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Pressione anormale del sangue in 1/2 età e vecchiaia influenza il rischio di demenza

In uno studio che ha esaminato due decenni e mezzo di dati per oltre 4.700 partecipanti, ricercatori della Johns Hopkins University hanno aggiunto prove che la pressione arteriosa anomala in mezza età, persistente nella tarda età, aumenta la probabilità di sviluppare la demenza.


Sebbene non fosse progettato per mostrare causa ed effetto, lo studio suggerisce che mantenere una pressione sanguigna sana per tutta la vita può essere un modo per aiutare a ridurre il rischio di perdere la funzione cerebrale.


"I nostri risultati suggeriscono che la pressione arteriosa durante la mezza età può influenzare il modo in cui la pressione si collega al rischio di demenza sanguigna in seguito nella vita",
afferma Keenan Walker PhD, assistente professore di neurologia della Johns Hopkins. "Abbiamo scoperto che le persone con ipertensione arteriosa in mezza età possono trarre benefici dal portare la loro pressione sanguigna a livelli normali più avanti nella vita, poiché avere una pressione troppo alta o troppo bassa nella vecchiaia può aumentare ulteriormente il rischio di demenza".


Nel loro studio, pubblicato il ​​13 agosto su JAMA, hanno scoperto che le persone che hanno ipertensione in mezza età e in vecchiaia avevano il 49% in più di probabilità di sviluppare demenza rispetto a quelle con pressione sanguigna normale in entrambi i momenti. Ma ad aumentare ancora di più il rischio era l'ipertensione in mezza età e poi una pressione bassa nella tarda età: l’aumento del rischio di demenza era del 62%.


L'ipertensione era considerata qualsiasi valore superiore a 140/90 millimetri di mercurio, mentre la pressione bassa era definita come inferiore a 90/60 millimetri di mercurio. Per classificare le funzioni cerebrali dei partecipanti e determinare la compromissione cognitiva sono stati usati gli esami cognitivi, i rapporti del caregiver, i codici di dimissione dall’ospedale e i certificati di morte.


L'ipertensione può essere genetica, ma può anche essere il risultato di un esercizio fisico insufficiente e di una cattiva alimentazione. Con l'avanzare dell'età, il numero più alto della pressione sanguigna (sistolica) spesso aumenta mentre il numero più basso (diastolica) può diminuire a causa di cambiamenti strutturali nei vasi sanguigni.


Walker afferma che la demenza stessa può portare ad un abbassamento della pressione sanguigna, in quanto può deteriorare il sistema nervoso autonomo del cervello. Anche l'irrigidimento delle arterie per malattia e fragilità fisica può portare a una bassa pressione sanguigna in età avanzata.


Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, 75 milioni di persone negli Stati Uniti hanno l'ipertensione, che può aumentare il rischio di malattie cardiache e altre condizioni di salute.

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins Medicine (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Keenan A. Walker, A. Richey Sharrett, Aozhou Wu, Andrea L. C. Schneider, Marilyn Albert, Pamela L. Lutsey, Karen Bandeen-Roche, Josef Coresh, Alden L. Gross, B. Gwen Windham, David S. Knopman, Melinda C. Power, Andreea M. Rawlings, Thomas H. Mosley, Rebecca F. Gottesman. Association of Midlife to Late-Life Blood Pressure Patterns With Incident Dementia. JAMA, 13 Aug 2019, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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