Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Solo i disturbi psichiatrici condividono schemi genetici, ma non le neurodegenerazioni

I disturbi psichiatrici condividono degli schemi genetici sottostanti

Usando un set enorme di dati per sondare la relazione genetica tra vari disturbi cerebrali, un team internazionale di scienziati ha trovato le prove di una sovrapposizione sostanziale delle basi genetiche di diverse condizioni psichiatriche. I loro risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science.


Tali associazioni erano già state osservate prima, ma il massiccio insieme di dati fornisce nuove prove convincenti. Comprendere la genetica condivisa delle condizioni psichiatriche potrebbe alla fine aiutare i medici a perfezionare le categorie diagnostiche e fornire trattamenti mirati.


"Questo evidenzia potenzialmente uno dei motivi per cui è così difficile diagnosticare e trattare i disturbi psichiatrici", afferma il co-autore Verneri Anttila, ricercatore del Broad Institute del MIT e di Harvard. "La comprensione di queste connessioni ci fa balzare avanti da dove eravamo, sulla strada per comprendere questi disordini".


Identificare le connessioni genetiche tra le condizioni psichiatriche ha importanti implicazioni per i medici, afferma Tinca Polderman, assistente professore del Centro di Neurogenomica e Ricerca Cognitiva della VU University di Amsterdam, che non è stata coinvolta nello studio. È importante che le categorie diagnostiche continuino ad evolversi e che i trattamenti possano superare i confini tradizionali. Ad esempio, un medico può considerare che un farmaco usato per trattare una condizione potrebbe essere utile per un paziente con un'altra condizione.


L'attuale progetto è iniziato nel 2012. Scienziati di tutto il mondo hanno raccolto dati genetici di quasi un milione di persone - 265.218 pazienti con disturbi cerebrali e 784.643 soggetti di controllo. Hanno esaminato 25 disturbi cerebrali, comprese condizioni psichiatriche come ansia, depressione e schizofrenia, oltre a disturbi neurologici come Alzheimer, epilessia e ictus ischemico.


I ricercatori hanno scoperto che le varianti genetiche associate ai disturbi psichiatrici erano altamente correlate, specialmente tra 5 tipi di disturbi: disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), disturbi d'ansia, disturbo depressivo grave (MDD), disturbo bipolare e schizofrenia. Al contrario, i ricercatori non hanno riscontrato significative sovrapposizioni tra i disturbi neurologici, suggerendo che potrebbero avere più cause distinte. L'eccezione a questa tendenza è stata l'emicrania, che hanno trovato correlata con ADHD, MDD e sindrome di Tourette.


"È un set enorme di dati, anche se un po' disomogeneo, quindi è molto utile avere questi dati e analisi", dice Jonathan Flint, professore di psichiatria e scienze bio-comportamentali all'Università della California di Los Angeles, che non è stato coinvolto nello studio. "Il fatto che i disturbi psichiatrici non si distinguano lungo i gruppi diagnostici usati dagli psichiatri è noto da decenni, quindi aggiunge un po' di ciliegina a quella torta particolare".


Il team ha estratto i dati per indagare su una serie di questioni. Hanno scoperto che prima emerge una malattia psichiatrica o neurologica, più è ereditabile. Questo non è necessariamente sorprendente, ma è comunque una connessione importante che non era stata confermata prima, dice Anttila. Hanno anche scoperto che il carattere nevrotico della personalità condivide i fattori di rischio genetici con quasi tutti i disturbi psichiatrici ed è altamente correlato con i disturbi d'ansia e MDD.


Gli scienziati hanno anche esaminato la relazione tra le varianti genetiche legate ai disturbi del cervello e quelle collegate ad anni di istruzione, risultati scolastici e intelligenza. Per alcuni disturbi neurologici (come l'Alzheimer) e condizioni psichiatriche (inclusi ADHD e MDD), le correlazioni genetiche complessive con tali misure erano negative, mentre per alcune condizioni psichiatriche (compreso il disturbo dello spettro autistico e il disturbo ossessivo-compulsivo) erano ampiamente positive.


Gli aspetti tecnici dello studio, incluso un nuovo metodo per stimare l'ereditabilità e l'approccio utilizzato per incorporare le covariate, potrebbero aver distorto i risultati, dice Flint. Ad esempio, la frequenza delle varianti genetiche differisce da paese a paese, e il modo in cui i ricercatori hanno controllato questa differenza potrebbe aver influito sui risultati, dice.


Inoltre, alcune tendenze osservate dagli autori (come l'alta correlazione genetica tra ADHD e MDD) sono contrarie ai risultati di studi precedenti in cui i genetisti psichiatrici hanno intervistato tutti i membri di famiglie con disturbi psichiatrici. "Penso che ci siano alcuni problemi tecnici che devono essere risolti", afferma Flint. "Continuo a pensare che questa fase sia esplorativa".


Anttila concorda sul fatto che il controllo dei fattori, come le differenze di popolazione, è fondamentale. Ma la ricerca ha comportato molteplici salvaguardie per ridurre le devianze dei risultati, e afferma che "con risultati così significativi, se tali errori sono presenti nei dati, i risultati 'reali' tendono ad essere più significativi di quello che abbiamo riportato qui, non di meno".


Egli riconosce inoltre che ci sono molte differenze tra le correlazioni genetiche che il suo team ha trovato e le tendenze stabilite in studi precedenti, e non vede l'ora di eseguire studi che esaminino tali differenze.

 

 

 


Fonte: Abigail Fagan in Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)