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Variante genetica specifica di antenati africani è associata all'aumento del rischio di Alzheimer

Dei ricercatori hanno scoperto che avere una variante genetica spesso presente nelle persone di origine africana può aumentare il rischio di una persona di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA). La variante ApoE ε3 [R145C], presente in oltre il 4% degli afroamericani e molto rara nelle persone di origine europea, è associata ad un aumento del rischio di MA negli adulti di origine africana portatori anche di una versione separata del gene ApoE, chiamata ε4.


Nello studio, pubblicato su JAMA, i ricercatori dell'Università di Stanford e di altre istituzioni hanno analizzato i dati dello stato genetico e cognitivo di quasi 32.000 persone di origini africane. I dati sono stati ottenuti dall'Alzheimer’s Disease Sequencing Project, dall'Alzheimer’s Disease Genetics Consortium, e dal Veteran’s Affairs Million Veteran Program. I ricercatori hanno cercato varianti del gene ApoE che distinguevano i casi di MA dagli individui cognitivamente intatti.


L'apolipoproteina E (ApoE), un gene che influenza il rischio di MA, è presente in diverse forme e tutte le persone ne ereditano due, una da ciascun genitore. La forma più comune è l'ApoE ε3, che non è associata al rischio di MA. L'ApoE ε4, invece, aumenta il rischio di MA e questo rischio può essere determinato dagli antenati. I portatori di due copie di ApoE ε4 e di origine europea hanno un rischio più elevato rispetto a quelli che sono di origine africana, ispanica o giapponese. Circa l'1% degli afroamericani eredita la combinazione ε3/ε4 con la variante R145C che accompagna l'ε3.


In questo studio, la variante R145C è risultata associata ad un aumento fino a tre volte del rischio di MA rispetto ai partecipanti con ε3/ε4 senza la variante R145C. L'aumento del rischio è stato osservato solo quando la variante APOE ε3 [R145C] era accoppiata all'ApoE ε4 e il rischio era simile a quello associato alla presenza di due copie di ApoE ε4.


I partecipanti con ApoE ε3 [R145C]/ε4 hanno anche mostrato segni di MA, incluso un declino più rapido su una misura cognitiva comunemente usata, da 5 a 10 anni prima di quelli senza la variante R145C.


I risultati di questo studio indicano un nuovo potenziale biomarcatore che potrebbe essere usato per valutare il rischio genetico di MA negli individui di origine africana, un gruppo storicamente sotto-rappresentato nella ricerca genetica di MA. Sono necessari ulteriori studi per capire come la variante ApoE ε3 [R145C] altera l'attività del gene ApoE e porta al danno visto nel cervello delle persone con MA.

 

 

 


Fonte: National Institute on Aging (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y Le Guen Y, [+19], MD Greicius. Association of African ancestry-specific APOE missense variant R145C with risk of Alzheimer disease. JAMA, 2023, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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