Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Specifici anticorpi fermano l'Alzheimer nei topi

Sono stati identificati gli anticorpi che bloccano il processo di disintegrazione delle sinapsi nell'Alzheimer, sollevando speranze per un trattamento precoce che combatte il declino cognitivo della malattia. L'Alzheimer è caratterizzata da depositi anormali nel cervello della proteina amiloide-ß, che induce la perdita di connessione tra i neuroni, chiamate sinapsi.

Ora, scienziati dell'University College di Londra (UCL) hanno scoperto che anticorpi specifici che bloccano la funzione di una proteina correlata, chiamati Dkk1, sono in grado di sopprimere completamente l'effetto tossico dell'amiloide-ß sulle sinapsi. I risultati sono pubblicati il 6 marzo sul Journal of Neuroscience.


Il Beta amiloide (turchese) si lega alle cellule nervose
dell'ippocampo (rosso) e attacca le sinapsi, portando
alla perdita della memoria nell'Alzheimer. Una nuova
ricerca ha portato importanti conoscenze sui mecca-
nismi che inducono la perdita di sinapsi. La scoperta
fa sperare nello sviluppo di nuove terapie che pro-
teggono le sinapsi e quindi prevengono la perdita di
memoria nell'Alzheimer. Foto: SilviaPurro/Patricia
Salinas/UCL

La Prof.ssa Patricia Salinas (del Dipartimento di Biologia Cellulare e dello Sviluppo all'UCL), che ha condotto lo studio, ha detto: "Queste nuove scoperte sollevano la possibilità che, puntando a questo proteina Dkk1 secreta, possiamo offrire un trattamento efficace per proteggere le sinapsi contro l'effetto tossico del ß-amiloide. È importante sottolineare che questi risultati sollevano la speranza per un trattamento e, forse, la prevenzione del declino cognitivo precoce nell'Alzheimer".


I Dkk1 sono elevati nelle biopsie del cervello di persone affette da Alzheimer, ma il significato di questi risultati era finora sconosciuto. Gli scienziati dell'UCL hanno scoperto che l'amiloide beta provoca la produzione di Dkk1, che a sua volta induce lo smantellamento delle sinapsi (le connessioni tra neuroni) nell'ippocampo, un'area del cervello implicata nell'apprendimento e nella memoria.


In questo lavoro, gli scienziati hanno condotto degli esperimenti per osservare la progressione della disintegrazione delle sinapsi dell'ippocampo dopo l'esposizione a ß-amiloide, usando porzioni di cervello di topo. Sono stati in grado di monitorare quante sinapsi sono sopravvissute in presenza di un anticorpo specifico che colpisce i Dkk1, rispetto a quante sinapsi rimanevano vitali senza l'anticorpo. I risultati mostrano che i neuroni che sono stati esposti all'anticorpo sono rimasti sani, senza disintegrazione sinaptica.


La Prof.ssa Salinas ha dichiarato: "Nonostante i progressi significativi nella comprensione dei meccanismi molecolari coinvolti nell'Alzheimer, nessun trattamento efficace è attualmente disponibile per fermare la progressione di questa malattia devastante". Aggiungendo che "questa ricerca individua i Dkk1 come potenziale bersaglio terapeutico per il trattamento della malattia".


L'Alzheimer rappresenta il 60% di tutti i casi di demenza. Alzheimer Research UK stima che nel Regno Unito il costo annuo nazionale di tutte le demenze è di circa 23 miliardi di sterline, il doppio dei costi per il cancro e 3-5 volte i costi per le malattie cardiache e l'ictus. Nuovi studi prevedono un aumento del numero di casi di Alzheimer di proporzioni epidemiche.


La ricerca è stata finanziata da Alzheimer's Research UK, organizzazione benefica leader nel Regno Unito di ricerca nella demenza, e dal Biotechnology and Biological Sciences Research Council, UK.

Il dottor Simon Ridley, direttore della ricerca di Alzheimer's Research UK, ha dichiarato: "Siamo felici di aver sostenuto questo studio, che getta nuova luce sui processi che si verificano nello sviluppo dell'Alzheimer. Comprendendo cosa accade nel cervello durante l'Alzheimer, ci troviamo con una migliore possibilità di sviluppare nuovi trattamenti che potrebbero fare la differenza per le persone con la malattia. Studi come questo sono una parte essenziale di tale processo, ma è necessario lavorare ancora, se vogliamo portare questi risultati dal banco del laboratorio alla clinica. La demenza può essere sconfitta solo attraverso la ricerca, e con il numero di persone colpite dalla patologia che si impenna, abbiamo urgente bisogno di investire in ricerca adesso".

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiale della University College London.

Pubblicato in
ScienceDaily il 6 Marzo 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.


Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)