Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La carenza di glucosio nel cervello può scatenare l'Alzheimer



La carenza di glucosio nel cerello può scatenare l'ADUno dei primi segni dell'Alzheimer è una diminuzione dei livelli di glucosio nel cervello che appare nelle prime fasi del lieve deterioramento cognitivo, prima che comincino ad emergere i sintomi di problemi di memoria.


Però finora non era chiaro se è una causa o una conseguenza di una disfunzione neurologica.


Ma una nuova ricerca eseguita alla Temple University dimostra ora, in modo inequivocabile, che la privazione di glucosio nel cervello innesca l'insorgenza di un declino cognitivo, in particolare di disturbi della memoria.


"Negli ultimi anni, i progressi nelle tecniche di scansione, in particolare della tomografia ad emissione di positroni (PET), hanno permesso ai ricercatori di cercare i sottili cambiamenti nel cervello dei pazienti con diversi gradi di deterioramento cognitivo", ha spiegato Domenico Praticò MD, Professore del Center for Translational Medicine della Temple University. "Uno dei cambiamenti che è costantemente segnalato è una diminuzione della disponibilità di glucosio nell'ippocampo".


L'ippocampo ha un ruolo chiave nel memorizzare ed elaborare i ricordi. Tuttavia esso e altre aree del cervello si basano esclusivamente sul glucosio come carburante; senza glucosio, i neuroni patiscono e alla fine muoiono.


Il nuovo studio, pubblicato online il 31 gennaio su Translational Psychiatry, è il primo a collegare direttamente i disturbi della memoria alla deprivazione di glucosio nel cervello, in particolare attraverso un meccanismo che coinvolge l'accumulo della proteina 'tau fosforilata'.


"La tau fosforilata precipita e si aggrega nel cervello, formando grovigli e inducendo la morte neuronale", ha spiegato il dottor Praticò. In generale, una maggiore abbondanza di grovigli neurofibrillari tau è associata a una maggiore gravità della demenza.


Lo studio è anche il primo a identificare la proteina p38 come potenziale bersaglio farmacologico alternativo nel trattamento dell'Alzheimer. I neuroni attivano la proteina p38 in risposta alla carenza di glucosio, forse come meccanismo difensivo. Nel lungo periodo, tuttavia, la sua attivazione aumenta la fosforilazione della tau, peggiorando il problema.


Per studiare l'impatto della deprivazione di glucosio nel cervello, il team del dottor Praticò ha usato un modello di topo che ricapitola i deficit di memoria e la patologia tau dell'Alzheimer. A circa 4 o 5 mesi di età, alcuni degli animali sono stati trattati con 2-deossiglucosio (DG), un composto che impedisce al glucosio di entrare e di essere usato dalle cellule. Il composto è stato somministrato continuativamente ai topi, per diversi mesi. Gli animali sono stati poi valutati nella funzione cognitiva. In una serie di test del labirinto, per valutare la memoria, i topi privati di glucosio sono andati significativamente peggio delle loro controparti non trattate.


Quando sono stati esaminati al microscopio, i neuroni del cervello dei topi trattati per avere carenza di glucosio hanno mostrato una funzione sinaptica anormale, il che suggerisce che le vie di comunicazione neurali erano interrotte. Una particolare conseguenza ha avuto la riduzione significativa del potenziamento a lungo termine, il meccanismo che rafforza le connessioni sinaptiche per garantire la formazione e l'immagazzinamento della memoria.


Dopo ulteriori esami, i ricercatori hanno scoperto livelli alti di proteina tau fosforilata e un aumento drastico di morte cellulare nel cervello dei topi privati di glucosio. Per scoprire perché, il dottor Praticò ha preso in consideraizone la p38, che nel precedente lavoro il suo team aveva individuato come guida della fosforilazione della tau.


Nel nuovo studio, hanno scoperto che la compromissione della memoria si associata direttamente ad un aumento di attivazione della p38. "I risultati sono molto interessanti", ha detto il dottor Praticò. "Ci sono ora molte prove che suggeriscono che la p38 è coinvolta nello sviluppo dell'Alzheimer".


I risultati supportano anche l'idea che gli episodi di deprivazione di glucosio, piccoli e continui, sono dannosi per il cervello. "C'è un'alta probabilità che questi tipi di episodi siano legati al diabete, che è una condizione in cui il glucosio non può entrare nella cellula", ha spiegato. "L'insulino-resistenza nel diabete di tipo 2 è un fattore di rischio noto per la demenza".


Secondo il dottor Praticò, il passo successivo è inibire la p38 per vedere se si possono alleviare i deficit di memoria, nonostante la deprivazione del glucosio. "Si tratta di un percorso interessante di ricerca. Un farmaco che punta questa proteina potrebbe portare grandi benefici ai pazienti", ha aggiunto.

 

 

 


Fonte: Temple University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: E Lauretti, J-G Li, A Di Meco and D Praticò. Glucose deficit triggers tau pathology and synaptic dysfunction in a tauopathy mouse model. Translational Psychiatry (2017) 7, e1020; Published online 31/01/2017. doi:10.1038/tp.2016.296

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.