Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Qual'è il legame tra i deficit di memoria e l'orologio circadiano?

Interrompendo i ritmi circadiani dei criceti siberiani, gli scienziati della Stanford University hanno identificato una parte del cervello che, quando fallisce, inibisce la memoria. Il lavoro potrebbe portare a terapie per le malattie neurodegenerative nell'uomo.

Qual è il legame tra i deficit di memoria e l'orologio circadiano?Un criceto siberiano partecipa a un test di memoria sul ruolo dei ritmi circadiani nella perdita di memoria. (Foto: Norman Ruby)Chiunque abbia lottato con la nebbia nel cervello durante la regolazione dell'ora legale conosce di bene come un orologio circadiano non sincronizzato possa alterare le funzioni cerebrali.


Ora, manipolando gli orologi circadiani di criceti siberiani, gli scienziati della Stanford University potrebbero aver identificato una struttura cerebrale che sconvolge la memoria quando i ritmi circadiani si rompono, come spesso accade nei pazienti con malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer.


"Quello che siamo stati in grado di dimostrare è che la parte del cervello che sappiamo contenere l'orologio circadiano e il nucleo soprachiasmatico (SCN), ha anche un ruolo importante nell'apprendimento e nella memoria", ha detto Norman Ruby, un ricercatore senior di biologia alla Stanford e autore dello studio. "Quando questo orologio non funziona bene, appaiono i deficit di memoria".


E' importante notare che i ricercatori hanno scoperto che un orologio rotto danneggia la memoria, ma quando hanno rimosso chirurgicamente il SCN dai criceti, le loro capacità di memoria sono ritornate a pieno regime, creando la possibilità di nuove terapie.


Ruby e suoi colleghi hanno progettato un elegante esperimento concentrato sul ruolo del SCN nella memoria. Per cominciare hanno addestrato criceti siberiani in un compito standard di apprendimento e memoria, che implicava familiarizzare con due oggetti e poi, qualche tempo dopo, cambiarne uno per vedere se i roditori lo notavano. Nel complesso, gli animali eccellevano nel test.


Una volta che gli animali avevano capito il compito, i ricercatori li hanno esposti alla luce a intervalli irregolari, per mettere fuori fase i loro ritmi circadiani. I criceti aritmici sono stati poi sottoposti allo stesso compito di memoria, e hanno fallito miseramente.


Successivamente, i ricercatori hanno rimosso chirurgicamente l'SCN da ogni criceto, eliminandolo sostanzialmente dal circuito di memoria, e hanno sottoposto gli animali allo stesso test di memoria per la terza volta. Anche se i ritmi circadiani degli animali erano ancora fuori sincronizzazione, gli animali sono riusciti a completare il test come all'inizio dell'esperimento.


La ragione di questo funzionamento non è chiara del tutto, ha detto Ruby, ma questo esperimento dimostra che, quando un SCN aritmico fa cilecca, esso inibisce cronicamente l'apprendimento e la memoria.


Le persone anziane con deficit neurodegenerativi di memoria spesso si lamentano della carenza di sonno, che può essere associata ad una temporizzazione circadiana indebolita. Un tempo questi sintomi erano considerati una coincidenza, ha detto Ruby, ma di recente gli scienziati hanno iniziato a collegarli, e hanno cercato di trattare i disturbi della memoria correggendo l'orologio circadiano.


Questi approcci si sono dimostrati complessi e non sempre di facile attuazione, secondo Ruby. Il nuovo lavoro suggerisce che invece di riparare i sistemi responsabili del malfunzionamento del SCN, potrebbe essere più produttivo rimuoverlo semplicemente dall'equazione.


"Più indago, più l'idea di spegnere il SCN (per ripristinare la capacità di memoria nell'uomo) sembra provocatoria e forse fattibile"
, Ruby ha detto. "Se si sta trattando un cervello neurodegenerativo, invece di correggere l'orologio circadiano, potrebbe essere più facile spegnere farmacologicamente l'SCN. Sono molto entusiasta di poter esplorare questo nuovo obiettivo come trattamento di alcuni tipi di disturbi della memoria adulta".

 

*****
La ricerca, pubblicata sull'ultimo numero di Science, ha come co-autori Fabian Fernandez, che ha condotto il lavoro mentre acquisiva il suo dottorato di ricerca in neuroscienze alla Stanford ed il professore di biologia H. Craig Heller. Quattro ex studenti di Ruby (Derek Lu, Phong Ha, Patricia Costacurta e Renee Chavez) hanno contribuito al lavoro e sono anche menzionati come co-autori.

 

 

 

 

 


Fonte:  Bjorn Carey in Stanford University  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  F. Fernandez, D. Lu, P. Ha, P. Costacurta, R. Chavez, H. C. Heller, N. F. Ruby. Dysrhythmia in the suprachiasmatic nucleus inhibits memory processing. Science, 2014; 346 (6211): 854 DOI: 10.1126/science.1259652

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.