Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nell'Alzheimer le cellule nervose (neuroni) hanno una forma diversa

Uno studio dimostra l'interdipendenza tra la struttura e la funzionalità dei neuroni.

Nell'Alzheimer le cellule nervose (neuroni) hanno una forma diversaLe cellule nervose comunicano tra loro tramite intricate proiezioni. Nelle malattie del cervello, come l'Alzheimer, queste estensioni si atrofizzano, provocando problemi di connettività. (Fonte: DZNE / Detlef Friedrichs)

Nelle malattie del cervello, come l'Alzheimer e il Parkinson, i neuroni non riescono a comunicare correttamente tra loro. Dei ricercatori del Centro Tedesco per le Malattie Neurodegenerative (DZNE) di Bonn riferiscono ora sulla rivista Neuron che questi problemi di connettività possono essere attribuiti ad alterazioni nella struttura delle cellule nervose.


Per il loro studio, gli scienziati hanno studiato le cellule nervose malate con metodi ad alta precisione e hanno poi simulato le loro proprietà elettriche al computer. Secondo loro, una strategia innovativa per il trattamento di queste malattie neurodegenerative potrebbe essere costituita da interventi medici che conservano l'integrità strutturale dei neuroni.


All'interno del cervello, le cellule nervose, che sono anche chiamate «neuroni», si intrecciano in reti, e si trasmettono i segnali a vicenda. Perciò i neuroni formano delle ramificazioni intricate che consentano loro di trasmettere stimoli elettrici e di sincronizzare la loro attività.


"Tuttavia nell'Alzheimer, nel Parkinson e in altre malattie del cervello, le cellule nervose tendono ad atrofizzarsi. Questo è un sintomo tipico dei processi neurodegenerativi", spiega il professor Stefan Remy, che guida un gruppo di ricerca nel sito di Bonn del DZNE e lavora anche per il Dipartimento di Epilettologia dell'Ospedale Universitario di Bonn. "In generale, le cellule malate sono più piccole e con un numero minore di estensioni rispetto alle cellule sane".

 

Problemi di comunicazione

Sappiamo anche che la trasmissione del segnale tra neuroni è disturbata. Le cellule nervose sono iper-eccitabili. Come risultato sparano impulsi elettrici in una successione che potrebbe essere descritta bene come frenetica. "Questa attività ricorda un pò l'attività epilettica. Tuttavia fino ad oggi non era chiaro il legame tra i cambiamenti nella morfologia cellulare e la funzione anormale", osserva Remy. "Abbiamo scoperto che quando cambia la forma c'è un impatto diretto sulle proprietà elettriche della cellula. E' proprio come in un cavo di alimentazione elettrica: un cavo sottile e breve ha proprietà elettriche diverse da un cavo spesso e lungo. Siamo riusciti a dimostrare che l'ipereccitabilità può essere spiegata da cambiamenti nella struttura dei neuroni".


Il neuroscienziato sottolinea che questo risultato non esclude altri fattori, quali le alterazioni del metabolismo cellulare. "Tuttavia, i nostri risultati dimostrano che disfunzione e forma dei neuroni sono strettamente connesse. Fino ad ora non si sapeva di questo rapporto".

 

Misurazioni precise e simulazioni al computer

Per il loro studio, gli scienziati hanno combinato le ricerche sperimentali con delle simulazioni al computer. Inizialmente, hanno esaminato l'attività elettrica di singoli neuroni così come quella di gruppi più grandi di cellule. A tal fine, hanno studiato i topi, il cui cervello ha caratteristiche tipiche dell'Alzheimer. Inoltre, usando tecniche di microscopia ad alta definizione, gli scienziati hanno determinato le dimensioni delle cellule nervose sane e di quelle malate.


Sulla base di questi dati strutturali, la squadra di Remy ha creato un modello tridimensionale di un singolo neurone e ne hanno calcolato le proprietà elettriche. In questo modo i ricercatori hanno potuto collegare la disfunzione cellulare ai cambiamenti nella morfologia cellulare.

 

Un effetto generale

"Il nostro studio si è concentrato sull'Alzheimer. Tuttavia, le alterazioni nella morfologia delle cellule sono tipiche di tutte le malattie neurodegenerative. Di conseguenza, ipotizziamo che le disfunzioni nella comunicazione cellulare presenti in altre patologie del cervello siano anche una conseguenza dei mutamenti strutturali. Riteniamo che questo sia un effetto generale condiviso da diverse malattie".


Secondo il parere del ricercatore di Bonn, questi risultati gettano nuova luce sulle caratteristiche patologiche. E potrebbero infine contribuire anche alle opzioni di trattamento.


"I nostri risultati indicano che se si protegge la struttura delle cellule nervose, si proteggono anche le loro funzioni. Dei medicinali che puntano in particolare a salvaguardare la forma dei neuroni potrebbero avere potenzialmente un impatto positivo sulla progressione della malattia. La morfologia cellulare sarebbe un nuovo approccio per la terapia", dice Remy. "Inoltre, il nostro modello di computer potrebbe rivelarsi utile per studiare gli effetti di queste opzioni di trattamento e per prevedere il loro esito".

 

 

 

 

 

FonteDZNE - German Center for Neurodegenerative Diseases (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Zuzana Šišková, Daniel Justus, Hiroshi Kaneko, Detlef Friedrichs, Niklas Henneberg, Tatjana Beutel, Julika Pitsch, Susanne Schoch, Albert Becker, Heinz von der Kammer, Stefan Remy. Dendritic Structural Degeneration Is Functionally Linked to Cellular Hyperexcitability in a Mouse Model of Alzheimer’s Disease. Neuron, 2014; DOI: 10.1016/j.neuron.2014.10.024

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)