Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Protezione del cervello inizia dalle sinapsi

Una nuova ricerca di scienziati della University of California San Francisco dimostra che uno dei meccanismi di auto-protezione fondamentali del cervello dipende da un lavoro di squadra coordinato, finemente calibrato, tra i neuroni e le cellule non-neuronali (cellule gliali), che fino a poco tempo fa erano ritenute semplici cellule di supporto ai neuroni.


Lo studio, che ha implicazioni nella comprensione delle malattie neurodegenerative, dei disturbi del sistema nervoso, dell'ictus e altre, si aggiunge ad un crescente corpo di evidenze che le cellule gliali sono parte integrante della funzione cerebrale.


Poiché questo meccanismo è localizzato a livello delle sinapsi, i siti in cui avviene la comunicazione tra i neuroni, esso assicura che siano prese misure di protezione solo quando e dove sono più necessarie, ha detto Marta Margeta, MD, PhD, assistente professore di patologia e autrice senior del nuovo studio. "Il Presidente ha bisogno di più guardie del corpo di un Parlamentare, e con questo sistema si può avere la botte piena e la moglie ubriaca: la protezione quando c'è bisogno, e non dappertutto".


Il cervello è l'organo che lavora di più nel corpo, e consuma fino al 25 per cento della nostra energia globale. Questa richiesta metabolica rende le cellule del cervello particolarmente vulnerabili al danno da stress ossidativo, per cui le specie reattive dell'ossigeno (ROS), a volte chiamate radicali liberi, esercitano effetti tossici sui componenti cellulari. Il danno dei ROS ai neuroni è implicato nell'Alzheimer, nel Parkinson ed in altre malattie neurodegenerative.


Il cervello può essere gravemente danneggiato quando una malattia o un infortunio - specialmente un ictus - inducono i neuroni ad attivarsi ripetutamente, inondando il tessuto cerebrale con livelli tossici del neurotrasmettitore eccitatorio glutammato, una condizione nota come eccitotossicità. Per contrastare i danni potenziali derivanti dai ROS, dall'eccitotossicità e da altri pericoli, gli animali, compresi gli esseri umani, hanno sviluppato sofisticate difese fisiologiche come il percorso Nrf2, una rete molecolare che attiva l'espressione di una serie di geni protettivi, quando è in pericolo la funzionalità cellulare.


E' risaputo da Neuroscience 101 che i neuroni trasmettono i messaggi elettrochimici in siti di comunicazione chiamati sinapsi, ma è meno conosciuto che la stragrande maggioranza delle sinapsi sono "tripartite", cioé non si tratta solo di un neurone che invia un messaggio e uno che lo riceve, ma anche di una cellula gliale a forma di stella chiamata astrocito, situata accanto ad ogni sinapsi. Esperimenti in modelli di topi di Parkinson e di sclerosi laterale amiotrofica (SLA, o morbo di Lou Gehrig), hanno dimostrato che la protezione neurale basata su Nrf2 è conferita principalmente dagli astrociti, ma non é ancora chiaro in che modo i neuroni riescono ad allertare gli astrociti sulle condizioni stressanti.


Nella nuova ricerca (pubblicata il 21 ottobre nell'edizione anticipata online di Proceedings of National Academy of Sciences) Margeta, l'ex socia postdottorato Agata Habas, PhD, (ora alla UC San Diego) e i colleghi, hanno isolato il contributo relativo dei neuroni e degli astrociti nella segnalazione del Nrf2, eseguendo esperimenti su colture cellulari contenenti prevalentemente neuroni o prevalentemente astrociti o una miscela di entrambi.


Quando il team di ricerca ha cercato di attivare il percorso Nrf2 in colture prevalentemente neurali o di astrociti tramite immersione in una sostanza che crea le condizioni che mimano l'eccitotossicità, hanno avuto poco successo, ma nelle colture miste il percorso si è avviato. Questi esperimenti hanno dimostrato che sia i neuroni che gli astrociti sono necessari per l'attività del Nrf2.


Tuttavia, poiché i trattamenti hanno interessato le culture a livello globale e non puntavano proprio alle sinapsi, i ricercatori hanno in seguito applicato sostanze che aumentano l'attivazione dei neuroni del glutammato, agendo solo sui siti sinaptici. Anche in questo caso, l'attività legata al Nrf2 è stata osservata solo quando gli astrociti erano presenti nelle culture, ma, in modo significativo, la segnalazione Nrf2 è aumentata di pari passo con la scarica neuronale, il che suggerisce che i neuroni calibrano l'attività del Nrf2 sugli astrociti per tenere il passo con l'attività neurale.


Questa calibrazione precisa è rimasta intatta anche quando non c'era alcun contatto fisico tra i neuroni e gli astrociti in coltura, il che indica che i neuroni secernono qualche fattore solubile che attiva il Nrf2 negli astrociti.


Quando i neuroni eccitatori si attivano e rilasciano il neurotrasmettitore glutammato nella sinapsi, il glutammato rilasciato può raggiungere gli astrociti nelle vicinanze, e quindi il glutammato sembra un buon candidato come messaggero neuronale che induce l'attività del Nrf2. Per verificare questa idea, gli scienziati hanno applicato bloccanti del glutammato alle culture miste, fatto che in effetti ha impedito l'attivazione del Nrf2.


Tuttavia, l'applicazione diretta di glutammato agli astrociti non ha indotto attività del Nrf2, il che indica che il rilascio di glutammato è "necessario, ma non sufficiente" per regolamentare il Nrf2, e che la ricerca futura potrebbe rivelare che nella sinapsi sono al lavoro altri fattori, secondo la Margeta. Oltre al neurone presinaptico che secerne il glutammato, il neurone postsinaptico che riceve il segnale, anche gli astrociti stessi possono impiegare proprie molecole di segnalazione per mantenere il sistema in equilibrio, ha detto.


Secondo Margeta, il sistema di controllo scoperto dal suo laboratorio impedisce al cervello di sprecare energia nella protezione quando non è necessario. "Un eccesso di una cosa buona non va bene, e penso che è per questo che non c'è una regolazione precisa", ha spiegato la Margeta. "Questo sistema mantiene il Nrf2 basale piuttosto basso e sotto controllo, ma se succede qualcosa di brutto, è possibile attivare il sistema ed farlo crescere".

 

 

 

 

 


Fonte: University of California - San Francisco.

Riferimenti: A. Habas, J. Hahn, X. Wang, M. Margeta. Neuronal activity regulates astrocytic Nrf2 signaling. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2013; DOI: 10.1073/pnas.1208764110

Pubblicato da Pete Farley in ucsf.edu (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.