Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Anticorpo riesce a ridurre le placche cerebrali dell'Alzheimer



Anticorpo riesce a ridurre le placche cerebrali di amiloide dell'AlzheimerNature di Settembre assegna la copertina della rivista a questo studio. (Nature Vol. 537, No. 7618)L'Aducanumab, un anticorpo sviluppato all'Università di Zurigo, ha dimostrato di provocare una riduzione significativa delle placche nocive di amiloide-beta nei pazienti con Alzheimer in stadio precoce.


Questi depositi di proteine ​​nel cervello sono un segno classico della malattia e contribuiscono alla progressiva degenerazione delle cellule cerebrali.


I ricercatori hanno anche dimostrato in uno studio clinico in fase iniziale che, dopo un anno di trattamento con Aducanumab, si è rallentato notevolmente il declino cognitivo nei pazienti trattati con anticorpi, rispetto al gruppo placebo.


Anche se le cause dell'Alzheimer sono ancora sconosciute, è chiaro che la malattia inizia con la deposizione progressiva di amiloide nel cervello delle persone colpite, tra dieci e quindici anni prima della comparsa dei sintomi clinici iniziali, tipo la perdita di memoria.


I ricercatori sono ora riusciti a dimostrare che l'Aducanumab, un anticorpo monoclonale umano, si lega selettivamente alle placche amiloidi del cervello, consentendo in tal modo alle cellule microgliali di rimuoverle.


Il trattamento di un anno con l'anticorpo, nell'ambito di uno studio di fase Ib, ha determinato la rimozione quasi completa delle placche amiloidi del cervello nei pazienti del gruppo di studio. I risultati, che sono stati realizzati dai ricercatori della UZH insieme con la società biotech Biogen e la spin-off Neurimmune della UZH, sono stati pubblicati sulla rinomata rivista scientifica Nature.

 

La riduzione delle placche amiloidi dipende dalla durata del trattamento e dal dosaggio

"I risultati di questo studio clinico ci rendono ottimisti sulla possibilità di fare un grande passo avanti nel trattamento dell'Alzheimer", dice Roger M. Nitsch, professore dell'Istituto di Medicina Rigenerativa della UZH. "L'effetto dell'anticorpo è molto impressionante. E il risultato dipende dalla dose e dalla durata del trattamento". Dopo un anno di trattamento, non è stata rilevata praticamente nessuna placca di amiloide-beta nei pazienti che hanno ricevuto la dose più alta del farmaco.


L'anticorpo è stato sviluppato da Neurimmune con l'aiuto di una piattaforma tecnologica. Con sangue raccolto da persone anziane di età fino a 100 anni, che non mostravano alcun deterioramento cognitivo, i ricercatori hanno isolato proprio quelle cellule immunitarie i cui anticorpi possono identificare le placche tossiche di amiloide-beta, ma non la proteina precursore che è presente in tutto il corpo umano e che presumibilmente ha un ruolo importante nella crescita delle cellule nervose.


Il buon profilo di sicurezza dell'Aducanumab nei pazienti potrebbe essere attribuito alla capacità specifica degli anticorpi di legarsi al frammento della proteina amiloide-beta piegato anormalmente, come pure al fatto che l'anticorpo è di origine umana.

 

Il trattamento sperimentale frena anche il declino cognitivo

Nella sperimentazione clinica di fase 1b sono stati trattati 165 pazienti con Alzheimer di stadio precoce. Anche se non previsto all'inizio come obiettivo primario dello studio, i buoni risultati hanno incoraggiato i ricercatori ad indagare ulteriormente come il trattamento influenza i sintomi della malattia.


Questo è stato valutato mediante questionari standardizzati, per valutare le capacità cognitive e le attività quotidiane dei pazienti. Nitsch riassume così i risultati: "L'Aducanumab ha anche mostrato effetti positivi sui sintomi clinici. Mentre i pazienti nel gruppo placebo hanno mostrato un declino cognitivo significativo, la capacità cognitiva è rimasta nettamente più stabile nei pazienti trattati con l'anticorpo".


Alcuni dei partecipanti alla sperimentazione hanno sofferto di amyloid-related imaging abnormality (ARIA), un effetto negativo che può essere rilevato tramite risonanza magnetica. In una minoranza di casi, questo era accompagnato da temporanei da mal di testa lievi/moderati. I ricercatori della UZH ritengono che ARIA sia un effetto biologico misurabile dell'eliminazione dell'amiloide.


Gli effetti promettenti dell'Aducanumab sono attualmente oggetto di indagine in due grandi studi clinici di fase 3 per valutare ulteriormente la sicurezza e l'efficacia. Coinvolgendo oltre 300 centri in 20 paesi di Nord America, Europa e Asia, questi studi stanno valutando l'efficacia e la sicurezza dell'anticorpo su un totale di 2.700 pazienti con Alzheimer di fase precoce.

 

 

 


Fonte: University of Zurich (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jeff Sevigny, Ping Chiao, Thierry Bussière, Paul H. Weinreb, Leslie Williams, Marcel Maier, Robert Dunstan, Stephen Salloway, Tianle Chen, Yan Ling, John O’Gorman, Fang Qian, Mahin Arastu, Mingwei Li, Sowmya Chollate, Melanie S. Brennan, Omar Quintero-Monzon, Robert H. Scannevin, H. Moore Arnold, Thomas Engber, Kenneth Rhodes, James Ferrero, Yaming Hang, Alvydas Mikulskis, Jan Grimm, Christoph Hock, Roger M. Nitsch, Alfred Sandrock. The antibody aducanumab reduces Aβ plaques in Alzheimer’s disease. Nature, 2016; 537 (7618): 50 DOI: 10.1038/nature19323
 
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.