Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Secondo ricercatori russi il MA deriva dai geni della comunicazione tra neuroni

Un team di neurobiologi dell'Università Politecnica San Pietro il Grande di San Pietroburgo ha pubblicato un articolo sul loro studio delle cause del morbo di Alzheimer (MA) e ha suggerito dei metodi terapeutici. Gli scienziati ritengono che la malattia sia associata ai geni che codificano la formazione dei contatti tra i neuroni. Il team ha anche scoperto una sostanza che potrebbe ridurre considerevolmente l'effetto negativo delle mutazioni in questi geni. Il loro lavoro è stato pubblicato su Neuroscience.


Il MA è una delle malattie neurodegenerative più diffuse che si manifesta nei pazienti anziani. Inizialmente i pazienti presentano una compromissione della memoria a breve, e poi a lungo termine, che porta alla demenza. Rimangono sconosciute le cause esatte e i principali percorsi fisiologici che portano al MA, quindi non esiste una terapia efficace. I farmaci terapeutici attualmente disponibili sono solo in grado di rallentare i sintomi. Un altro problema con questa malattia è che è difficile da diagnosticare nelle fasi iniziali.


Si ritiene che la perdita di memoria sia causata dalla disfunzione delle sinapsi nel cervello. Una sinapsi neuronale è un luogo di contatto tra cellule neuronali distinte (neuroni). Qualsiasi anomalia in questo contatto influisce negativamente su molte funzioni cerebrali, inclusa la memoria. Il MA può essere ereditato e in questo caso i pazienti sono portatori di mutazioni.


Alcune di queste possono essere presenti nei geni che codificano la proteina precursore dell'amiloide (APP). Gli enzimi cellulari (secretasi) tagliano la proteina mutata e si forma il peptide amiloide-beta. Altre mutazioni possono essere nei geni che codificano le preseniline (proteine ​​nella membrana cellulare che fanno parte di una secretasi che fende l'APP per produrre amiloide-beta). Tutte queste anomalie portano alla formazione di placche amiloidi nel cervello,  che interrompono i contatti sinaptici e quindi causano lo sviluppo della malattia.


Un team del Laboratorio Neurodegenerazione Molecolare ha studiato la mutazione PSEN1ΔE9 che provoca la rimozione di una determinata regione genetica che codifica la presenilina 1. Questa mutazione è presente nei pazienti con forma ereditaria del MA in Finlandia.


Per studiare le proprietà di questa mutazione, gli autori del lavoro hanno aggiunto il gene mutato della presenilina 1 alle colture di neuroni, insieme a un gene che codifica una proteina fluorescente. Quest'ultimo ha aiutato gli scienziati a registrare i cambiamenti nella morfologia delle sinapsi. Il gene mutato e il gene della proteina fluorescente sono stati aggiunti contemporaneamente, e quindi ciascun neurone fluorescente ha espresso il gene mutato della presenilina 1.


I dendriti hanno piccole sporgenze (spine) sulla loro superficie, le cui forme indicano lo stadio dello sviluppo di una sinapsi e la sua attività. Nelle cellule con la mutazione PSEN1ΔE9 il numero di spine a forma di fungo era considerevolmente ridotto. Questo è un segno di una ridotta area di contatto tra i neuroni.


Oltre ai cambiamenti nella forma delle spine dendritiche, le cellule hanno anche cambiamenti nella capacità di trasmettere ioni di calcio, che hanno un ruolo importante nella formazione di un impulso neuronale. In particolare, i neuroni con la mutazione PSEN1ΔE9 hanno mostrato un aumento dell'attività dei canali del calcio immagazzinati.


Dopo l'aggiunta dei composti EVP4593 che bloccano i canali del calcio immagazzinati, gli effetti negativi della mutazione sono stati notevolmente ridotti e le funzioni neurali sono quasi tornate alla normalità. Pertanto, il team ha suggerito che EVP4593 e composti con attività simili potrebbero diventare promettenti prototipi di farmaci anti-MA.


Tuttavia, gli scienziati hanno sottolineato che il MA è una malattia multifattoriale. Ciò significa che diversi pazienti possono sperimentare disfunzioni in diversi percorsi di segnalazione. Pertanto, la terapia deve essere selezionata individualmente per ciascun paziente. Gli autori del lavoro ritengono che i composti a base di EVP4593 possano essere usati per trattare i pazienti con una maggiore attività dei canali di calcio immagazzinati.

 

 

 


Fonte: Peter the Great St.Petersburg Polytechnic University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Daria Chernyuk, Nikita Zernov, Marina Kabirova, Ilya Bezprozvanny, Elena Popugaeva. Antagonist of neuronal store-operated calcium entry exerts beneficial effects in neurons expressing PSEN1ΔE9 mutant linked to familial Alzheimer disease. Neuroscience, July 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.