Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'Alzheimer non è complesso a sufficienza: trovato altro componente ignorato da 30 anni

L'Alzheimer non è complesso a sufficienza: trovato nuovo componente ignorato da 30 anniUn team guidato da Christian Haass (nella foto) ha identificato un nuovo peptide che ha un ruolo nell'Alzheimer: l'amiloide-eta, trascurato in precedenza, interferisce con la funzione neuronale e può opporsi all'amiloide-beta, una scoperta che ha implicazioni negli studi clinici in corso.


L'Alzheimer è associato con la comparsa di caratteristici aggregati proteici neurotossici in diverse aree del cervello.


L'analisi chimica di questi depositi insolubili rivela che sono costituiti da una famiglia di frammenti proteici brevi, chiamati peptidi amiloide-beta, che l'azione sequenziale di due enzimi fa derivare ​​da una proteina precursore chiamata APP.


Un team internazionale di ricercatori guidato da Christian Haass (professore di Biochimica Metabolica alla LMU e presidente del Centro tedesco per le malattie neurodegenerative di Monaco) e il Dr. Michael Willem (della LMU) ha fatto ora una scoperta che estende questa immagine della patogenesi dell'Alzheimer, ed ha potenzialmente implicazioni di vasta portata sulla comprensione della malattia: "Esiste una seconda modalità di scissione dell'APP, che comporta una scissione finora sconosciuta e che genera un peptide alternativo", dice Christian Haass.


I suoi scopritori hanno riferito il frammento proteico di nuova caratterizzazione alla lettera greca eta, battezzandolo 'amiloide-η'. "Il percorso di elaborazione che lo produce è stato trascurato per 30 anni. Questo perché gli investigatori, compreso me stesso, si sono concentrati sul chiarimento delle origini dell'amiloide-beta e sui tentativi di curare l'Alzheimer, inibendo la produzione di questo peptide", spiega Haass. Il documento che descrive la creazione dell'amiloide-η appare nel nuovo numero della rivista Nature.

 

Un'interazione finora sconosciuta

In collaborazione con la Dott.ssa Hélène Marie, neurobiologa dell'IPMC-CNRS di Valbonne in Francia, e con i colleghi locali della Technical University di Monaco di Baviera (TUM), del Synergy Excellence Cluster (il professor Arthur Konnerth e il Dr. Marc Aurel Busche), i ricercatori della LMU hanno studiato anche gli effetti dell'amiloide-eta sulla funzione delle cellule nervose del cervello.


Sappiamo che l'amiloide-beta rende iperattive le cellule nervose, e ora si scopre che l'amiloide-eta contrasta questo effetto. "Quindi qui abbiamo due piccoli peptidi tagliuzzati dalla stessa proteina precursore, che hanno effetti opposti sull'attività neuronale, e le cui azioni devono di norma essere attentamente bilanciate", spiega Haass.


Questi risultati hanno implicazioni immediate per le sperimentazioni cliniche in corso sugli esseri umani, che puntano tutti l'amiloide-beta. Uno degli esperimenti, per esempio, è stato progettato per accertare se l'inibizione farmacologica della beta-secretasi, l'enzima proteolitico che avvia il rilascio dell'amiloide-beta tossico dall'APP, può ridurre la perdita di memoria dei pazienti con Alzheimer.


Haass, Willem e colleghi hanno confermato che bloccando l'azione della beta-secretasi si riducono realmente i livelli di amiloide-beta. Tuttavia, questo è accompagnato da un forte aumento della quantità di amiloide-eta generata. "Ciò potrebbe comportare un'attenuazione dell'attività neuronale e potrebbe quindi compromettere la funzione del cervello", spiega Haass.


Egli suggerisce pertanto che i ricercatori debbano cercare tutti i segni di effetti collaterali imprevisti negli studi clinici in corso.

 

 

 


Fonte: Ludwig-Maximilians-Universitaet Muenchen (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michael Willem et al. η-Secretase processing of APP inhibits neuronal activity in the hippocampus. Nature, 2015 DOI: 10.1038/nature14864

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.