Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Profilo degli anticorpi nel sangue per diagnosi precisa di Alzheimer

In uno studio che può essere una nuova frontiera nell'immunologia, scienziati riferiscono sulle prove che mostrano che il sangue umano contiene migliaia di autoanticorpi che si legano specificamente ad antigeni di organi e tessuti in tutto il corpo e agiscono per eliminare i detriti cellulari che derivano da lesioni e malattie.

Lo studio dell'Università di Medicina e Odontoiatria del New Jersey, Facoltà di Medicina Osteopatica (UMDNJ-SOM), pubblicato lo scorso 2 Aprile su PLoS ONE, osserva inoltre che i profili autoanticorpali sono unici per ogni individuo e notevolmente stabili nel tempo, e sono influenzati dall'età della persona, dal sesso e dalla presenza di una malattia.


Usando insiemi di proteine umane, i ricercatori hanno esaminato il profilo della risposta immunitaria di 166 persone, tra cui gruppi di soggetti con Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla e pazienti con cancro al seno. Tra i risultati sorprendenti dello studio ci sono:

  • La maggior parte delle persone ha più di 1.000 autoanticorpi discreti presenti nel sangue e il profilo autoanticorpale unico di un individuo rimane relativamente costante nel tempo.
  • Le donne hanno molti più autoanticorpi degli uomini, fatto che può spiegare la maggiore incidenza di malattie autoimmuni tra le donne.
  • L'invecchiamento è accompagnato da un corrispondente aumento del numero di anticorpi rilevabili.
  • I pazienti con Alzheimer, Parkinson, sclerosi multipla e cancro al seno hanno quantità sensibilmente più basse di autoanticorpi rispetto ai controlli di pari età e sesso.


"I nostri studi precedenti hanno dimostrato che è possibile identificare i cambiamenti nel profilo degli autoanticorpi per diagnosticare con precisione sia l'Alzheimer che il Parkinson", scrive Robert Nagele, PhD, direttore del Biomarker Discovery Center al UMDNJ-SOM e autore corrispondente dello studio. "Questa ricerca sostiene questa ipotesi; il profilo autoanticorpale sarà utile come biomarcatore diagnostico per una vasta gamma di malattie".


Gli autori dello studio riconoscono che i progressi della tecnologia dei microarray di proteine contribuiscono a rendere possibile questo tipo di ricerca, ma essa ha ancora dei limiti. Gli insiemi utilizzati in questo studio contenevano circa 9.500 antigeni umani distinti, solo una frazione della dimensione stimata del proteoma umano.


"Viste le prove della grande varietà di autoanticorpi, è probabile che ci siano ancora più autoanticorpi naturali di quelli che siamo riusciti a rilevare qui", ha detto Nagele. "Il profilo complesso degli autoanticorpi suggerisce che essi svolgono funzioni essenziali, e una delle più probabili è l'eliminazione dei detriti generati dal corpo quotidianamente".

 

 

Foto in alto (da Wikipedia): L'Angelo dell'Ovest (2008) di Julian Voss-Andreae è una scultura basata sulla struttura degli anticorpi resa nota da E. Padlan. Realizzata per il campus Florida dello Scripps Research Institute, l'anticorpo è posizionato in un cerchio che fa riferimento all'Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, evidenziando così le similarità delle proporzioni fra l'anticorpo e il corpo umano.

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 


Fonte: University of Medicine and Dentistry of New Jersey (UMDNJ).

Riferimento: Eric P. Nagele, Min Han, Nimish K. Acharya, Cassandra DeMarshall, Mary C. Kosciuk, Robert G. Nagele. Natural IgG Autoantibodies Are Abundant and Ubiquitous in Human Sera, and Their Number Is Influenced By Age, Gender, and Disease. PLoS ONE, 2013; 8 (4): e60726 DOI: 10.1371/journal.pone.0060726.

Pubblicato in Science Daily il 9 Aprile 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)