Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperta origine della mutazione di un gene di Alzheimer

L'età e l'origine della mutazione genica E280A, responsabile dell'Alzheimer ad esordio precoce in una famiglia colombiana con un incidenza insolitamente alta della malattia, è stata fatta risalire a un singolo fondatore vissuto nel 16° secolo in Spagna.


Lo studio, pubblicato sulla rivista Alzheimer's & Dementia, è stato condotto da Kenneth S. Kosik, Professore Harriman di Neuroscienze alla University of California di Santa Barbara e condirettore del Neuroscience Research Institute (NRI) del campus.


"Alcune mutazioni aumentano solo il rischio, ma questa mutazione non è un rischio", ha detto Kosik. "Questa mutazione è molto penetrante, il che significa che se si è portatori della mutazione, è sicuro che si contrarrà l'Alzheimer ad esordio precoce".


Il team di Kosik ha sequenziato i genomi di più di 100 membri della famiglia e ha applicato l'analisi identità-per-discesa per identificare le regioni dei progenitori comuni. Il DNA viene ereditato da entrambi i genitori e ricombinato in blocchi. Da questi pezzi, gli scienziati possono identificare quale genitore - e a volte quale nonno o bisnonno - è la fonte del DNA. Col passare del tempo, sezioni di DNA si ricombinano in segmenti sempre più piccoli, ognuno dei quali rappresenta la storia della sua ascendenza.


Si è parlato di sequenziamento del genoma perché i ricercatori sapevano che, mentre la maggior parte dei membri della famiglia con la mutazione sviluppano l'Alzheimer ad insorgenza precoce a 45 anni, c'è un piccolo numero di persone isolate. "Alcune persone hanno avuto la malattia 10 anni più tardi, un paio dieci anni prima e ci siamo chiesti se ci fosse un gene che protegge coloro che acquisiscono la malattia più tardi", ha spiegato Kosik. "Questo gene protettivo, anche se questa mutazione esiste solo in questo famiglia colombiana, potrebbe essere utile a tutti noi. Quella ricerca è ancora in corso".


Dal sequenziamento del genoma è nata l'idea di determinare dove ha origine la mutazione del gene. Oltre all'analisi del DNA, i ricercatori hanno condotto interviste con gli individui sani più vecchi di ogni famiglia colpita e hanno parlato a genealogisti e storici della regione Antiochiana della Colombia. Francisco Lopera, co-autore, ha esaminato libri storici e genealogici locali, testamenti e documenti ecclesiastici risalenti al lontano 1540.


Quando gli scienziati hanno esaminato i modelli di DNA intorno al sito mutato del gene, hanno trovato i marcatori della penisola iberica. Hanno stimato che l'età e l'origine geografica del E280A siano coerenti con un unico fondatore risalente al tempo dei conquistadores spagnoli che hanno cominciato a colonizzare la Colombia nei primi anni del 16° secolo.


"Questo non ha grandi implicazioni mediche, ma dimostra che la genetica è uno strumento molto potente e può essere utilizzato per ricostruire la storia"
, ha detto Kosik. "Quello che abbiamo fatto qui potrebbe essere chiamata 'neuroarcheologia' ". Il lavoro è stato finanziato dal National Institutes of Health, dalla Errett Fisher Foundation e dal programma Colciencias dell'Institute for Systems Biology dell'Università di Lussemburgo.

 

 

 

 

 


Fonte: University of California - Santa Barbara.

Riferimenti: Matthew A. Lalli, Hannah C. Cox, Mary L. Arcila, Liliana Cadavid, Sonia Moreno, Gloria Garcia, Lucia Madrigal, Eric M. Reiman, Mauricio Arcos-Burgos, Gabriel Bedoya, Mary E. Brunkow, Gustavo Glusman, Jared C. Roach, Leroy Hood, Kenneth S. Kosik, Francisco Lopera. Origin of the PSEN1 E280A mutation causing early-onset Alzheimer's disease. Alzheimer's & Dementia, 2013; DOI: 10.1016/j.jalz.2013.09.005

Pubblicato da Julie Cohen in news.ucsb.edu (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)