Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Biologi ritardano il processo di invecchiamento via 'telecomando'

Biologi della University of California di Los Angeles (UCLA) hanno identificato un gene che può rallentare il processo di invecchiamento in tutto il corpo, quando attivato in remoto nei sistemi di organi cruciali.


Lavorando con i moscerini della frutta, gli scienziati della vita hanno attivato un gene chiamato AMPK che è un sensore chiave dell'energia nelle cellule; si attiva quando i livelli di energia cellulare sono bassi. Aumentando la quantità di AMPK nell'intestino dei moscerini della frutta, si aumenta la loro durata di vita di circa il 30 per cento - dalle 6 settimane tipiche a circa 8 - ed i moscerini restano pure più sani, più a lungo.


La ricerca, pubblicata il 4 settembre nella rivista ad accesso libero Cell Reports, potrebbe avere importanti implicazioni per ritardare l'invecchiamento e le malattie negli esseri umani, ha dichiarato David Walker, professore associato di biologia integrativa e fisiologia all'UCLA e autore senior della ricerca. "Abbiamo dimostrato che quando attiviamo il gene nell'intestino o nel sistema nervoso, vediamo che rallenta il processo di invecchiamento, oltre al sistema di organo in cui si attiva il gene", ha detto Walker.


Walker ha detto che i risultati sono importanti perché, allungando la vita in salute degli esseri umani, potremmo presumibilmente proteggere molti dei sistemi di organi del corpo dai danni dell'invecchiamento; ma potrebbe rivelarsi tecnicamente difficile inviare i trattamenti anti-invecchiamento nel cervello o in altri organi cruciali. Lo studio suggerisce che attivando l'AMPK in un organo più accessibile, come l'intestino per esempio, potrebbe finire con rallentare il processo di invecchiamento in tutto il corpo, compreso il cervello.


Gli esseri umani hanno AMPK, ma di solito non è attivo ad un livello elevato, ha detto Walker. "Invece di studiare le malattie dell'invecchiamento - Parkinson, Alzheimer, cancro, ictus, malattie cardiovascolari, diabete - una per una, crediamo che potrebbe essere possibile intervenire nel processo di invecchiamento e ritardare l'insorgenza di molte di queste malattie", ha dichiarato Walker, membro dell'Istituto di Biologia Molecolare dell'UCLA. "Non ci siamo ancora arrivati, e potrebbe richiedere, naturalmente, molti anni, ma questo è il nostro obiettivo e pensiamo che sia realistico. Lo scopo ultimo della nostra ricerca è promuovere un invecchiamento sano nelle persone".


Il moscerino della frutta (Drosophila melanogaster) è un buon modello per studiare l'invecchiamento negli esseri umani, perché gli scienziati hanno identificato tutti i geni del moscerino della frutta e sanno come accendere e spegnere i singoli geni. I biologi ne hanno studiato circa 100.000 nel corso dello studio.


L'autore principale Matthew Ulgherait, che ha condotto la ricerca nel laboratorio di Walker come studente di dottorato, si è concentrato su un processo cellulare chiamato autofagia, che permette alle cellule di degradare ed eliminare i componenti cellulari vecchi e danneggiati. Sbarazzandosi di questa «spazzatura cellulare", prima che danneggi le cellule, l'autofagia protegge dall'invecchiamento, e l'AMPK ha dimostrato in precedenza di riuscire ad attivare questo processo.


Ulgherait ha studiato se l'attivazione dell'AMPK nei moscerini porta all'autofagia ad una velocità maggiore del solito. "Una scoperta davvero interessante è stato quando Matt ha attivato l'AMPK nel sistema nervoso, ed ha avuto la prova di un aumento dei livelli di autofagia non solo nel cervello, ma anche nell'intestino", ha detto Walker, che è docente all'UCLA College. "E viceversa: l'attivazione dell'AMPK nell'intestino ha prodotto un aumento dei livelli di autofagia nel cervello - e forse anche altrove".


Molte malattie neurodegenerative, comprese l'Alzheimer e il Parkinson, sono associate all'accumulo di aggregati proteici, un tipo di rifiuti cellulari, nel cervello, conferma Walker. "Matt è andato oltre la correlazione e ha stabilito la causalità", ha detto. "Egli ha dimostrato che l'attivazione dell'autofagia era sia necessario che sufficiente per vedere gli effetti anti-invecchiamento; e che poteva bypassare l'AMPK e puntare direttamente l'autofagia".


Walker ha detto che l'AMPK è ritenuto un obiettivo chiave della metformina, un farmaco usato per trattare il diabete di tipo 2, e che la metformina attiva l'AMPK.


La ricerca è stata finanziata dal National Institute on Aging dei National Institutes of Health. Ulgherait ha ricevuto sostegno finanziario dal Ruth L. Kirschstein National Research Service e dall'Eureka and Hyde fellowships del dipartimento di biologia integrativa e fisiologia dell'UCLA. Hanno collaborato Anil Rana, studioso post-dottorato nel laboratorio di Walker; Michael Rera, ex studioso di postdottorato UCLA del laboratorio di Walker; e Jacqueline Graniel, che ha partecipato alla ricerca come laureanda UCLA.


In una ricerca pubblicata lo scorso anno, Walker ed i suoi colleghi hanno identificato un altro gene, chiamato Parkin, che ritarda l'insorgenza dell'invecchiamento ed estende la durata della vita in buona salute dei moscerini della frutta.

 

 

 

 

 


Fonte: Stuart Wolpert in University of California - Los Angeles  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Matthew Ulgherait, Anil Rana, Michael Rera, Jacqueline Graniel, David W. Walker. AMPK Modulates Tissue and Organismal Aging in a Non-Cell-Autonomous Manner. Cell Reports, 2014; DOI: 10.1016/j.celrep.2014.08.006

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.