Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'Alzheimer, il lievito e altri animali

"Un importante passo avanti nella ricerca di Alzheimer offre la speranza non solo di diagnosi precoce della malattia cerebrale invalidante, ma anche di potenziali nuovi trattamenti", riferisce il Daily Express.

Il titolo si basa sulla ricerca di un peptide (piccola proteina) chiamato beta-amiloide, che è legato all'Alzheimer. Questa proteina si trova nelle placche (depositi) nel cervello dei malati di Alzheimer e, secondo una teoria, è responsabile della malattia.

I ricercatori hanno creato un tipo di lievito geneticamente modificato e l'hanno utilizzato per identificare i geni che potrebbero alterare l'effetto tossico del beta amiloide. Essi hanno scoperto che i geni identificati cambiano anche l'effetto tossico del beta amiloide nei vermi e nelle cellule cerebrali di ratto.

Un ulteriore esperimento nel lievito ha dimostrato che il beta amiloide interrompe un processo chiamato endocitosi nelle cellule del lievito stesso. Con l'endocitosi, le cellule prendono e trasportano sostanze all'interno della cellula. Questo processo si verifica anche nelle cellule umane, e i geni coinvolti in questo processo sono già stati identificati come fattori di rischio per l'Alzheimer.

Questo tipo di ricerca è importante per elaborare i trattamenti per la malattia di Alzheimer. Tuttavia, questa è uno stadio precoce di ricerca e anche se i ricercatori sono fiduciosi che questi risultati si applicano agli esseri umani, ci sarà ancora bisogno di aspettare la ricerca che utilizza cellule umane prima che questa possa essere confermata. Nuove terapie e strumenti diagnostici sulla base di questi risultati sono ancora lontani.

Da dove viene la storia?

Lo studio è stato condotto da ricercatori del Whitehead Institute for Biomedical Research, e una serie di altre università americane e internazionali e da centri di ricerca. E' stato finanziato da una concessione collaborativa del HHMI Innovation Award, da una borsa NRSA, dal Fondo delle Cure Alzheimer, dal National Institutes of Health (NIH), dalla Fondazione Kempe e da Alzheimerfonden. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista peer-reviewed [ndt: a controllo dei pari] Science.

Contrariamente alla relazione del Daily Express, nuovi test diagnostici per l'Alzheimer e nuove cure basate su questa ricerca non sono all'orizzonte. Invece, questa ricerca iniziale ha indagato sul motivo della tossicità della proteina beta amiloide, e su quali altri geni possono influenzarla. Qualsiasi applicazione pratica è probabilmente ad anni di distanza.

Che tipo di ricerca è stata?

Questo è stato uno studio di laboratorio che ha coinvolto esperimenti con lieviti, vermi e coltura di cellule di cervello di ratto per cercare di identificare altri geni coinvolti nella tossicità del beta amiloide. Il Beta amiloide è il peptide (proteina di piccole dimensioni) implicato nell'Alzheimer in quanto si trova nelle placche (depositi) nel cervello dei pazienti con questa malattia. I ricercatori volevano capire meglio cosa succede durante l'Alzheimer, e perché il peptide beta-amiloide è tossico.

Uno studio di laboratorio è l'unico modo a cui questo tipo di domanda può rispondere. In questo studio, i risultati con il lievito sono stati convalidati in quelli con vermi e cellule di mammifero. Molti dei geni identificati sono presenti negli esseri umani, e le mutazioni nei geni che codificano queste proteine sono stati collegati alla suscettibilità all'Alzheimer. Il processo che il beta amiloide ha dimostrato di influenzare (endocitosi) è comune alle cellule umane. Tuttavia, ulteriori ricerche dovranno essere effettuate per confermare se i risultati valgono per l'uomo.

[...]

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 


Riferimento: Treusch S, Hamamichi S, Goodman JL, et al. Functional Links Between Aβ Toxicity, Endocytic Trafficking, and Alzheimer's Disease Risk Factors in Yeast. Science 2011, Published online October 27.

Pubblicato in NursingTimes.net il 27 novembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)