Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Lascia dormire i bambini: perdita del sonno ha impatto negativo sullo sviluppo iniziale del cervello

Uno studio dimostra che la perdita del sonno durante l'infanzia influisce su aspetti chiave dello sviluppo cerebrale e può aumentare il rischio di sviluppare il disturbo dello spettro autistico.

pexels snapwire 101523Photo by Snapwire via pexels.com

Da tempo è dimostrato che la privazione del sonno negli adulti causa problemi di salute mentale e fisica a lungo termine, tra cui, ma non solo, indebolimento del sistema immunitario, aumento di peso, depressione e aumento del rischio di demenza. Ma perché la mancanza di sonno ha conseguenze così profonde? Il sonno in realtà ha un ruolo cruciale fin dal momento in cui nasciamo.


Come neonati, il nostro cervello sta ancora formando le estremità dei neuroni, chiamate sinapsi, che sono importanti per l'apprendimento, l'attenzione, la memoria di lavoro e la memoria a lungo termine. Il sonno consente a questi neuroni di svilupparsi e connettersi tra loro, stabilendo funzioni cerebrali per il resto della vita. Se questo processo delicato, ma importante, viene interrotto attraverso la veglia costante o l'ansia da separazione, potrebbe avere effetti duraturi sul cervello e sul comportamento.


Ora, un nuovo studio guidato da Sean Gay, dottorando del laboratorio di Graham Diering PhD, assistente professore della Uiversity of North Carolina, e pubblicato su PNAS, ha fornito più informazioni sul motivo per cui la perdita di sonno all'inizio della vita influisce su parti chiave dello sviluppo del cervello e come può anche aumentare il rischio di sviluppare il disturbo dello spettro autistico (ASD, autism spectrum disorder).


"Gli effetti unici della perdita del sonno durante lo sviluppo sono in gran parte inesplorati", ha detto Diering. “I nostri dati mostrano che neonati e bambini sono più vulnerabili agli effetti negativi dell'interruzione del sonno. Abbiamo anche scoperto che la perdita di sonno durante questo periodo cruciale può interagire negativamente con il rischio genetico sottostante di disturbo dello spettro autistico".

 

Interruzione del sonno e autismo

I problemi del sonno sono un indicatore precoce importante dei problemi di crescita del cervello e di altri disturbi da sviluppo neurologico, come l'ASD, il disturbo da deficit di attenzione e disabilità intellettuale. L'interruzione del sonno è stata notata in più dell'80% delle persone con ASD, ma finora non era chiaro se l'interruzione del sonno è una causa o una conseguenza dell'ASD.


Diering sta studiando da anni come il sonno rafforza le sinapsi nel tempo - un processo definito 'plasticità sinaptica' - e come la mancanza di sonno può contribuire a disturbi cognitivi e neurodegenerativi. Se potessimo comprendere meglio i legami tra sonno e ASD, i ricercatori e anche i medici potrebbero fare diagnosi precedenti e trovare nuove strategie di trattamento per il disturbo.


Nel 2022, il Diering Lab ha cercato di capire se l'interruzione del sonno durante la prima infanzia può interagire con il rischio genetico sottostante l'ASD per causare cambiamenti duraturi nel comportamento degli adulti. Usando topi modello, i ricercatori hanno scoperto che l'interruzione del sonno durante la terza settimana di vita (equivalente a 1-2 anni di età nell'uomo) ha causato deficit di lunga durata nel comportamento sociale nei topi maschi che erano geneticamente vulnerabili all'ASD.

 

Studio sul 'recupero del sonno'

Il Diering Lab voleva esplorare ulteriormente questi risultati, questa volta approfondendo come i topi modello, sia adulti che in sviluppo, compensano la perdita del sonno. Utilizzando casette di topo specializzate con sensori altamente sensibili, i ricercatori hanno tracciato attentamente i movimenti e la respirazione dei topi, consentendo ai ricercatori di registrare gli stati di veglia e di sonno.


I ricercatori hanno dimostrato che, quando i topi adulti hanno perso una notevole quantità di sonno, hanno compensato aumentando il sonno in seguito durante le normali ore di attività. Questa risposta, definita 'recupero del sonno', ha permesso agli adulti di 'compensare' il sonno perduto.


I topi più giovani? Per loro mancava del tutto il recupero del sonno. Ciò ha confermato l'ipotesi del ricercatore che i topi più giovani potrebbero essere più suscettibili agli effetti dannosi della privazione del sonno. I ricercatori hanno anche notato che la privazione del sonno nei topi giovani ha completamente compromesso le loro prestazioni in un compito di memoria di apprendimento, mentre gli adulti erano molto più resistenti dopo la perdita del sonno.


Successivamente, il laboratorio ha spostato l'attenzione sugli effetti del sonno e della sua privazione sulle sinapsi neuronali, che mediano la comunicazione tra i neuroni e sono la posizione principale per la formazione e la conservazione della memoria. Sono anche ben studiati per il loro ruolo fondamentale nel beneficiare la salute del sonno.


I ricercatori hanno eseguito una serie di analisi molecolari per esaminare come la privazione del sonno influisce sulle sinapsi. Usando un metodo all'avanguardia di analisi delle proteine, sono riusciti a mappare la composizione proteica e i cambiamenti biochimici che influenzano le sinapsi. L'analisi ha mostrato che la privazione del sonno nei topi giovani, ma non negli adulti, ha fortemente influenzato la formazione della sinapsi, un aspetto chiave dello sviluppo del cervello.


"Questo ora costituisce uno degli insiemi di dati più grandi e completi per esaminare gli effetti molecolari della perdita del sonno durante l'intera durata della vita", ha affermato Diering.

 

Percorsi di trattamento futuro per l'autismo

Una missione permanente del laboratorio, che trarrà informazioni anche dal lavoro molecolare di questo studio, è sviluppare medicinali per il sonno di prossima generazione che potrebbero essere usati nei bambini. Sperano di creare un farmaco che, al contrario del sedativo, possa colpire le sinapsi per ripristinare la funzione del sonno, e non alterare il comportamento del sonno stesso.


"Lo sviluppo non è una cosa che puoi rifare tornando indietro nella vita", ha detto Diering. “Il sonno è importante per l'intera vita e soprattutto durante lo sviluppo. Comprendere ciò che sappiamo ora pone maggiore enfasi sulla comprensione dei problemi del sonno nell'ASD e potrebbe portare a una strada terapeutica importante per il trattamento dell'ASD e di altre condizioni dello sviluppo".

 

 

 


Fonte: University of North Carolina (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: SM Gay, [+9], GH Diering. Developing forebrain synapses are uniquely vulnerable to sleep loss. PNAS, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)