Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Addio 'granuli di stress': studio amplia le possibilità di trattare le malattie neurologiche

Addio 'granuli dello stress': studio amplia le possibilità di trattare le malattie neurologicheCatene di ubiquitina idrata USP5 e USP13 in granuli di stress. Queste reazioni sono necessarie per un dissassemblaggio efficiente dei granuli di stress dopo lo stress. (Fonte: Journal of Cell Science)Dei biologi cellulari hanno approfondito la comprensione di proteine ​​associate alle malattie neurodegenerative, con la possibilità di aprire nuovi approcci terapeutici per disturbi come il morbo di Alzheimer, il Parkinson e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), tra gli altri.


Ricercatori giapponesi hanno acquisito preziose informazioni sui "granuli di stress": gruppi di RNA e proteine ​​che si formano quando le cellule sono stressate da fattori come calore, tossine e virus.


Poiché i granuli di stress sono collegati a una serie di malattie neurodegenerative, capire come si formano e come possono essere ridotti è di grande interesse per il mondo medico. Il loro studio, pubblicato nel Journal of Cell Science, rivela il ruolo importante di due enzimi nel disassemblare i granuli di stress.


Questi due enzimi, chiamati USP5 e USP13, appartengono a un gruppo di circa 100 deubiquitilasi conosciute, la cui funzione si ritiene sia il taglio delle catene di ubiquitina [1] all'interno dei granuli di stress.


Lo studio è il culmine di oltre cinque anni di lavoro del team, che include Masayuki Komada, Toshiaki Fukushima e Shunsuke Matsumoto del Tokyo Institute of Technology (Tokyo Tech). Il primo autore Xuan Xie, studente di dottorato nel laboratorio di Komada, ha descritto come sono arrivati ​​al loro momento "eureka" in un'intervista alla rivista.


Come primo passo, i ricercatori hanno dimostrato che USP5 e USP13 sono reclutati preferenzialmente in granuli da stress indotti dal calore: "Abbiamo scoperto che i granuli di stress indotti dal calore contengono catene di ubiquitina, molto più che nei granuli di stress indotti da altri fattori di stress", spiega Fukushima. "Questo implica che le catene di ubiquitina potrebbero reclutare USP5 e USP13 ai granuli dello stress".


È importante sottolineare che, poiché le catene di ubiquitina si trovano spesso nei granuli di stress nelle malattie neurodegenerative, i granuli di stress indotti dal calore hanno fornito un buon modello per ulteriori indagini.


Successivamente, il team ha confrontato ciò che accade alle cellule con shock termico con e senza i due enzimi. Le cellule sono state esposte ad una temperatura di 44°C per un'ora e sono ritornate a 37°C per un'ora. Durante il periodo di recupero, nelle cellule prive di USP5 e USP13, il team ha scoperto che è stato ritardato lo smantellamento dei granuli di stress. Nello specifico, nelle cellule contenenti USP5 e USP13, la percentuale di cellule con granuli di stress è scesa al 14%, mentre questa percentuale era del 60% o più nelle cellule senza i due enzimi.


I risultati suggeriscono che la presenza di USP5 e USP13 è fondamentale per lo smontaggio dei granuli di stress. Sebbene i meccanismi esatti debbano ancora essere determinati, i ricercatori propongono che l'USP5 idrolizzi o "tagli" catene di ubiquitina non ancorate, mentre l'USP13 taglia le catene di ubiquitina coniugate alle proteine [2]. "Abbiamo concluso che entrambe le reazioni sono necessarie perché ci sia una efficace destabilizzazione dei granuli di stress", afferma Fukushima.


Lo studio potrebbe portare allo sviluppo di "enzimi deubiquitinanti artificiali", che potrebbero avere un profondo impatto sui futuri trattamenti medici. Lo sviluppo di enzimi innovativi che "possiedono un'alta attività e mostrano una localizzazione specifica ai granuli di stress" è un'impresa che potrebbe essere raggiunta in cinque anni, aggiunge Fukushima.

 

 

Termini tecnici

[1] Catene di Ubiquitina: catene di piccole proteine ​​regolatrici chiamate ubiquitina che si trovano ovunque nelle cellule eucariotiche.

[2] ​​Coniugate alle proteine: si riferisce al modo in cui alcune catene di ubiquitina sono legate alle proteine, invece di essere disancorate, all'interno dei granuli di stress. Uno dei prossimi obiettivi del team è identificare queste proteine ​​bersaglio.

 

 

 


Fonte: Tokyo Institute of Technology (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Xuan Xie, Shunsuke Matsumoto, Akinori Endo, Toshiaki Fukushima, Hiroyuki Kawahara, Yasushi Saeki, Masayuki Komada. Deubiquitylases USP5 and USP13 are recruited to and regulate heat-induced stress granules through their deubiquitylating activities. Journal of Cell Science, 2018; 131 (8): jcs210856 DOI: 10.1242/jcs.210856

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)