Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio rivela la vera natura delle cellule accusate dell'Alzheimer

Studio rivela la vera natura delle cellule accusate dell'AlzheimerI punti neri nella foto sono le microglia, che sono più presenti nel cervello colpito dall'Alzheimer. (Foto: Laboratorio Carol Colton, Duke University / PA)

Le cellule immunitarie comunemente attribuite al morbo di Alzheimer (MA) e ad altre malattie neurodegenerative sono in realtà macchine di precisione per la pulizia, che proteggono il sistema nervoso centrale, secondo una nuova ricerca eseguita alla University of Virginia (UVA).


La scoperta aggiunge sfumature e complessità alla nostra comprensione delle cellule immunitarie chiamate microglia. Comprendendo appieno il ruolo di queste cellule, gli scienziati sono in una posizione migliore per sviluppare nuovi trattamenti e adattare la medicina alle esigenze dei singoli pazienti.


Il ricercatore Geoffrey Norris PhD, primo autore della ricerca, ha detto:

"Quello che stiamo scoprendo ora è che in punti temporali molto acuti, che si tratti di una malattia o di una lesione, la microglia sta facendo molto. È importante conoscere il ruolo e la funzione di queste cellule, in particolare per la terapia umana".

 

Capire le microglia

Norris e colleghi del Dipartimento di Neuroscienze dell'UVA e del suo Centro Immunologia Cerebrale e Glia (BIG) hanno sviluppato un nuovo modello che consente loro di studiare le microglia nel contesto di una lesione acuta. I ricercatori sapevano già che le cellule hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo del cervello, ma il loro ruolo nell'età adulta era molto più oscuro, molti scienziati sostengono che la loro attività è dannosa.


La ricerca svolta all'UVA rivela che le lesioni al sistema nervoso centrale attivano le microglia e le cellule rispondono con notevole precisione. Ancora Norris:

"Sembra che le microglia siano molto reattive al lavoro da fare. Quindi, buone o cattive, fanno quello che devono fare. Se hai un edificio fatiscente dopo un incendio, di solito lo smantelli tutto, giusto? Lo carichi su autocarri con cassone ribaltabile e lo porti via. È quello che fanno le microglia con questi detriti".


La ricerca non esclude la possibilità che le microglia possano essere troppo aggressive nella rimozione dei detriti, o forse qualcosa potrebbe andare storto durante la rimozione e contribuire alla malattia. Per continuare l'analogia della casa, forse l'equipaggio della demolizione sta abbattendo una cucina leggermente danneggiata piuttosto che ripararla semplicemente. "Stiamo solo ora cercando di capire se l'attività delle microglia è dannosa o meno", ha detto Norris.

 

Azione rapida, pulizia profonda

Il nuovo modello dell'UVA ha permesso ai ricercatori di osservare le cellule mentre inghiottivano il materiale danneggiato, lasciando intatte le cellule sane: colpisce la precisione chirurgica dell'intervento. Secondo Norris:

"Se guardi solo ad alcuni micron di distanza, le microglia vicine sono praticamente indifferenti. Quindi è un'area di attivazione molto contenuta, una cosa molto interessante per noi".


I ricercatori hanno anche notato la rapidità con cui le cellule cambiano ed eliminano i detriti. Gli scienziati che lavorano sulle terapie per le malattie neurologiche dovrebbero considerarlo. A seconda della progressione di una malattia come l'Alzheimer o il Parkinson, "potrebbe essere che le microglia abbiano già fatto un sacco di lavoro, e devi cambiare approccio", ha detto Norris.

 

"Una nuova generazione di agenti terapeutici"

Jonathan Kipnis PhD, preside del Dipartimento di Neuroscienze dell'UVA e direttore del BIG Center, prevede che la scoperta avrà importanti ramificazioni, soprattutto per lo sviluppo di trattamenti per le malattie neurologiche:

"Le microglia sono cellule del cervello trascurate da decenni. La marea sta cambiando e ora comprendiamo quanto sia interessante e unica la biologia di queste cellule. Questo lavoro mostra la risposta fisiologica della microglia dopo un danno al sistema nervoso centrale, che è molto diversa dal loro ruolo nel neurosviluppo o nelle patologie croniche, come l'Alzheimer. Comprendere la biologia delle microglia in fisiologia e patologia, ci porterà più vicini allo sviluppo di una nuova generazione di agenti terapeutici per i disturbi neurologici".

 

 

 


Fonte: University of Virginia (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Geoffrey T. Norris, Igor Smirnov, Anthony J. Filiano, Hannah M. Shadowen, Kris R. Cody, Jeremy A. Thompson, Tajie H. Harris, Alban Gaultier, Christopher C. Overall, Jonathan Kipnis. Neuronal integrity and complement control synaptic material clearance by microglia after CNS injury. The Journal of Experimental Medicine, 2018; jem.20172244 DOI: 10.1084/jem.20172244

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)