Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dipanare il mistero dell'Alzheimer

Ricercatori della Tel Aviv University hanno identificato delle specifiche molecole che potrebbero essere mirate per trattare l'Alzheimer (AD).


Placche e grovigli composti di proteine ​​sono ritenuti corresponsabili della progressione debilitante dell'AD. Ma le proteine hanno anche un ruolo positivo in importanti funzioni cerebrali, come la comunicazione tra cellule e la risposta immunologica.


Le molecole chiamate microRNA regolano i livelli sia positivi che negativi di proteine nel cervello, legandosi agli RNA messaggeri per impedire loro di diventare proteine.


Ora, il dottor Boaz Barak e un team di ricercatori del laboratorio del Prof. Uri Ashery del Dipartimento di Neurobiologia dell'Università di Tel Aviv, Facoltà di Scienze della Vita George S. Wise e della Scuola Sagol di Neuroscienze, hanno identificato un gruppo specifico di microRNA che regola negativamente i livelli di proteine ​​nel cervello dei topi con Alzheimer e regola positivamente i livelli di proteine nel cervello di altri topi che vivono in un ambiente stimolante.


"Siamo riusciti a creare due liste di microRNA - quelle che contribuiscono alle prestazioni del cervello e quelle che le ostacolano - a seconda del loro livello nel cervello", dice il Dott. Barak. "Prendendo di mira queste molecole, speriamo di avvicinarci alla diagnosi precoce e ad un migliore trattamento dell'Alzheimer".


Hanno collaborato allo studio, pubblicato in Translational Psychiatry, il Prof. Daniel Michaelson del Dipartimento di Neurobiologia della TAU, Facoltà George S. Wise di Scienze della Vita e della Scuola Sagol di Neuroscienze, il dottor Noam Shomron del Dipartimento di Biologia Cellulare e dello Sviluppo della TAU e della Scuola Sagol di Neuroscienze, il dottor Eitan Okun della Bar-Ilan University, e il dottor Mark Mattson del National Institute on Aging.

 

Una spada a doppio taglio

L'Alzheimer è la forma più comune di demenza. Attualmente incurabile, essa compromette sempre più la funzione del cervello nel corso del tempo, e infine porta alla morte. I ricercatori della TAU hanno acquisito un interesse per la malattia studiando il cervello dei topi che vivono in un "ambiente arricchito" (una gabbia allargata con cilindro rotante, materiale per il comfort ed il nido, una casa, e giocattoli cambiati frequentemente). Tali ambienti si sono dimostrati idonei a migliorare e mantenere le funzioni cerebrali negli animali, come accade nelle persone con l'attività intellettuale e la forma fisica.


I ricercatori hanno eseguito una serie di test su una parte del cervello dei topi chiamata ippocampo, che ha un ruolo importante nella memoria e nella navigazione spaziale ed è uno dei primi obiettivi dell'Alzheimer nell'uomo. Essi hanno scoperto che, rispetto ai topi delle gabbie normali, i topi dall'ambiente arricchito sviluppano livelli più elevati di proteine ​​buone e livelli più bassi di proteine cattive. Poi, per la prima volta, hanno identificato i microRNA responsabili della regolazione dell'espressione di proteine, sia buone che cattive.


Armati di queste nuove informazioni, i ricercatori hanno analizzato i cambiamenti del livello di microRNA nell'ippocampo di topi giovani, di mezza età e vecchi, con una condizione simile all'Alzheimer. Essi hanno scoperto che alcune delle microRNA sono espresse in quantità esattamente inversa nei topi con Alzheimer rispetto ai topi dall'ambiente arricchito. I risultati sono: livelli più elevati di proteine cattive e livelli più bassi di quelle buone ​​nell'ippocampo dei topi con Alzheimer.


Le microRNA identificate dai ricercatori avevano già dimostrato, o ne era stata prevista, la capacità di regolare l'espressione proteica ​​in modi che contribuiscono all'Alzheimer. La scoperta che le microRNA sono regolate inversamente nei topi dell'ambiente arricchito è importante, perché suggerisce che queste molecole possono essere il bersaglio di attività o farmaci che preservano la funzione del cervello.

 

Potenziale di rovinare il cervello

Due osservazioni sembrano configurare potenzialmente un trattamento dell'Alzheimer:

  1. Nel cervello di topi vecchi con la malattia, la microRNA-325 è più bassa, il che induce livelli più elevati di tomosina, una proteina ben nota per l'inibizione della comunicazione cellulare nel cervello. I ricercatori sperano che alla fine la microRNA-325 possa essere usata per creare un farmaco per aiutare i malati di Alzheimer a mantenere bassi i livelli di tomosina e a preservare la funzione del cervello.
  2. Inoltre, i ricercatori hanno trovato diverse microRNA importanti che iniziavano a presentarsi con bassi livelli nel cervello dei topi giovani. Se si trova lo stesso negli esseri umani, queste microRNA potrebbero essere usate come biomarcatore per individuare l'Alzheimer molto prima di quanto sia possibile ora, per esempio a 30 anni invece di 60.


"La nostra speranza più grande è di essere in grado un giorno di utilizzare le microRNA per individuare l'Alzheimer nelle persone in giovane età ed iniziare un trattamento su misura, sulla base dei nostri risultati, immediatamente", dice il Dott. Barak.

 

 

 

 

 


Fonte: American Friends of Tel Aviv University.

Riferimenti
: B Barak, I Shvarts-Serebro, S Modai, A Gilam, E Okun, D M Michaelson, M P Mattson, N Shomron, U Ashery. Opposing actions of environmental enrichment and Alzheimer’s disease on the expression of hippocampal microRNAs in mouse models. Translational Psychiatry, 2013; 3 (9): e304 DOI: 10.1038/tp.2013.77

Pubblicato in aftau.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)