Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperte cellule immunitarie nascoste coinvolte in neurodegenerazioni

Microglia Stained

Il nostro cervello non contiene solo neuroni, ma anche varie cellule immunitarie che hanno un ruolo importante per il suo funzionamento. Un team guidato dal Dr. Kiavash Movahedi (del VIB Center for Infiammation Research della VUB) ha sviluppato un atlante cellulare completo del compartimento immunitario del cervello.


Questo ha rivelato non solo la sorprendente diversità dei macrofagi cerebrali, ma ha anche trovato le microglia dove non era previsto. Queste microglia 'nascoste' hanno mostrato sorprendentemente una chiara somiglianza con le microglia che sono di norma associate ai disturbi neurodegenerativi come il morbo di Alzheimer.


Le nuove conoscenze sono importanti per comprendere meglio il ruolo dei macrofagi nella fisiologia del cervello sano e per sviluppare trattamenti in futuro per le malattie neurodegenerative.

 

 

Cellule immunitarie nel cervello

I macrofagi nel cervello, un tipo di cellula immunitaria, sono stati scoperti 100 anni fa dallo scienziato spagnolo Pío del Río-Hortega. La maggior parte dei macrofagi cerebrali è composta dalle microglia. Queste cellule sono in stretto contatto con i neuroni e sono fondamentali per il corretto sviluppo e funzionamento del cervello.


Ma al di là delle microglia, il nostro cervello ospita molti altri tipi di macrofagi, molti dei quali sono relativamente sconosciuti. Il Dr. Kiavash Movahedi dice:

"Mentre le microglia sono studiate relativamente bene, altri macrofagi cerebrali sono tuttora abbastanza enigmatici. Volevamo capire meglio queste cellule, poiché riteniamo che potrebbero essere fondamentali per regolare l'infiammazione e immunità del cervello".

 

 

Mappatura dell'espressione genica in migliaia di cellule

Per rivelare l'eterogeneità dei macrofagi in varie regioni del cervello, i ricercatori hanno usato un metodo che analizza l'espressione genica di migliaia di singole cellule. In totale, i ricercatori hanno analizzato oltre 60.000 singole cellule da cervelli di topi sani, da topi modello di Alzheimer e da topi con un'importante mutazione genetica che colpisce il loro sistema immunitario.


Movahedi spiega:

"L'avvento delle tecnologie di sequenziamento del RNA a cella singola ha portato la biologia a un livello superiore. Siamo stati fortunati di collaborare strettamente con il gruppo del prof. Yvan Saeys e con i suoi esperti bio-informatici, perché la corretta analisi di questo tipo di big data non è banale".

 

 

Combattere l'Alzheimer controllando le cellule cerebrali?

Hannah Van Hove, studentessa di dottorato e prima autrice dello studio, dice: "I nostri risultati mostrano che l'aspetto dei macrofagi cerebrali può variare fortemente a seconda della loro nicchia anatomica, suggerendo che essi soddisfano un ampio insieme di funzioni".


Una scoperta inaspettata è stata la presenza di microglia che si attaccavano ai bordi del plesso coroideo, una rete di cellule a diretto contatto con il liquido cerebrospinale. Queste microglia del plesso coroideo hanno mostrato uno stato di attivazione simile alle microglia che sono a contatto con i depositi tossici di amiloide, una caratteristica dell'Alzheimer.


Il prof. Jo Van Ginderachter (VIB Center for Inflammation Research, VUB), un altro esperto di macrofagi coinvolto nello studio, spiega:

"La sfida ora è chiarire le funzioni di questa nuova classe di microglia e capire come questo si rapporta alle risposte microgliali osservate durante la neurodegenerazione".


I ricercatori ora vogliono scoprire i segnali e i fattori ambientali che sono alla base della presenza delle varie forme di macrofagi cerebrali. In tal modo, sperano di trovare strategie per controllare le loro funzioni. Movahedi:

"Sta diventando sempre più chiaro che l'infiammazione ha un ruolo centrale in molti disturbi neurologici, in particolare nell'Alzheimer. Pensiamo che comprendere i dettagli dei macrofagi cerebrali possa essere la chiave per trovare finalmente i trattamenti per queste malattie".


La scorsa settimana anche altri ricercatori del Vib-KU Leuven Center for Brain & Disease Research hanno riferito [scoperte] sul ruolo della microglia nell'Alzheimer. Questo illustra chiaramente l'importanza di una maggiore conoscenza su questo argomento.

 

 

 


Fonte: VIB Center for Inflammation Research at VUB (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Hannah Van Hove, Liesbet Martens, Isabelle Scheyltjens, Karen De Vlaminck, Ana Rita Pombo Antunes, Sofie De Prijck, Niels Vandamme, Sebastiaan De Schepper, Gert Van Isterdael, Charlotte L. Scott, Jeroen Aerts, Geert Berx, Guy E. Boeckxstaens, Roosmarijn E. Vandenbroucke, Lars Vereecke, Diederik Moechars, Martin Guilliams, Jo A. Van Ginderachter, Yvan Saeys & Kiavash Movahedi. A single-cell atlas of mouse brain macrophages reveals unique transcriptional identities shaped by ontogeny and tissue environment. Nature Neuroscience, 6 May 2019, DOI: 10.1038/s41593-019-0393-4

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)