Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovate le connessioni tra neuroinfiammazione e Alzheimer

Uno studio di ricercatori del Brigham di Boston ha rivelato che i cambiamenti genetici in alcuni tipi di cellule cerebrali possono contribuire alla risposta infiammatoria osservata nel morbo di Alzheimer (MA).

È noto che le cellule cerebrali immuno-regolatorie chiamate microglia hanno un ruolo nella progressione del MA. Un nuovo studio condotto da investigatori del Brigham and Women's Hospital (Harvard University), ha esaminato come la genetica delle microglia contribuisce alla neuroinfiammazione e, a sua volta, al MA.

Il team ha rivelato che una riduzione dell'INPP5D, un gene presente nelle microglia, provoca la neuroinfiammazione e aumenta il rischio di MA. I risultati, che hanno importanti implicazioni per la progettazione di terapie centrate sulle microglia per il MA e i disturbi correlati, sono pubblicati su Nature Communications.

"Sappiamo che le microglia hanno ruoli importanti nel cervello sano e malato, ma, in molti casi, i meccanismi molecolari alla base di questa relazione sono poco chiari", ha affermato l'autrice senior Tracy Young-Pearse PhD, del Dipartimento di Neurologia del Brigham. "Se saremo in grado di identificare e comprendere il significato di geni specifici che hanno un ruolo nella neuroinfiammazione, potremo sviluppare più facilmente terapie efficaci e mirate".

La neuroinfiammazione è importante da monitorare nelle persone con malattie neurodegenerative, ma può essere difficile da rilevare, specialmente nelle prime fasi del MA. Prima si può identificarla, prima possiamo trattarla. Le microglia sono chiaramente coinvolte nel processo di neuroinfiammazione, ma ci sono molte domande senza risposta riguardanti i percorsi molecolari coinvolti.

Il team ha usato vari approcci sperimentali per sondare la relazione tra i livelli di un tipo specifico di infiammazione cerebrale: l'attivazione dell'inflammasoma. Nello studio, il team ha confrontato il tessuto cerebrale umano dei pazienti con MA e un gruppo di controllo. Ha trovato livelli più bassi di INPP5D nei tessuti dei pazienti con MA e, quando hanno ridotto l'INPP5D, hanno notato che l'infiammazione si è attivata 

Parallelamente, hanno usato cellule cerebrali umane viventi derivate da cellule staminali per studiare le intricate interazioni molecolari all'interno delle microglia che mediano i processi infiammatori con una riduzione di INPP5D. Questi studi hanno identificato proteine specifiche che potrebbero essere inibite per bloccare l'attivazione dell'inflammasoma nelle microglia.

Sebbene il lavoro del team rappresenti l'analisi più completa dell'INPP5D nel cervello di MA, resta da determinare se si può puntare l'INPP5D con terapie. Il team ha rilevato che i risultati suggeriscono che l'attività dell'INPP5D nel cervello di MA è complessa e sono necessari altri studi per capire se si può puntare l'INPP5D per prevenire il declino cognitivo nei pazienti con MA.

"I nostri risultati evidenziano l'INPP5D come molto promettente, ma rimangono ancora alcune domande", ha detto la Young-Pearse. "Sono essenziali ulteriori studi per esaminare l'interazione tra attività dell'INPP5D e la regolazione dell'inflammasoma, per migliorare la nostra comprensione delle microglia nel MA e aiutare a sviluppare un gruppo completo di terapie da dispiegare per trattare ciascuno dei percorsi molecolari che portano al MA".

 

 

 


Fonte: Brigham and Women's Hospital (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: V Chou, [+15], TL Young-Pearse. INPP5D regulates inflammasome activation in human microglia. Nature Com, 2023, DOI

Copyright:
Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)