Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Grande studio collega consumo di noci a tasso di mortalità più basso

Il più grande studio di questo genere ha constatato che le persone che avevano mangiato una certa quantità di noci al giorno, hanno avuto un 20 per cento in meno di probabilità di morire per una qualsiasi causa nel corso di un periodo di 30 anni, rispetto a quelli che non avevano consumato frutta a guscio.


Il rapporto sullo studio, effettuato da scienziati del Dana-Farber Cancer Institute, del Brigham and Women Hospital e della Harvard School of Public Health, pubblicato sul New England Journal of Medicine, contiene un'ulteriore buona notizia: chi mangia regolarmente noci è risultato essere più snello rispetto a quelli che non ne mangiano, una constatazione che dovrebbe alleviare la preoccupazione diffusa che mangiare molte noci porta al sovrappeso.


La relazione ha anche esaminato l'effetto protettivo sulle cause specifiche di morte. "Il vantaggio più evidente è una riduzione del 29 per cento delle morti per malattie di cuore, il killer degli Americani", ha detto Charles S. Fuchs, MD, MPH, direttore del Centro di Trattamento del Cancro Gastrointestinale del Dana-Farber, e l'autore senior del rapporto. "Ma abbiamo anche visto una riduzione significativa dell'11 per cento del rischio di morire di cancro", ha aggiunto Fuchs, che è anche affiliato alla Channing Division of Network Medicine del Brigham and Women's.


Non si può determinare quale specifico tipo, o tipi di noci, siano cruciali per l'effetto protettivo. Tuttavia, la riduzione della mortalità è simile sia per gli arachidi che per le "noci di albero" (noci, nocciole, mandorle, noci del Brasile, anacardi, noci macadamia, noci pecan, anacardi, pistacchi e pinoli).


Diversi studi precedenti hanno trovato un'associazione tra l'aumento del consumo di noci e un minor rischio di malattie come quelle cardiache, il diabete di tipo 2, il cancro del colon, i calcoli biliari, e la diverticolite. Un maggiore consumo di noci è legato anche alla riduzione dei livelli di colesterolo, dello stress ossidativo, dell'infiammazione, dell'adiposità, e della insulino-resistenza. Alcuni piccoli studi hanno collegato l'aumento di noci nella dieta ad una mortalità totale più bassa in popolazioni specifiche. Ma nessun studio in precedenza aveva esaminato in dettaglio i vari livelli di consumo di noci e i loro effetti sulla mortalità generale in una grande popolazione che è stata seguita per oltre 30 anni.


Per la nuova ricerca, gli scienziati sono riusciti ad attingere ai database di due famosi studi osservazionali continui che raccolgono dati sulla dieta e su altri fattori di stile di vita e su diversi esiti di salute. Il Nurses' Health Study ha fornito dati su 76.464 donne tra il 1980 e il 2010, e l'Health Professionals' Follow-up Study ha prodotto dati relativi a 42.498 uomini dal 1986 al 2010. I partecipanti agli studi hanno compilato i questionari dettagliati sul cibo ogni 2-4 anni. In ogni questionario alimentare, ai partecipanti è stato chiesto di valutare la frequenza di consumo delle noci in porzioni da 28g (un'oncia). Un piccolo pacchetto tipico di arachidi di un distributore automatico ne contiene un'oncia.


Sono stati usati metodi di analisi dei dati sofisticati per escludere altri fattori che possono dare benefici sulla mortalità. Ad esempio i ricercatori hanno scoperto che le persone che mangiavano più frutta a guscio erano più magre, meno propense a fumare, e più propense a fare esercizio, a utilizzare integratori multivitaminici, a consumare più frutta e verdura, e a bere più alcol. Tuttavia, l'analisi è stata in grado di isolare l'associazione tra noci e mortalità indipendentemente da questi altri fattori.


"In tutte queste analisi, più sono le noci che le persone mangiavano, meno probabilità avevano di morire durante il periodo di follow-up di 30 anni", ha spiegato Ying Bao, MD, ScD, del Brigham and Women's Hospital, primo autore dello studio. Coloro che mangiavano le noci meno di una volta alla settimana avevano una riduzione del sette per cento della mortalità, se era una volta alla settimana, una riduzione dell' 11 per cento; se 2-4 volte alla settimana, una riduzione del 13 per cento; se 5-6 volte alla settimana, una riduzione del 15 per cento, e se sette o più volte alla settimana, una riduzione del 20 per cento nel tasso di mortalità.


Gli autori fanno notare che questo grande studio non può dimostrare definitivamente la relazione tra causa ed effetto; e tuttavia i risultati sono molto coerenti con "un grande insieme di dati osservazionali e esperimenti clinici esistenti che supportano i benefici per la salute provenienti dal consumo di noci su molte malattie croniche". In effetti, sulla base di studi precedenti la US Food and Drug Administration ha concluso nel 2003 che mangiare 1,5 once (40/45g) al giorno di frutta a guscio "può ridurre il rischio di malattie cardiache".


Lo studio è finanziato dal National Institutes of Health, e da un assegno di ricerca dell'International Tree Nut Council Nutrition Research & Education Foundation.

 

 

 

 

 


Fonte: Dana-Farber Cancer Institute.

Riferimenti: Ying Bao, Jiali Han, Frank B. Hu, Edward L. Giovannucci, Meir J. Stampfer, Walter C. Willett, Charles S. Fuchs. Association of Nut Consumption with Total and Cause-Specific Mortality. New England Journal of Medicine, 2013; 369 (21): 2001 DOI: 10.1056/NEJMoa1307352

Pubblicato in dana-faber.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)