Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quando è successo? Il cervello registra i ricordi con il tempo relativo

Prima di uscire di casa stamattina ho lasciato il gatto fuori e ho fatto partire la lavastoviglie. O era ieri?


Molto spesso, i nostri ricordi devono distinguere non solo quello che è successo e dove, ma anche «quando» si è verificato un evento, e quale è stato prima e quale dopo.


Una nuova ricerca del Center for Neuroscience della University of California di Davis dimostra che una parte del cervello chiamata ippocampo memorizza i ricordi nel loro «contesto temporale»: cosa è successo prima, e ciò che è avvenuto dopo.


"Abbiamo bisogno di ricordare non solo cosa è successo, ma anche quando"
, ha detto lo studente laureato Liang-Tien (Frank) Hsieh, primo autore dello studio pubblicato il 5 marzo nella rivista Neuron. L'ippocampo è ritenuto coinvolto nella formazione dei ricordi. Ma non è chiaro se l'ippocampo memorizza le rappresentazioni di oggetti specifici, o se li rappresenta nel contesto.


Hsieh e Charan Ranganath, professore del Dipartimento di Psicologia e del Centro di Neuroscienze, hanno esaminato l'attività dell'ippocampo legata a particolari ricordi. In primo luogo, è stata mostrata a dei volontari una serie di immagini di animali e oggetti. Poi hanno eseguito scansioni del cervello dei volontari, mentre mostravano loro ancora la stessa serie, con domande del tipo: "è vivo?" o "questo genera calore?".


Le domande spingevano i volontari a cercare le informazioni nei ricordi. Dalle scansioni cerebrali dell'ippocampo, fatte mentre i volontari rispondevano alle domande, Hsieh e Ranganath sono riusciti ad identificare gli schemi di attività specifici per ogni immagine. Quando le immagini sono state mostrate nella stessa sequenza precedente, i volontari riuscivano ad anticipare l'immagine successiva, preparandosi ad una risposta più veloce. Ma quando hanno mostrato ai volontari le stesse immagini in una sequenza diversa, hanno ottenuto modelli di attività diversi.


In altre parole, la codifica della memoria nell'ippocampo dipendeva dal suo contesto, non solo dai contenuti. "Si scopre che quando si vede l'immagine fuori sequenza, il modello scompare", ha detto Ranganath. "Per l'ippocampo è cruciale il contesto, non il contenuto, ed è abbastanza unico il modo in cui estrae insieme le cose". Altre parti del cervello immagazzinano i ricordi di oggetti che sono indipendenti dal loro contesto, secondo Ranganath.


E conclude: "Per i pazienti con disturbi di memoria questo è un grosso problema. Non è solo qualcosa utile a comprendere la memoria sana, ma ci permette di capire e di intervenire in caso di problemi di memoria".


Hanno collaborato Matthias Gruber e Lucas Jenkins, entrambi del Center for Neuroscience della UC Davis. Il lavoro è stato in parte finanziato dal National Institutes of Health, da una borsa di studio della Guggenheim Foundation a Ranganath, e da una borsa di studio dell'Howard Hughes Medical Institute assegnata a Hsieh.

 

 

 

 

 


FonteUniversity of California - Davis  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Liang-Tien Hsieh, Matthias J. Gruber, Lucas J. Jenkins, Charan Ranganath. Hippocampal Activity Patterns Carry Information about Objects in Temporal Context. Neuron, 2014; 81 (5): 1165 DOI: 10.1016/j.neuron.2014.01.015

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.