Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo metodo visualizza i danni dell'Alzheimer nelle varie fasi

Nuovo metodo visualizza i danni dell'Alzheimer nelle varie fasiL'immagine mostra modelli rappresentativi dell'accumulo della proteina tau valutata dalla tomografia ad emissione di positroni nei pazienti con Alzheimer ad insorgenza precoce (<65 anni, a sinistra) e tarda (> 65 anni, a destra). Copyright Annie Hallén / Michael Schöll

L'Alzheimer può portare a sintomi divergenti, molto diversi tra loro, e finora le sue varie espressioni sono state osservate in gran parte attraverso il comportamento e le azioni dei pazienti.


Ricercatori dell'università di Lund in Svezia hanno ora prodotto immagini che mostrano i cambiamenti nel cervello associati a questi sintomi, un progresso che aumenta la conoscenza e può facilitare diagnosi e trattamento in futuro.


Nei vari casi di Alzheimer i sintomi variano e spesso sono legati alla fase di vita in cui insorge la malattia. Le persone che si ammalano prima dei 65 anni soffrono spesso di una minore percezione spaziale e di una compromissione dell'orientamento. I pazienti anziani soffrono più spesso dei sintomi tradizionalmente associati alla malattia: soprattutto compromissione della memoria.


"Ora abbiamo uno strumento che ci aiuta a individuare e rilevare i diversi sottogruppi dell'Alzheimer. Ciò facilita lo sviluppo di farmaci e di trattamenti adattati alle varie forme del morbo", spiega Michael Schöll, ricercatore dell'Università di Lund e dell'Università di Göteborg. Anche la diagnostica potrebbe essere facilitata, soprattutto per i pazienti più giovani in cui è particolarmente difficile arrivare ad una corretta diagnosi.


I risultati, pubblicati sulla rivista Brain, sono basati sullo studio di circa 60 pazienti di Alzheimer nell'Ospedale Universitario di Skåne e di un gruppo di controllo composto da 30 persone senza deterioramento cognitivo.


Una volta che l'Alzheimer ha preso piede, il risultato è la formazione graduale di grumi da parte della proteina tau (presente nel cervello), e la distruzione dei percorsi di trasporto nei neuroni. Ciò può essere chiaramente rilevato con il nuovo metodo di scansione.


Il metodo comprende un dispositivo chiamato telecamera PET e una sostanza di tracciamento, una particolare molecola, che si lega alla tau. Il metodo di scansione è attualmente usato solo nella ricerca, dove lo studio corrente è uno dei molti che contribuiscono ad aumentare la conoscenza della malattia.


"I cambiamenti nelle varie parti del cervello che possiamo vedere nelle scansioni corrispondono logicamente ai sintomi dei pazienti con Alzheimer a insorgenza precoce e tarda, rispettivamente", spiega Oskar Hansson, professore di neurologia dell'Università di Lund e consulente all'Ospedale Universitario di Skåne.


Oskar Hansson ritiene che il metodo di scansione sarà disponibile per l'uso clinico entro pochi anni.

 

 

 


Fonte: Lund University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Michael Schöll et al. Distinct 18F-AV-1451 tau PET retention patterns in early- and late-onset Alzheimer’s disease. Brain, August 2017 DOI: 10.1093/brain/awx171

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)