La possibilità di un test economico e semplice per l'Alzheimer è all'orizzonte da diversi anni, ma i risultati di ricerche precedenti sono difficili da duplicare.
In uno studio che sarà pubblicato nel numero del 28 agosto della rivista Neurology, gli scienziati hanno fatto un passo verso lo sviluppo di un esame del sangue per l'Alzheimer, trovando un gruppo di marcatori che reggono nelle analisi statistiche di tre gruppi indipendenti di pazienti.
"Affidabilità e l'incapacità di replicare i risultati iniziali sono la sfida più grande in questo campo", dice l'autore William Hu (foto sotto a sinistra), MD, PhD, assistente professore di neurologia alla School of Medicine della Emory University. "Abbiamo dimostrato qui che è possibile avere risultati coerenti". Hu e i suoi collaboratori della University of Pennsylvania e della Washington University di St. Louis, hanno misurato i livelli di 190 proteine nel sangue di 600 partecipanti allo studio in tali istituzioni. I partecipanti allo studio comprendevano volontari sani e altri con diagnosi di Alzheimer o di decadimento cognitivo lieve (MCI). L'MCI, spesso considerato un precursore dell'Alzheimer, provoca un calo leggero, ma misurabile, nella capacità cognitive.
Un sottoinsieme dei livelli delle 190 proteine (17) era significativamente differente nei soggetti con MCI o Alzheimer. Quando questi marcatori sono stati confrontati con i dati provenienti da 566 persone che partecipano all'Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative multicentro, sono rimasti solo quattro marcatori: apolipoproteina E, peptide natriuretico di tipo B, proteina C-reattiva e il polipeptide pancreatico.
Cambiamenti nei livelli di queste quattro proteine nel sangue si correlavano anche alle misure negli stessi pazienti dei livelli di proteine beta-amiloide nel liquido cerebrospinale, che in precedenza sono state collegate all'Alzheimer.
Per l'analisi i partecipanti sono stati divisi in due gruppi: quelli con MCI, che hanno un alto rischio di sviluppare l'Alzheimer, e quelli con Alzheimer conclamato. "Eravamo alla ricerca di un segnale sensibile", dice Hu. "Si ipotizza che l'MCI sia una fase iniziale dell'AD, e sarebbero della massima utilità clinica dei marcatori sensibili che catturano i cambiamenti fisiologici sia in MCI che in AD". "La specificità di questo gruppo di test deve ancora essere determinata, poiché erano inclusi solo pochi pazienti con demenza diversa dall'Alzheimer", ha detto Hu. "Inoltre, la diversa proporzione di pazienti con MCI in ciascun gruppo rende più difficile identificare modifiche specifiche dell'MCI o dell'AD".
Attualmente i neurologi diagnosticano l'Alzheimer principalmente sulla base dei sintomi clinici. Ulteriori informazioni possono provenire da scansioni cerebrali PET, che tendono ad essere costose, o dall'analisi di una prelievo lombare, che può essere doloroso. "Anche se un esame del sangue per identificare l'Alzheimer sottostante non è ancora pronto per il prime time [=uso con il pubblico], data la tecnologia odierna, abbiamo ora individuato il modo di assicurarci che il test sarà affidabile", ha detto Hu. "Nel frattempo, la combinazione di un esame clinico e dell'analisi del liquido cerebrospinale rimane lo strumento migliore per la diagnosi per gli individui con lievi disturbi di memoria o cognitivi".
La ricerca di Hu è cominciata dopo la laurea all'Università di Pennsylvania. Hanno collaborato David Holtzman, MD, della Washington University a St Louis, Leslie Shaw, PhD e John Trojanowski, MD, PhD della Università di Pennsylvania, e Holly Soares, PhD della Bristol Myers Squibb.
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Fonte: Emory University
Pubblicato in ScienceCodex il 9 Agosto 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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