Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'importanza di individuare la demenza molto presto, con un test di 10 minuti

L'importanza di individuare la demenza molto preso, con un test di 10 minutiImmagini del CANTAB test.

I check-up per la demenza dovrebbero essere di routine come gli esami per il cancro e per la pressione del sangue, per rilevare l'inizio dell'insorgenza della malattia e rallentarne il progresso, secondo un esperto del cervello.


Barbara Sahakian, docente di neuropsicologia clinica all'Università di Cambridge, ha detto che un semplice test di 10 minuti può rilevare il deterioramento cognitivo associato all'Alzheimer e consentire ai medici di prescrivere farmaci che rallentano il declino della concentrazione e dell'attenzione.


La Sahakian, che discuterà i più recenti progressi delle neuroscienze all'International Science Festival di Edinburgo, ha detto che è deludente non cogliere la malattia prima che emergano i sintomi gravi:

“Da anni continuo a dire alla gente che dobbiamo esaminare le persone prima che 'placche' e 'grovigli' facciano danni nel cervello.

“Le persone stanno cercando di trovare trattamenti per rimuovere le placche, ma nel momento che hai una diagnosi di Alzheimer, ci sono così tante placche che la loro rimozione semplicemente lascerebbe degli ‘spazi’. I collegamenti sono tutti danneggiati.

“Quindi dico che dobbiamo rilevare questo molto prima. Una gran parte del mio lavoro verte sulla diagnosi precoce dell'Alzheimer e oggi abbiamo un test molto buono non invasivo.

“E' un test computerizzato che gira su tablet. Ci vogliono circa 10 minuti. Alcuni dei primi danni si trovano nella zona del cervello chiamata ippocampo, dietro l'orecchio. Placche e grovigli all'inizio insorgono lì, per cui il test si basa su quello che ci aiuta a fare questa zona del cervello, che è ricordare la posizione degli oggetti nello spazio: la ‘memoria episodica’.

“Per spiegarlo alle persone dico che è il tipo di memoria usata quando parcheggi l'auto in un multipiano e torni diverse ore più tardi e devi ricordare dove l'hai parcheggiata. Si tratta di una memoria di tutti i giorni ed è questo che controlla il test“.


Anche se attualmente non esistono farmaci che possono trattare gli errori della memoria episodica, la Sahakian ha condotto una ricerca, pubblicata su The Lancet, che ha dimostrato che i nuovi farmaci inibitori della colinesterasi sono efficaci nel ritardare il deterioramento alla concentrazione e all'attenzione nei pazienti di Alzheimer.


La Sahakian ha detto che i test cognitivi che ha contribuito a concepire dovrebbero essere di routine come lo screening della mammella o i controlli della pressione sanguigna dopo una certa età, per garantire che i pazienti possano accedere ai farmaci in tempo:

“Dobbiamo cominciare a pensare alla salute del cervello, che è altrettanto importante della salute fisica, ed i farmaci inibitori della colinesterasi possono essere molto utili per le persone con Alzheimer.

“Impediscono alle persone di essere istituzionalizzate precocemente, che è meglio sia per il paziente perché rimane a casa propria, che per la società, visto che quel tipo di cura è molto costoso”.


La Sahakian ha detto che anche i cambiamenti nella tecnologia di risonanza magnetica stanno spianando la strada ad una situazione in cui i problemi di salute mentale, come il disturbo ossessivo compulsivo, potrebbero essere rilevati da scansioni cerebrali con anni di anticipo sulle diagnosi attuali.


Lei ha detto che potrebbero essere molto utili per le persone con predisposizioni genetiche alle malattie psichiatriche.

 

 

 


Fonte: Helen McArdle in The Herald Scotland (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)