Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cattiva salute del cuore in mezza età collegata ad un aumento del rischio di demenza

Secondo un nuovo studio guidato da ricercatori della University College London, le persone con segni di danni al cuore in mezza età hanno maggiori probabilità di sviluppare demenza in età avanzata.

doctor checking patient heartImage by freepik

Lo studio, pubblicato sull’European Heart Journal, ha scoperto che le persone di mezza età con livelli più elevati di una proteina chiamata «troponina cardiaca I» nel sangue avevano maggiori probabilità di sviluppare demenza in età avanzata. Il team ha riscontrato livelli di troponina più elevati nei soggetti con demenza, rispetto a quelli senza, già 25 anni prima della diagnosi.


La troponina viene rilasciata nel flusso sanguigno quando il muscolo cardiaco è danneggiato. I medici cercano livelli molto elevati nelle persone sospettate di avere un attacco di cuore. Tuttavia, livelli di troponina più alti del normale, senza sintomi, potrebbero indicare un danno silenzioso e in atto al muscolo cardiaco o problemi con la sua funzione. Ciò può avere un effetto a catena in altre parti del corpo, influenzando la salute dei vasi sanguigni e il flusso sanguigno al cervello, il che porta alla demenza.


L'autore senior professor Eric Brunner (UCL Institute of Epidemiology and Health Care) ha dichiarato:

"La cattiva salute del cuore in mezza età aumenta il rischio di demenza in età avanzata. I danni al cervello osservati nelle persone affette da demenza si accumulano lentamente nel corso dei decenni prima che si sviluppino i sintomi. Il controllo dei fattori di rischio comuni alle malattie cardiache, all'ictus e alla demenza in mezza età, come la pressione alta, può rallentare o addirittura arrestare lo sviluppo della demenza e delle malattie cardiovascolari.

“Ora dobbiamo condurre studi per indagare in che misura i livelli di troponina nel sangue possono predire il futuro rischio di demenza. I nostri primi risultati suggeriscono che la troponina potrebbe diventare una componente importante di un punteggio di rischio per prevedere la probabilità di futura demenza”.


Demenza è un termine generico per una serie di condizioni che comportano danni alle cellule cerebrali, portando a un declino della memoria, del pensiero e delle capacità di ragionamento. La Commissione Lancet 2024 sulla demenza, guidata dal professor Gill Livingston (UCL Psychiatry) e coautore di questo ultimo studio, ha stimato che il 17% dei casi di demenza potrebbe essere prevenuto o ritardato migliorando i fattori di rischio cardiovascolare, come ipertensione e colesterolo, inattività fisica e obesità.


Questo nuovo studio ha coinvolto quasi 6.000 partecipanti allo studio Whitehall II, che segue da decenni persone che hanno lavorato per il servizio civile britannico dal 1985 per comprendere meglio la salute e l’invecchiamento; il Whitehall II è guidato dal professor Mika Kivimaki (UCL Psychiatry), che è anche coautore di questo ultimo studio. Quando avevano tra 45 e 69 anni di età, tutti i partecipanti si sono sottoposti a un test ad alta sensibilità della troponina, che può misurare la troponina nel sangue a livelli molto più bassi rispetto a quelli riscontrati dopo un infarto.


Nessuna di queste persone aveva demenza o malattie cardiovascolari quando è stato effettuato il primo esame del sangue per la troponina. Sono state poi monitorate per una media di 25 anni, completando test fino in sei punti temporali per valutare la loro memoria e le capacità di pensiero. Durante lo studio, a 695 persone è stata diagnosticata la demenza. Quando i ricercatori hanno confrontato ogni persona con diagnosi di demenza con 4 coetanei senza, hanno scoperto che quelli con demenza avevano livelli costantemente più alti di troponina nel sangue. Ciò era evidente negli esami del sangue effettuati tra i 7 e i 25 anni prima della diagnosi.


Le persone con i livelli di troponina più alti all’inizio dello studio avevano una probabilità maggiore del 38% di sviluppare demenza alla fine dello studio, rispetto a quelle con i livelli più bassi. Dopo aver preso in considerazione fattori quali sesso, etnia e livello di istruzione, i ricercatori hanno scoperto che le persone con livelli di troponina più elevati da 45 a 69 anni di età mostravano un declino più rapido delle loro capacità di pensiero, memoria e risoluzione dei problemi. Le loro capacità mentali all’età di 80 anni erano equivalenti a quelle di persone più anziane di quasi un anno e mezzo, sulla base di test cognitivi. A 90 anni, le loro capacità mentali erano equivalenti a quelle di persone 2 anni più anziane.


I ricercatori hanno quindi indagato su un gruppo di 641 persone partecipanti allo studio che avevano avuto anche una risonanza magnetica del cervello. Rispetto a quelle con i livelli più bassi, le persone con i livelli di troponina più alti all’inizio dello studio tendevano ad avere un ippocampo più piccolo – una regione del cervello importante per la memoria – 15 anni dopo. Inoltre tendevano ad avere una quantità minore di materia grigia nel cervello, lo strato esterno del cervello che è importante per l’elaborazione delle informazioni. Secondo i ricercatori, questi risultati delle scansioni cerebrali suggerivano che il cervello dei partecipanti fosse equivalente a quello di persone circa tre anni più vecchie.


Il primo autore dott. Simon Chen (UCL Psichiatria) ha dichiarato:

“Il nostro studio è il più lungo eseguito fino ad oggi a indagare i collegamenti tra livelli elevati di troponina cardiaca, declino cognitivo e demenza. Abbiamo anche scoperto che livelli più elevati di troponina nel sangue nelle persone con demenza rispetto ai controlli erano più marcati nella mezza età rispetto alla tarda età, suggerendo che i livelli di troponina nel sangue in mezza età possono essere un biomarcatore migliore per la previsione del rischio di demenza".


Il professor Bryan Williams, direttore scientifico e medico della British Heart Foundation, cattedra di medicina all'UCL Institute of Cardiovascular Science, ha commentato:

"Questo studio ricorda in modo importante che la salute del cuore e del cervello sono inseparabili. I risultati suggeriscono che la mezza età è un momento particolarmente delicato, i danni in questa fase creano una traiettoria di declino della salute del cuore e del cervello.

“Il nostro consiglio di concentrarsi sulla salute del cuore per tutta la vita offre anche al nostro cervello le migliori possibilità di invecchiare bene. Ciò significa tenere sotto controllo la pressione, gestire i livelli di colesterolo, rimanere attivi, mantenere un peso sano e non fumare.

“Ciò sottolinea anche il motivo per cui la British Heart Foundation sta investendo 10 milioni di sterline nel suo Centro Ricerca sulla Demenza Vascolare, ospitato dal UK Dementia Research Institute, per trovare modi migliori per prevenire e curare l’impatto devastante della demenza vascolare”.

 

 

 


Fonte: University College London (> English)(> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y Chen, [+10], EJ Brunner. High-sensitivity cardiac troponin I and risk of dementia: the 25-year longitudinal Whitehall II study. Euro Heart J, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)