Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I ricordi sono rafforzati dalle onde cerebrali durante il sonno

Gli scienziati conoscono da decenni la stretta relazione tra sonno e memoria. Ora, un nuovo studio pubblicato sulla rivista NeuroImage ha esaminato un meccanismo importante in quella relazione. La ricerca ci avvicina a capire come le informazioni apprese si trasformino in ricordi affidabili durante il sonno.


La ricerca, guidata da Thanh Dang-Vu, professore associato della Concordia University, ha studiato come le informazioni dichiarative (tipo fatti e facce) vengono archiviate dopo che sono state apprese.


Questo ha a che fare con le onde cerebrali, in particolare quelle chiamate 'fusi del sonno', che sono raffiche veloci di attività elettrica prodotte dai neuroni, principalmente durante il sonno di Fase 2, prima del sonno profondo.


Dang-Vu ha lavorato al fianco di Christophe Grova, professore associato dell'Università di Liegi in Belgio, riuscendo a valutare l'attività cerebrale relativa a queste onde attraverso scansioni cerebrali: "Si ipotizza che i fusi del sonno abbiano un ruolo importante nel trasferimento delle informazioni dall'ippocampo alla neo-corteccia", dice Dang-Vu. "Questo ha l'effetto di aumentare la forza dei ricordi".


Per ottenere le immagini di cui aveva bisogno, il team di Dang-Vu ha usato sia l'elettroencefalogramma (EEG) che la risonanza magnetica funzionale (fMRI). Ha applicato questi strumenti a un gruppo di studenti volontari durante e dopo un compito di sequenziamento di facce, in laboratorio.


Agli studenti è stata mostrata una serie di volti ed è stato chiesto di identificare l'ordine in cui li hanno visti. I ricercatori hanno eseguito le scansioni mentre stavano guardando i volti, mentre erano addormentati e di nuovo quando si sono svegliati e stavano ricordando la sequenza.

 

 

I fusi del sonno si sono riattivati

I partecipanti sono poi tornati ogni giorno per una settimana e hanno ripetuto l'operazione, senza scansioni. Dopo una settimana, hanno memorizzato il compito, e sono stati nuovamente scansionati durante il sonno e mentre richiamavano le sequenze.


"Il nostro obiettivo era confrontare i fusi del sonno dalla notte in cui i soggetti hanno appreso le nuove informazioni alla notte dove non avevano nuove informazioni da imparare ma erano esposti allo stesso stimolo con le stesse facce", spiega Dang-Vu.


I ricercatori hanno scoperto che durante i fusi della notte di apprendimento, sono state riattivate le regioni del cervello che erano state strumentali nell'elaborazione dei volti. Hanno anche osservato che le regioni del cervello coinvolte nella memoria - specialmente l'ippocampo - erano più attive durante i fusi nei soggetti che ricordavano meglio l'attività dopo il sonno.


Questa riattivazione durante i fusi del sonno delle regioni coinvolte nell'apprendimento e nella memoria "è in linea con la teoria secondo cui durante il sonno si rafforzano i ricordi trasferendo le informazioni dall'ippocampo alle regioni della corteccia che sono importanti per il consolidamento di quel tipo specifico di informazioni", dice.


L'uso di scansioni non invasive per identificare i meccanismi che rafforzano i ricordi, spera, può portare a farci comprendere meglio come funziona la memoria, e può portare a interventi migliori per le persone con problemi di sonno o di memoria.

 

 

 


Fonte: Patrick Lejtenyi in Concordia University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Aude Jegou, Manuel Schabus, Olivia Gosseries, Brigitte Dahmen, Geneviève Albouy, Martin Desseilles, Virginie Sterpenich, Christophe Phillips, Pierre Maquet, Christophe Grova, Thien Thanh Dang-Vu. Cortical reactivations during sleep spindles following declarative learning. NeuroImage, 28 Mar 2019, DOI: 10.1016/j.neuroimage.2019.03.051

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.