Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La terapia genica per la demenza frontotemporale è 'promettente'

Ricercatori sondano la terapia genica per la demenza frontotemporaleA sinistra: una cellula cerebrale sana che mostra pochissima lipofuscina (in rosso). Centro: una cellula cerebrale con progranulina ridotta, che mostra un marcato aumento della lipofuscina (rosso). Destra: una cellula cerebrale trattata con il gene GRN, che mostra una riduzione della lipofuscina.

La terapia genica si è dimostrata promettente per trattare una malattia neurodegenerativa chiamata 'demenza frontotemporale' e la condizione correlata 'lipofuscinosi ceroide neuronale', secondo nuove scoperte presentate nel Journal of Neuroscience da ricercatori dell'Università dell'Alabama di Birmingham.


La demenza frontotemporale (FTD), è una malattia devastante in cui i pazienti subiscono cambiamenti rapidi e drammatici del comportamento, della personalità e delle abilità sociali. L'età di esordio della FTD è relativamente precoce, di solito colpisce i pazienti tra i 55 e i 60 anni.


L'FTD è spesso causata dalla presenza in un individuo di una sola copia del gene GRN, che codifica una proteina chiamata progranulina. La produzione di progranulina risulta dimezzata negli individui con una sola copia di GRN.


Una mutazione che ha come risultato la perdita di entrambe le copie del gene GRN porta ad un'assenza quasi completa di progranulina, causando una condizione chiamata 'lipofuscinosi ceroide neuronale' (LCN), che colpisce spesso gli adulti verso i 20/30 anni. La LCN provoca cecità e convulsioni e può portare a morte prematura.


Un gruppo di ricerca guidato da Erik Roberson MD/PhD, professore associato del Dipartimento di Neurologia e direttore del Centro Alzheimer, ha esaminato gli effetti dell'aumento di progranulina, aggiungendo il gene GRN alle cellule cerebrali tramite un 'virus adeno-associato' (AAV) a dei topi modello di FTD e LCN.


"Il nostro obiettivo era vedere se l'aggiunta della progranulina proteica mancante, attraverso la terapia genica, avrebbe invertito gli effetti anche dopo l'inizio dei sintomi", ha detto Roberson, professore di Neuroscienze. "Il virus adeno-associato è un vettore di terapia genica usato comunemente, in quanto non causa malattie umane e ha una bassa risposta immunitaria".


La progranulina è coinvolta in una parte della cellula chiamata lisosoma. I lisosomi sono i netturbini del corpo, che rimuovono il materiale di scarto accumulato nelle cellule. In assenza di progranulina, le cellule accumulano granuli di grasso chiamati lipofuscina che sono spesso associati all'invecchiamento o all'«usura» della cellula. L'accumulo di lipofuscina in una cellula è un marcatore di scarsa funzione lisosomiale.


"Il nostro studio ha dimostrato che il ritorno della progranulina alle cellule implicava la diminuzione dei livelli di lipofuscina e migliorava la funzione lisosomiale complessiva", ha detto Andrew Arrant PhD, scienziato del Dipartimento di Neurologia e primo autore del documento. "In altre parole, la progranulina ha aiutato i lisosomi a portare fuori la spazzatura".


L'aumento dei livelli di progranulina è stato rilevato con più vigore nelle aree del cervello vicino al sito di iniezione; ma il team ha scoperto che i livelli di progranulina mostravano un aumento anche delle aree più lontane dal sito, indicando che il vettore AAV migrava all'interno del cervello, almeno in una certa misura.


"Questo è uno sviluppo potenzialmente eccitante nel campo della neurodegenerazione", ha detto Arrant. "Possiamo dimostrare che l'aumento della progranulina ha contribuito a ridurre i livelli di lipofuscina e i marcatori di neuroinfiammazione. È importante sottolineare che la terapia genica consente alle cellule di produrre la propria progranulina, piuttosto che integrare semplicemente la proteina dall'esterno. Ciò potrebbe consentire alle cellule di continuare a produrre progranulina dopo un singolo trattamento, fornendo potenzialmente un beneficio a lungo termine".


Arrant e Roberson sostengono che i risultati dovrebbero aumentare l'interesse per l'esplorazione della terapia genica come forma di trattamento vitale per queste malattie.


"In altre malattie che coinvolgono la demenza, come l'Alzheimer, c'è un notevole disaccordo tra gli scienziati riguardo ai percorsi terapeutici più appropriati da esplorare", ha detto Roberson. "Con così molti obiettivi, non siamo nemmeno sicuri se il nostro fine dovrebbe essere aumentarli o diminuirli. Ma in questo tipo di FTD, c'è consenso - verificato da questo studio - che l'aggiunta di progranulina sarebbe una terapia benefica sia per la FTD che per la LCN".


Roberson e Arrant affermano che molte domande devono ancora essere risolte prima che questo tipo di terapia genica possa progredire in studi clinici sugli esseri umani, ma questi risultati sono promettenti e meritevoli di ulteriori ricerche.

 

 

 


Fonte: Bob Shepard in University of Alabama at Birmingham (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Andrew E. Arrant, Vincent C. Onyilo, Daniel E. Unger and Erik D. Roberson. Progranulin Gene Therapy Improves Lysosomal Dysfunction and Microglial Pathology Associated with Frontotemporal Dementia and Neuronal Ceroid Lipofuscinosis. Journal of Neuroscience 28 Feb 2018, 38 (9) 2341-2358; DOI: 10.1523/JNEUROSCI.3081-17.2018

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.