Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Riconfermato che la proteina Cloto protegge dall'Alzheimer

Ricercatori della Boston University potrebbero aver trovato un modo per ritardare o anche prevenire l'Alzheimer (AD).


Essi hanno scoperto che il pretrattamento dei neuroni con la proteina anti-invecchiamento Cloto (Klotho in inglese) può prevenire la morte neuronale in presenza della proteina amiloide e del glutammato tossici. Questi risultati compaiono attualmente nel Journal of Biological Chemistry.


L'Alzheimer è la demenza legata all'età più frequente che colpisce 5,4 milioni di americani, compreso il 13 per cento delle persone over-65 ed oltre il 40 per cento degli over-85. Nell'AD il declino cognitivo e la demenza sono il risultato dalla morte delle cellule nervose che sono coinvolte nell'apprendimento e nella memoria. La proteina amiloide e l'eccesso del neurotrasmettitore glutammato sono in parte responsabili della morte neuronale.


Le cellule nervose sono state coltivate in piastre di Petri e trattate con o senza Cloto per quattro ore. Sono stati poi aggiunti amiloide o glutammato al piatto per 24 ore. Nei piatti dove c'era Cloto, è sopravvissuta una percentuale maggiore di neuroni rispetto ai piatti senza Cloto.


"Trovare un agente neuroprotettivo che protegge le cellule nervose dall'amiloide che si accumula con l'età nel cervello è nuovo e di grande importanza", ha spiegato l'autrice corrispondente Carmela R. Abraham, PhD, professoressa di biochimica e farmacologia alla School of Medicine della BU. "Ora abbiamo la prova che quando è presente più Cloto nel cervello, essa protegge i neuroni dallo stress ossidativo indotto dall'amiloide e dal glutammato".


Secondo i ricercatori, la Cloto è una grande proteina che non può penetrare oltre la barriera ematoencefalica e quindi non può essere somministrata per via orale o per iniezione. Tuttavia, in uno studio separato i ricercatori hanno identificato le piccole molecole che possono entrare nel cervello e aumentare i livelli di Cloto.


"Crediamo che aumentare i livelli di Cloto con tali composti potrebbe migliorare il risultato per i malati di Alzheimer e, se fatto abbastanza presto, potrebbe impedire un ulteriore deterioramento. Questo trattamento potenziale ha implicazioni per altre malattie neurodegenerative come il Parkinson, la corea di Huntington, la SLA e i traumi cerebrali"
, ha aggiunto la Abraham.

 

*******
Il finanziamento per questo studio è stato fornito dall'Alzheimer's Drug Discovery Foundation.

 

 

 

 


FonteBoston University Medical Center  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  E. Zeldich, C.-D. Chen, T. A. Colvin, E. A. Bove-Fenderson, J. Liang, T. B. Tucker Zhou, D. A. Harris, C. R. Abraham. The Neuroprotective Effect of Klotho is Mediated via Regulation of Members of the Redox System. Journal of Biological Chemistry, 2014; DOI: 10.1074/jbc.M114.567321

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.