Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaci comuni in hospice collegati a un rischio più elevato di morte nelle persone con demenza

bottles pills sick woman hospital or hospiceImage by DC Studio on freepik

L’assistenza in hospice si propone di portare conforto, pace e dignità ai pazienti in fase terminale. Tuttavia, per il numero crescente di americani affetti da demenza che entrano in hospice, il decorso è spesso lungo e imprevedibile, il che rende particolarmente importante garantire che i trattamenti siano allineati agli obiettivi e allo stadio della malattia di ciascuna persona.


Uno studio svolto all’Università del Michigan. pubblicato su JAMA Network Open, rileva che farmaci comuni prescritti per alleviare sintomi come agitazione, ansia e delirio – benzodiazepine e antipsicotici – possono comportare gravi rischi involontari per le persone con demenza che ricevono cure in hospice.


Tra gli oltre 139.000 residenti in case di cura con morbo di Alzheimer (MA) e demenze correlate accettati in hospice tra il 2014 e il 2018, coloro che hanno iniziato a prendere una benzodiazepina o un antipsicotico dopo l'entrata hanno avuto una probabilità più alta di morire entro 6 mesi, rispettivamente del 41% e del 16% rispetto a pazienti con demenza simile in hospice che non avevano ricevuto questi farmaci.


"La demenza è ora la condizione qualificante più comune tra gli iscritti all'hospice, ma molti di questi pazienti non moriranno a breve termine", ha affermato Lauren B. Gerlach DO/MS, prima autrice e psichiatra geriatrica all'Università del Michigan. "Poiché la prognosi della demenza è così difficile da determinare, quasi 1 paziente su 5 sopravviverà alla finestra di permanenza di 6 mesi per l'hospice. Ciò rende fondamentale che i farmaci usati durante questo periodo migliorino la qualità della loro vita, piuttosto che diminuirla".

 

Modelli di utilizzo e aumento del rischio

Lo studio ha analizzato i dati nazionali di Medicare [ndt: assicurazione sanitaria pubblica USA] relativi a un raro periodo in cui gli hospice erano tenuti a segnalare le informazioni sulla prescrizione. Nessuno dei pazienti studiati aveva ricevuto benzodiazepine o antipsicotici nei 6 mesi precedenti l'ingresso in hospice.


Nonostante ciò, quasi la metà (48%) ha ricevuto una nuova prescrizione di benzodiazepine e il 13% ha ricevuto un antipsicotico dopo l’entrata in hospice, la maggior parte entro i primi giorni dal ricovero. La degenza media in hospice è stata di oltre 130 giorni, indicando che la maggior parte dei pazienti non si trovava negli ultimi giorni o settimane di vita. Le benzodiazepine includono farmaci come Ativan e Valium, mentre gli antipsicotici includono farmaci come Haldol e Zyprexa.


"Questi primi modelli di prescrizione suggeriscono che tali farmaci possono talvolta essere usati come parte delle pratiche standard di assistenza in hospice piuttosto che pienamente adattati a ciascun individuo", ha affermato la Gerlach. "A molti pazienti, questi farmaci possono dare un sollievo significativo dai sintomi dolorosi, ma comportano anche dei rischi. I nostri risultati evidenziano la necessità per i team dell'hospice di rivalutare regolarmente l'uso dei farmaci, soprattutto nelle fasi iniziali della cura, quando il mantenimento della comunicazione e dell'attenzione può essere una priorità da parte dei pazienti e delle famiglie".


Entrambe le classi di farmaci presentano rischi ben consolidati negli anziani, che includono confusione, sedazione e cadute. La Food and Drug Administration USA richiede avvertenze sulla confezione degli antipsicotici per l'aumento della mortalità nei pazienti affetti da demenza. Preoccupazioni simili sono state sollevate riguardo alle benzodiazepine.

 

Discrepanza tra politica dell’hospice e cura della demenza

I risultati evidenziano anche due importanti lacune politiche. Primo, c’è poco controllo sull’uso dei farmaci negli hospice. Le agenzie di hospice erano tenute a riferire dati dettagliati sulla prescrizione al governo federale solo dal 2014 al 2018, rendendo quel breve lasso di tempo l’unico momento in cui i ricercatori potevano studiare i modelli di prescrizione nazionali.


"In questo momento, la prescrizione in hospice è una scatola nera"
, ha detto la Gerlach. "I farmaci coperti dall'indennità di hospice non vengono segnalati a Medicare, quindi non abbiamo quasi nessuna visibilità su ciò che i pazienti ricevono. Ciò rende impossibile monitorare la sicurezza o la qualità della prescrizione a livello nazionale".


Esiste anche una discrepanza nel modo in cui l'uso dei farmaci viene monitorato nei vari contesti assistenziali. Sia le benzodiazepine che gli antipsicotici vengono monitorati nell'ambito dei rapporti sulla qualità delle case di cura e l'uso di antipsicotici ha un impatto diretto sulla classificazione in stelle delle strutture nello strumento di confronto delle cure dei Centers for Medicare e dei servizi Medicaid. Eppure questi stessi farmaci non vengono monitorati dall’hospice, lasciando un divario nella valutazione della qualità della prescrizione e nella segnalazione.


Secondo, il limite di sei mesi per la permanenza nell’hospice Medicare spesso non è in linea con il decorso prolungato e incerto della demenza. Circa il 20% dei pazienti hospice con demenza vive più di 6 mesi e viene dimesso dall’hospice, perdendo l’accesso ai servizi di supporto di cui ha ancora bisogno.


"Il beneficio hospice di Medicare è stato progettato quando la maggior parte dei pazienti accettati aveva un cancro e traiettorie brevi e prevedibili", ha detto la Gerlach. “Per le persone affette da demenza, il cui decorso della malattia può durare anni, abbiamo bisogno di modelli di cura e di linee guida sulla prescrizione che riflettano meglio la loro esperienza”.

 

Necessità di una guida hospice specifica per la demenza

Il team della Gerlach ha già dimostrato in precedenza un’ampia variabilità tra le agenzie di hospice nei modelli di prescrizione di entrambe le classi di farmaci, anche dopo aver tenuto conto delle differenze dei pazienti. Nei dati nazionali, la prescrizione di benzodiazepine variava dal 12% all'80% dei pazienti hospice e l'uso di antipsicotici dal 6% al 62%.


Le agenzie commerciali di grandi dimensioni erano significativamente più propense a prescrivere questi farmaci. L'anno scorso, il suo gruppo ha riferito su JAMA Psychiatry che i pazienti con demenza ricoverati in hospice avevano il triplo delle probabilità di ricevere benzodiazepine e antipsicotici rispetto a pazienti simili che non erano in hospice.


"Una variazione così ampia suggerisce, in alcuni casi, che la prescrizione può essere guidata dalla cultura o dalle politiche dell'agenzia hospice", ha affermato la Gerlach. "E dati i nostri risultati che collegano il nuovo utilizzo di questi farmaci con una mortalità più elevata, questa incoerenza potrebbe avere conseguenze reali sugli esiti dei pazienti”.


Con il 60% delle persone affette da demenza che ora entrano in hospice almeno una volta, e la percentuale di pazienti hospice con demenza che continua ad aumentare, la Gerlach afferma che questi risultati evidenziano la necessità di maggiori misure di qualità dell'hospice specifiche per la demenza e di linee guida sulla prescrizione:

“Abbiamo bisogno di maggiore trasparenza sui dati di prescrizione dei farmaci e di sostegno ai medici dell’hospice per prendere decisioni più informate e personalizzate su come curare al meglio i pazienti con demenza alla fine della vita”.

 

 

 


Fonte: Kara Gavin in University of Michigan (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: LB Gerlach, [+ 3], DT Maust. Benzodiazepine or Antipsychotic Use and Mortality Risk Among Patients With Dementia in Hospice Care. JAMA Network Open, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.