Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sviluppati anticorpi per trattare le lesioni cerebrali traumatiche e prevenire la neurodegenerazione

Un nuovo studio condotto da ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) ci fornisce la prima prova diretta del collegamento tra trauma cranico (TBI), Alzheimer e encefalopatia traumatica cronica (CTE), e delinea la possibilità di un intervento precoce per prevenire lo sviluppo di queste malattie neurodegenerative debilitanti.


La TBI può derivare da lesioni provocate da ripetuti contatti sportivi o da esposizione a scoppi militari, ed è uno dei più importanti fattori di rischio sia per l'Alzheimer che per la CTE.


In uno studio pubblicato ieri 15 Luglio 2015 nell'edizione online della rivista Nature, dei ricercatori hanno scoperto che a sole 12 ore dal trauma cranico può svilupparsi una isoforma malformata della proteina tau, mettendo in moto un percorso distruttivo di eventi che può portare ad una diffusa neurodegenerazione.


E' importante notare che i ricercatori hanno messo a punto un anticorpo potente in grado di rilevare e distruggere selettivamente questa proteina altamente tossica.


Il co-autore senior Kun Ping Lu MD/PhD, Direttore della Divisione di Terapia Traslazionale del Dipartimento di Medicina del BIDMC e Professore di Medicina alla Harvard Medical School (HMS) ha detto:

"La TBI è una delle principali cause di morte e disabilità nei bambini e nei giovani adulti e colpisce anche circa il 20 per cento dei più di due milioni di soldati che sono stati schierati in Iraq e in Afghanistan.

Il nostro studio dimostra che un processo neurodegenerativo precoce indotto dalla proteina tau tossica può iniziare poche ore dopo una lesione cerebrale traumatica. Sia nei modelli cellulari di stress che nei topi modelli di TBI da sport e scoppio, la produzione di questa proteina patogena, chiamata «cis P-tau», interrompe il normale funzionamento neurologico, si diffonde ad altri neuroni e conduce ad una diffusa morte neuronale.

Abbiamo sviluppato un anticorpo monoclonale potente che può prevenire l'insorgenza di una diffusa neurodegenerazione, identificando e neutralizzando questa proteina tossica e ripristinando le capacità strutturali e funzionali dei neuroni".


L'Alzheimer è la forma più comune di demenza negli anziani e attualmente colpisce più di 5 milioni di americani e 30 milioni di persone in tutto il mondo. L'encefalopatia traumatica cronica è una malattia degenerativa del cervello associata ad una serie di sintomi neurologici, tra cui l'assunzione di rischi, l'aggressività e la depressione. La CTE può portare anche alla demenza progressiva.


Ricerche precedenti avevano dimostrato che la fosforilazione anormale della proteina tau sottende l'Alzheimer e altre malattie neurodegenerative. Negli ultimi anni, il laboratorio di Lu ha scoperto che la tau esiste in due isoforme: una funzionante e una che causa malattie.


"La proteina tau sana si trova nel cervello e serve per assemblare e supportare i microtubuli, i 'sistemi di scaffalatura' che danno ai neuroni la loro forma unica e sono parte integrante della memoria e del normale funzionamento del cervello", ha spiegato Lu. Ma nell'Alzheimer, nella CTE e in altre malattie neurodegenerative, chiamate collettivamente taupatie, la tau si aggroviglia e diventa incapace di funzionare correttamente.


"Recenti studi sulla CTE nel cervello di pugili, giocatori di football americano e veterani esposti a scoppi, hanno identificato vasti grovigli neurofibrillari tau", ha detto. "Ma, poiché questi grovigli non venivano rilevati fino a mesi o, più probabilmente, ad anni dopo una TBI, non si sapeva se la taupatia fosse una causa o una conseguenza della malattia neurodegenerativa legata alla TBI. Ora abbiamo dimostrato che è una causa di queste malattie".

[...]

 

 

 


Fonte: Beth Israel Deaconess (> English text) -Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Asami Kondo, Koorosh Shahpasand, Rebekah Mannix, Jianhua Qiu, Juliet Moncaster, Chun-Hau Chen, Yandan Yao, Yu-Min Lin, Jane A. Driver, Yan Sun, Shuo Wei, Man-Li Luo, Onder Albayram, Pengyu Huang, Alexander Rotenberg, Akihide Ryo, Lee E. Goldstein, Alvaro Pascual-Leone, Ann C. McKee, William Meehan, Xiao Zhen Zhou, Kun Ping Lu. Antibody against early driver of neurodegeneration cis P-tau blocks brain injury and tauopathy. Nature, 2015; DOI: 10.1038/nature14658

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)