Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Le amicizie possono alleviare la solitudine dei caregiver di demenza

happy senior friendsImage by freepik

Le interazioni quotidiane con gli amici, anche semplici come i messaggi di testo, possono ridurre la solitudine momentanea dei caregiver che si prendono cura di un familiare con demenza. Assistere una persona cara con demenza può essere un peso difficile da sopportare e i caregiver possono essere particolarmente vulnerabili alla solitudine. Ma le interazioni sociali, non importa quanto piccole, con amici e familiari possono ridurre il senso di solitudine.


La ricercatrice Crystal Ng e i colleghi dell'Università del Michigan, nella ricerca apparsa sul Journal of Gerontology, hanno studiato 223 caregiver di demenza, che hanno riferito le loro interazioni sociali e la loro solitudine ogni 3 ore nell'arco di 5 giorni, dimostrando che quando i caregiver interagivano con gli amici, riferivano anche livelli più bassi di solitudine.


"Abbiamo scoperto che i caregiver hanno riferito di avere interazioni con gli amici in oltre il 20% delle richieste del sondaggio al risveglio", ha detto la Ng. "E queste interazioni, particolarmente quelle positive, anche con amici non così intimi, sono legate a una minore solitudine momentanea nella vita quotidiana.

"L’effetto è stato particolarmente pronunciato tra i caregiver con responsabilità assistenziali particolarmente difficili, o caregiver 'ad alto carico'. Interagire con gli amici sembra essere particolarmente importante per i caregiver ad alto carico, e questo potrebbe essere il caso perché i caregiver con carico più elevato hanno un rischio maggiore di essere socialmente isolati e di sentirsi soli".


Studi precedenti avevano chiesto ai caregiver di valutare la loro solitudine in un periodo passato, forse una settimana o un mese, ma, secondo la Ng, un approccio più immediato alla raccolta dei dati fornisce un quadro più dinamico e accurato:

"Questo studio ha catturato le fluttuazioni dinamiche della solitudine. Non trattiamo la solitudine come un tratto della personalità, ma come qualcosa che fluttua durante il giorno. Inviare un messaggio a un amico o prendersi il tempo per entrare in contatto con lui può far sentire meno soli i caregiver e favorire un senso di connessione in mezzo al peso della demenza. Gli interventi che incoraggiano i caregiver a programmare le interazioni sociali con gli amici nella vita quotidiana possono dare loro quel sostegno emotivo così necessario”.

 

 

 


Fonte: University of Michigan (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Yee To Ng, [+2], K Birditt. Friendship and Momentary Loneliness in Dementia Caregiving: Daily Experiences of Caregivers with High and Low Burden. J Gerontology B, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.