se le differenze nel microbioma intestinale sono una causa o il risultato dei cambiamenti cerebrali osservati nel MA precoce.


"Se esiste un legame causale, molto probabilmente sarebbe infiammatorio"
, ha detto Dantas, che è anche professore di patologia e immunologia, di ingegneria biomedica, di microbiologia molecolare e di pediatria. “I batteri sono delle incredibili fabbriche chimiche e alcuni dei loro metaboliti influenzano l'infiammazione nell'intestino o addirittura entrano nel flusso sanguigno, dove possono influenzare il sistema immunitario di tutto il corpo. Tutto ciò è ipotetico a questo punto, ma se si scoprirà che esiste un collegamento causale, potremo iniziare a pensare se promuovere batteri 'buoni' o sbarazzarci di batteri 'cattivi' potrebbe rallentare o addirittura interrompere lo sviluppo del MA sintomatico".

 

 

 


Fonte: Tamara Bhandari in Washington University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: AL Ferreiro, [+18], G Dantas. Gut microbiome composition may be an indicator of preclinical Alzheimer’s disease. Transl Med., 14 Jun 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)