Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il rame facilita le malattie da prioni

Molti di noi hanno familiarità con la malattia da prioni nelle sue incarnazioni più sorprendenti e insolite: i focolai di morbo della "mucca pazza" (encefalopatia spongiforme bovina) che hanno creato una crisi nell'industria globale della carne bovina. Oppure, per la strana storia della Kuru, una malattia mortale che colpisce una tribù della Papua Nuova Guinea nota per il suo cannibalismo.

Entrambe sono forme di malattie da prioni, causate dalla piegatura anomala di una proteina e dalla conseguente neurodegenerazione progressiva e morte.


Michael OldstoneAnche se l'esatto meccanismo delle disfunzioni delle proteine è avvolto nel mistero, gli scienziati dello Scripps Research Institute ora riferiscono sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences (PNAS) che, riducendo il rame nel corpo, si ritarda l'insorgenza della malattia. I topi privati del gene di trasporto del rame vivono significativamente più a lungo quando sono infettati da una malattia da prioni rispetto ai topi normali. "Questo dimostra in modo conclusivo che il rame ha un ruolo nel misfolding [errata piegatura] della proteina, ma non è essenziale a questo misfolding", ha detto il Professore Michael Oldstone (foto) dello Scripps, che ha condotto il nuovo studio.


"Sappiamo da molti anni che le proteine prioniche legano il rame", ha detto Owen Siggs studente laureato di Scripps Research, primo autore dello studio con Justin Cruite ex membro del laboratorio di Oldstone. "Ma ciò su cui gli scienziati non riuscivano a concordare era se questo era un bene o un male durante la malattia da prioni. Con la creazione di una mutazione nei topi che abbassava la quantità di rame circolante del 60 per cento, abbiamo dimostrato che la riduzione del rame può ritardare l'insorgenza della malattia da prioni".

 

Proteine zombie

A differenza dalla maggior parte delle infezioni, che sono causate da batteri, virus o parassiti, le malattie da prioni derivano dalla disfunzione di una proteina naturale. "Tutti noi abbiamo una proteina prionica normale, e quando questa si trasforma in una proteina prionica anormale, insorge una malattia cronica del sistema nervoso", ha detto Oldstone. "Questo si verifica geneticamente (spontaneamente in alcune persone) o viene acquisito dalla trasmissione di prioni infettivi. Il passaggio può avvenire mangiando carne infetta; in passato, dal cannibalismo nella popolazione Fore della Nuova Guinea attraverso l'ingestione o l'untura di cervelli infetti; o introducendo prioni infettivi dagli strumenti chirurgici o con prodotti medicali ottenuti da individui infetti".

Una volta introdotta nel corpo, la proteina prionica anomala provoca il ripiegamento di altre proteine prioniche normali, che poi si aggregano in placche nel cervello e nel sistema nervoso, causando tremori, agitazione, e insufficienza della funzione motoria, conducendo inevitabilmente alla morte.

 

Un equilibrio delicato

Il ruolo del rame nelle malattie da prioni era stato studiato precedentemente usando farmaci, che raccolgono i metalli dal corpo: una tecnica imprecisa. Il nuovo studio, tuttavia, si è rivolto a modelli animali ingegnerizzati nel laboratorio del premio Nobel Bruce Beutler, quand'era allo Scripps Research Institute. (Beutler è attualmente direttore del Center for Genetics of Host Defense alla UT Southwestern).

Il laboratorio di Beutler aveva trovato topi con mutazioni che perturbano l'enzima ATP7A che trasporta il rame. La maggior parte dei topi con deficit di rame sono morti in utero o subito dopo la nascita, ma quelli con deficit leggero erano in grado di vivere normalmente. "Il rame è qualcosa senza cui non possiamo vivere", dice Siggs. "Come il ferro, lo zinco e altri metalli, il nostro corpo non può produrre il rame, quindi ne assorbiamo piccole quantità dalla dieta. Troppo poco rame impedisce a questi enzimi di lavorare, ma troppo rame può risultare tossico, quindi il nostro corpo ha bisogno di mantenere un buon equilibrio. Le mutazioni genetiche come quella che abbiamo descritto qui possono disturbare questo equilibrio".

 

Morte ritardata

Nel nuovo studio, sia nei topi mutanti che quelli normali sono stati infettati al Rocky Mountain Laboratory con scrapie del topo, che provoca una encefalopatia spongiforme simile al morbo della mucca pazza. I topi di controllo hanno sviluppato la malattia in circa 160 giorni, mentre i topi mutanti, privi del gene porta-rame, hanno sviluppato la malattia più tardi, in 180 giorni.

I ricercatori hanno trovato anche meno proteina prionica anormale nel cervello dei topi mutanti rispetto ai topi di controllo, indicando che il rame contribuisce alla conversione della proteina prionica normale nella forma anormale della malattia. Tuttavia, tutti i topi infine sono morti di malattia.

 

Oldstone e Siggs avvertonpo che lo studio non indica che la deplezione del rame è una terapia, almeno non da sola. Tuttavia, il lavoro indica la strada per capire di più sulla funzione del rame nel corpo e il funzionamento biochimico della malattia da prioni.

 

Oltre a Siggs, Cruite, Beutler, e Oldstone, hanno collaborato allo studio Xin Du ex di Scripps Research e attualmente della University of California di San Diego (UCSD), Sophie Rutschmann, precedentemente allo Scripps Research e attualmente all'Imperial College di Londra, e Eliezer Masliah della UCSD. Questo lavoro è stato sostenuto dal National Institutes of Health (aggiudicazione HHSN272200700038C, AG04342, AG18440, AG022074 e NS057096) e dalla General Sir John Monash Foundation. 

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale del The Scripps Research Institute.

Riferimento:
OM Siggs, JT Cruite, X. Du, S. Rutschmann, E. Masliah, B. Beutler, MBA Oldstone. Disruption of copper homeostasis due to a mutation of Atp7a delays the onset of prion disease. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2012; DOI: 10.1073/pnas.121149910.

Pubblicato in ScienceDaily il 9 Agosto 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.