Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricoveri urgenti e PS legati a declino cognitivo accelerato degli anziani

I ricoveri urgenti e in Pronto Soccorso sono associati ad un aumento del declino cognitivo degli anziani, secondo i ricercatori del Medical Center della Rush University di Chicago.


I risultati del loro studio suggeriscono che l'ospedalizzazione può essere un fattore di rischio del declino cognitivo a lungo termine negli anziani più grave di quanto creduto finora.


"Abbiamo scoperto che coloro che hanno ospedalizzazioni non-elettive (ricoveri improvvisi, non preventivati) e che non hanno già una diagnosi di demenza o Alzheimer, hanno un declino rapido della funzione cognitiva rispetto al ritmo pre-ricovero", ha affermato Bryan James PhD, epidemiologo del Centro Alzheimer della Rush e assistente professore nel Dipartimento di Medicina Interna della stessa università. "In confronto, le persone che non sono mai state ricoverate in ospedale e coloro che hanno avuto ricoveri elettivi (=preventivati) non sperimentano il drastico declino della funzione cognitiva".


James e colleghi hanno presentato i dati della ricerca alla Conferenza Internazionale 2017 dell'Alzheimer's Association a Londra, ieri 17 luglio.

 

Confrontati ricoveri e valutazioni cognitive di 930 persone

I dati sono emersi dallo studio fatto su 930 anziani (75 per cento femmine, età media 81 anni) iscritti al Chicago Rush Memory and Aging Project (MAP). Lo studio ha coinvolto valutazioni cognitive e cliniche annuali. Le informazioni sui ricoveri sono state acquisite collegando le richieste a Medicare dal 1999 al 2010 per questi partecipanti ai loro dati MAP.


Tutte le ammissioni ospedaliere sono state classificate in elettive, di emergenza o urgenti (le ultime due sono state combinate come non-elettive per l'analisi). I ricoveri non-elettivi comprendono quindi emergenze e ammissioni per condizioni che richiedono un'attenzione immediata.


Tra i 930 partecipanti, 613 sono stati ricoverati in ospedale almeno una volta durante i quasi cinque anni medi di osservazione. Di quelli ricoverati, 260 (28 per cento) avevano almeno un ammissione all'ospedale elettiva e 553 (60 per cento) avevano almeno un'ammissione in ospedale non-elettiva. Questi gruppi comprendevano 200 partecipanti (22 per cento) che avevano entrambi i tipi di ricoveri.


I ricoveri non-elettivi si sono associati a un'accelerazione del 60 per cento del tasso di declino cognitivo prima dell'ospedalizzazione. I ricoveri elettivi, però, non erano associati a un'accelerazione del tasso di declino.

 

"I ricoveri elettivi non hanno necessariamente lo stesso rischio"

"Abbiamo visto una chiara distinzione: le ammissioni non-elettive guidano l'associazione tra ospedalizzazione e cambiamenti a lungo termine della funzione cognitiva più avanti nella vita, mentre le ammissioni elettive non danno necessariamente lo stesso rischio di esiti cognitivi negativi", ha detto James. "Questi risultati hanno importanti implicazioni per la decisione medica e la cura degli anziani. Pur riconoscendo che tutte le procedure mediche portano un certo grado di rischio, questo studio implica che i ricoveri ospedalieri programmati possono non essere pericolosi per la salute cognitiva delle persone anziane come le emergenze o le situazioni urgenti".


Questo lavoro rafforza la ricerca precedente che aveva dimostrato che dopo essere stati ricoverati in ospedale, gli anziani hanno un rischio più alto di memoria e di altri problemi cognitivi, che includono i deliri transitori (temporanei) e i cambiamenti a lungo termine della cognizione, tra cui la demenza.


Secondo l'Healthcare Cost and Utilization Project di ottobre 2010, il 40 per cento di tutti i pazienti ricoverati negli Stati Uniti avevano almeno 65 anni. Pertanto, l'ospedalizzazione può essere un fattore di rischio non riconosciuto del declino cognitivo e della demenza per un gran numero di anziani, che merita maggiore attenzione.


Individuare la demenza nei primi stadi è diventata una priorità a livello mondiale, perché i trattamenti farmacologici, le strategie di prevenzione e altri interventi saranno probabilmente più efficaci se attuati molto presto nel processo della malattia, prima che si siano verificati danni estremi al cervello.


I risultati di questa ricerca riferiti alla Conferenza Internazionale dell'Alzheimer's Association  forniscono indizi sulle associazioni tra lo stato cognitivo delle persone anziane e diversi fattori di comportamento e stile di vita, tra cui l'abilità verbale, l'udito, la salute dentale e l'ospedalizzazione.


"E 'indispensabile capire di più i fattori che influenzano il rischio di Alzheimer e altre demenze, in particolare i fattori di stile di vita che possiamo cambiare o trattare", ha affermato Maria C. Carrillo PhD, Responsabile scientifico dell'Alzheimer's Association.

 

 

 


Fonte: Rush University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)