Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


E' possibile aumentare la quantità di ricordi da memorizzare?

E' possibile modificare la quantità di informazioni che il cervello può memorizzare?


Forse, secondo un nuovo studio internazionale guidato dall'Istituto di Ricerca del Centro Sanitario della McGill University (RI-MUHC).


La ricerca ha identificato una molecola che mette un freno alla elaborazione del cervello che, quando viene rimossa, migliora la funzione del cervello e il richiamo dei ricordi.


Lo studio, pubblicato sull'ultimo numero di Cell Reports, ha implicazioni per le malattie del neurosviluppo e quelle  neurodegenerative, come i disturbi dello spettro dell'autismo e l'Alzheimer.


"Ricerche precedenti avevano dimostrato che è necessaria la produzione di nuove molecole per memorizzare i ricordi nel cervello; se si blocca la produzione di queste molecole, non ha luogo la formazione di nuova memoria", dice il dottor Keith Murai, neuroscienziato del RI-MUHC, autore senior dello studio e professore associato al Dipartimento di Neurologia e Neurochirurgia della McGill University. "I nostri risultati dimostrano che il cervello ha una proteina chiave che limita la produzione di molecole necessarie per la formazione della memoria. Quando si sopprime questo freno proteico, il cervello è in grado di memorizzare più informazioni".

 

FXR1P: controllore di certe forme di memoria

Il Dr. Murai e i colleghi hanno utilizzato un modello di topo per studiare come i cambiamenti nelle connessioni delle cellule cerebrali generano nuovi ricordi. Essi hanno dimostrato che la proteina FXR1P (Fragile X Related Protein 1) è responsabile della soppressione della produzione di molecole necessarie per la formazione di nuovi ricordi. Quando la FXR1P è stata selettivamente rimossa da alcune parti del cervello, sono state prodotte nuove molecole che hanno rafforzato le connessioni tra le cellule cerebrali, e questo si correla al miglioramento della memoria e del richiamo nei topi.

 

Connessione alla malattia

"Il ruolo della FXR1P è un risultato sorprendente", dice il Dott Murai. "Prima di questo nostro lavoro nessuno aveva identificato il ruolo di questo regolatore nel cervello. I nostri risultati ci danno conoscenze fondamentali sul modo in cui il cervello elabora le informazioni. Abbiamo identificato un nuovo percorso che regola direttamente la gestione delle informazioni e questo potrebbe avere rilevanza per la comprensione e il trattamento delle malattie del cervello".


"Le prossime ricerche in questo settore potrebbero essere molto interessanti", aggiunge. "Se riusciremo ad identificare i composti che controllano il potenziale frenante della FXR1P, potremmo modificare l'attività e la plasticità del cervello. Ad esempio nell'autismo si potrebbe diminuire certa attività cerebrale, mentre nell'Alzheimer si può decidere di aumentarla. Manipolando la FXR1P, potremmo finalmente regolare la formazione e il recupero della memoria, migliorando così la qualità della vita delle persone affette da malattie del cervello"

 

*******
Questa ricerca è stata resa possibile dal finanziamento del Canadian Institutes of Health Research (CIHR), dal Natural Sciences and Engineering Research Council of Canada e dai National Institutes of Health (USA).

 

 

 

 

 


FonteMcGill University  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Denise Cook, Erin Nuro, Emma V. Jones, Haider F. Altimimi, W. Todd Farmer, Valentina Gandin, Edith Hanna, Ruiting Zong, Alessandro Barbon, David L. Nelson, Ivan Topisirovic, Joseph Rochford, David Stellwagen, Jean-Claude Béïque, Keith K. Murai. FXR1P Limits Long-Term Memory, Long-Lasting Synaptic Potentiation, and De Novo GluA2 Translation. Cell Reports, 2014 DOI: 10.1016/j.celrep.2014.10.028

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.