Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Controllo più aggressivo della pressione fa bene al cervello degli anziani

Uno studio importante, eseguito alla University of Connecticut e pubblicato su Circulation, dimostra che un controllo più aggressivo giornaliero della pressione del sangue negli anziani può migliorare la salute del loro cervello.


Si è stimato che circa due terzi degli over-75 potrebbero avere danni ai piccoli vasi sanguigni nel cervello, che sono visibili come lesioni bianche luminose sulla scansione cerebrale. Evidenze da ricerche precedenti avevano collegato l'aumento della quantità di queste lesioni della materia bianca nel cervello con il declino cognitivo, una mobilità limitata (es. cammino più lento), maggiore incidenza di cadute e anche un aumento del rischio di ictus.


L'esperimento clinico, guidato dal Dott. William B. White del Calhoun Cardiology Center e da Leslie Wolfson del Dipartimento di Neurologia, ha seguito 199 pazienti over-75 con ipertensione per 3 anni. Per tutto questo tempo, i ricercatori hanno monitorato i potenziali vantaggi di un regime intensivo con farmaci anti-ipertensione per raggiungere sulle 24 ore l'obiettivo di una pressione sistolica inferiore a 130 mmHg, rispetto al controllo standard di circa 145 mmHg.


Nell'ambito dello studio INFINITY, i ricercatori hanno valutato la mobilità degli anziani, nonché la funzione cognitiva e la progressione della sostanza bianca nel loro cervello, con la risonanza magnetica (MRI), e hanno monitorato l'insorgenza di eventuali eventi avversi.


Mentre i ricercatori non hanno visto differenze significative negli esiti cognitivi o nella velocità di cammino tra i due gruppi di studio, hanno invece osservato una significativa riduzione dell'accumulo di malattia della sostanza bianca nel cervello di chi riceveva il trattamento intensivo per il controllo della pressione arteriosa.


“I risultati di INFINITY dimostrano che un obiettivo ambulatoriale di abbassamento della pressione arteriosa per gli anziani ha la probabilità di conservare la funzionalità futura del cervello e la salute”, ha detto Wolfson, professore di neurologia ed ex preside del Dipartimento di Neurologia di UConn Health.


In effetti, dopo tre anni, l'accumulo di lesioni della materia bianca nel cervello si è ridotto fino al 40% nei pazienti trattati con la terapia intensiva della pressione sanguigna, rispetto a coloro che erano in terapia standard. Inoltre, i partecipanti allo studio sulla terapia intensiva hanno avuto un tasso più basso di eventi cardiovascolari, come infarto, ictus e ospedalizzazione per insufficienza cardiaca rispetto a quelli in terapia standard.


“I risultati dell'esperimento INFINITY dimostrano che mantenere una pressione arteriosa sistolica inferiore a 130 mmHg è sicuro, e un obiettivo di trattamento ragionevole e potenzialmente più vantaggioso per gli anziani con ipertensione”, ha detto White, professore di medicina e direttore della Divisione di Ipertensione e Farmacologia Clinica alla UConn Health. “Il trattamento intensivo dell'ipertensione riduce la progressione della malattia dei piccoli vasi sanguigni nel cervello e riduce significativamente il rischio di eventi cardiovascolari non fatali dei pazienti”.

 

 

 


Fonte: Lauren Woods in University of Connecticut (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: William B. White, Dorothy B. Wakefield, Nicola Moscufo, Charles R.G. Guttmann, Richard F. Kaplan, Richard W. Bohannon, Douglas Fellows, Leslie Wolfson. Effects of Intensive Versus Standard Ambulatory Blood Pressure Control on Cerebrovascular Outcomes in Older People (INFINITY). Circulation, 14 Oct 2019, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.