Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I neuroni si proteggono dal grasso in eccesso

Siamo tutti 'testoni'. Nel senso che le nostre cellule cerebrali sono piene di molecole di grasso, più di quasi tutti gli altri tipi di cellule. Eppure, se il contenuto di grasso delle cellule cerebrali diventasse troppo alto, sarebbero guai.

In un recente studio sui topi, ricercatori della Johns Hopkins hanno scoperto che a tenere sotto controllo il livello di grasso dei neuroni è un enzima che potrebbe essere implicato nelle malattie neurologiche umane.


I risultati saranno pubblicati nel numero di Maggio 2013 di Molecular and Cellular Biology. "Ci sono collegamenti conosciuti tra i problemi nel modo in cui le cellule del corpo trasformano i grassi e le malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, il Parkinson e la sclerosi laterale amiotrofica", afferma Wolfgang Michael, Ph.D., professore assistente nel Dipartimento di Chimica Biologica dell'Institute for Basic Biomedical Sciences nella School of Medicine della Johns Hopkins University. "Ora abbiamo fatto un passo in avanti per capire questa connessione, identificando un enzima che permette ai neuroni di sbarazzarsi del grasso in eccesso, che altrimenti sarebbe tossico".


Secondo Wolfgang, un indizio del collegamento tra neurodegenerazione e trattamento del grasso è che i neuroni, a differenza della maggior parte delle cellule del corpo, apparentemente non riescono a scomporre i grassi per produrre energia. Al contrario, le cellule cerebrali usano i grassi per compiti come la costruzione di membrane cellulari e la comunicazione delle informazioni. Allo stesso tempo, egli dice, devono evitare l'accumulo di grassi non necessari.


La strategia di riduzione del grasso dei neuroni è radicata nel fatto che una molecola grassa attaccata ad un gruppo chimico, chiamato coenzima A, viene intrappolata all'interno della cellula, mentre la versione senza coenzima A può facilmente attraversare la membrana cellulare e uscire. Con questo principio in mente, Wolfgang, assieme ai colleghi Jessica Ellis, Ph.D., e G. William Wong, Ph.D., hanno concentrato il loro studio su un enzima, chiamato ACOT7, che è abbondante nel cervello e rimuove alcune molecole di grasso dal coenzima A.


Il team ha creato topi con un gene inattivo per l'ACOT7 e li hanno confrontati con dei topi normali. Gli scienziati non notavano differenze evidenti tra i due tipi di topi, finché avevano accesso facile al cibo, precisa Wolfgang. Ma quando il cibo era tolto improvvisamente, e le cellule dei topi cominciavano ad esaurire le riserve di grasso e a rilasciare molecole di grasso nel sangue per usarle come energia, il ruolo dell'ACOT7 cominciava ad emergere.


Mentre i topi normali a digiuno erano solo affamati, i topi privi di ACOT7 avevano una scarsa coordinazione, segno di neurodegenerazione. Sono emerse altre differenze quando i ricercatori hanno sezionato i topi; nel modo più sconvolgente, il fegato dei topi senza ACOT7 era "completamente bianco" per il grasso in eccesso, scrive Wolfgang.


Wolfgang avverte che i risultati del suo gruppo non sono proprio una pistola fumante, una prova del coinvolgimento dell'ACOT7 nelle malattie neurologiche umane, ma dice che essa si aggiunge alle prove indiziarie esistenti che puntano in quella direzione. Egli osserva che una dieta speciale che cambia i livelli di grassi e zuccheri nel sangue - la cosiddetta dieta chetogenica - può prevenire le convulsioni degli epilettici, e inoltre uno studio ha trovato che i pazienti con epilessia hanno meno enzima ACOT7 delle persone sane.


"Pensiamo che il ruolo dell'ACOT7 sia proteggere i neuroni dalla tossicità e dalla morte, consentendo al grasso in eccesso di uscire dalle cellule", dice la Ellis. "Il nostro prossimo passo sarà vedere se questo enzima ha effettivamente un ruolo nelle malattie neurologiche umane".

 

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins Medicine, via EurekAlert!, un servizio di AAAS.

Riferimento: JM Ellis, GW Wong, MJ Wolfgang. Acyl Coenzyme A Thioesterase 7 Regulates Neuronal Fatty Acid Metabolism To Prevent Neurotoxicity. Molecular and Cellular Biology, 2013; 33 (9): 1869 DOI: 10.1128/MCB.01548-12.

Pubblicato in Science Daily il 8 Aprile 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari - Immagine: Chet Zar, “Fathead”, oil on canvas, 11X14"

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)