Ricercatori dell'UCLA hanno scoperto che gli anziani che utilizzano regolarmente un programma per tenere in forma il cervello, eseguito su un computer, hanno dimostrato memoria e competenze linguistiche notevolmente migliorate.
Il team ha studiato 59 partecipanti con un'età media di 84 anni, reclutati dalle comunità locali di pensionati del sud della California.
I volontari sono stati divisi in due gruppi: il primo gruppo ha utilizzato un programma di fitness del cervello per una media di 73,5 sessioni (di 20 minuti) per sei mesi mentre un secondo gruppo l'ha eseguito meno di 45 volte durante lo stesso periodo. I ricercatori hanno scoperto che il primo gruppo ha dimostrato un miglioramento significativamente più alto nella memoria e nelle competenze linguistiche, rispetto al secondo gruppo.
I risultati dello studio aggiungono prove al settore che sta esplorando se tali strumenti di fitness del cervello possono aiutare a migliorare il linguaggio e la memoria e possono, in ultima analisi, contribuire a proteggere le persone dal declino cognitivo associato all'invecchiamento e all'Alzheimer. Il declino della memoria correlato all'età colpisce circa il 40 per cento dei più anziani ed è caratterizzato da auto-percezione di perdita di memoria e declino delle prestazioni della memoria.
Studi precedenti hanno dimostrato che impegnarsi in attività mentali può aiutare a migliorare la memoria, ma è stata fatta poca ricerca per determinare se i numerosi giochi di fitness del cervello e i programmi di formazione per la memoria presenti sul mercato sono efficaci nel migliorare la memoria. Questo è uno dei primi studi a valutare gli effetti cognitivi di un programma computerizzato per allenare la memoria.
La ricerca è stata condotta dal Dr. Karen Miller, professore associato del Semel Institute for Neuroscience and Human Behavior alla UCLA e dal dottor Gary Small, professore di Psichiatria e Scienze Biocomportamentali all'Istituto Semel. La ricerca è stata presentata il 3 Agosto al convegno annuale della American Psychological Association.
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Fonte: Materiale della University of California, Los Angeles (UCLA), Health Sciences, via Newswise.
Pubblicato in ScienceDaily il 3 Agosto 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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