Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Humanin, la proteina dei mitocondri che sembra regolare salute e longevità

Un nuovo studio condotto da ricercatori della University of Southern California è il primo a dimostrare che una piccola proteina ha un grande impatto sulla salute e sulla longevità, sia degli animali che dell'uomo.


I ricercatori hanno esaminato l'humanin, un peptide codificato nel piccolo genoma dei mitocondri, le centrali energetiche della cellula. Dagli esperimenti su animali da laboratorio, alle misurazioni in pazienti umani, la ricerca collaborativa multi-sito dimostra che i livelli più elevati di humanin nel corpo sono collegati a una durata più lunga di vita e a una salute migliore. È legata ad un rischio minore di malattie come il morbo di Alzheimer (MA).


“L'humanin è conosciuto da tempo per l'aiuto a prevenire molte malattie legate all'età, e questa è la prima volta che ha dimostrato anche di aumentare la durata della vita”, ha detto l'autore senior Pinchas Cohen, professore di gerontologia, medicina e scienze biologiche e decano della Leonard Davis School of Gerontology della USC.

 

Una storia evolutiva intrigante

L'humanin è presente non solo nei mitocondri umani, ma anche in tutto il regno animale, segno che il gene correlato si è mantenuto, o conservato, nel corso dell'evoluzione. Lo studio, che è stato pubblicato online il 23 giugno sulla rivista Aging, ha esaminato l'humanin in diverse specie animali, come vermi e topi, così come negli esseri umani, inclusi i pazienti di MA e i figli dei centenari.


I risultati evidenziano il potenziale dell'humanin e di altre proteine ​​mitocondriali per diventare trattamenti per malattie legate all'età. Essi indicano inoltre che l'humanin può essere un meccanismo antico di segnalazione mitocondriale che è la chiave per la regolazione della salute e della durata della vita del corpo, ha detto il prof. Kelvin Yen, il primo autore dello studio e assistente di ricerca.

 

Più humanin, maggiore longevità

In precedenza si era osservato che i livelli di humanin diminuiscono con l'età, in molte specie. In questo nuovo studio, gli scienziati hanno osservato livelli alti di humanin negli organismi predisposti per una vita lunga, come il ratto talpa nudo notoriamente resistente all'età, che sperimenta solo un lento declino dei livelli di humanin circolanti nel corpo per tutti i 30 anni della sua vita.


Al contrario, i topi sperimentano un calo del 40% di humanin nei primi 18 mesi di vita, e i primati, come i macachi rhesus, hanno un calo drastico simile di humanin tra i 19 e i 25 anni.


Negli esseri umani, i ricercatori hanno osservato questo fenomeno di livelli più elevati e più sostenuti di humanin in 18 figli di centenari, rispetto a un gruppo di controllo di 19 figli di non-centenari. Gli individui i cui genitori hanno raggiunto i 100 anni hanno statisticamente più probabilità delle altre persone di raggiungere un'età molto avanzata.


In alcune specie, come vermi e topi, la modifica dei geni, per farli produrre una maggiore quantità di humanin nel corpo, è stata sufficiente per aumentare in modo significativo la durata della vita. Ma questi animali con vita più lunga avevano meno prole. Gli scienziati hanno osservato un andamento simile negli esseri umani a vita lunga.


“Si ritiene che questo compromesso tra longevità e riproduzione sia dovuto a un equilibrio evolutivamente conservato tra uso di energia per produrre più figli e uso di energia per mantenere l'organismo per sforzi riproduttivi futuri”, ha detto Yen. “Evolutivamente parlando, lo scopo della vita è quello di riprodursi e poi il gioco è fatto, ma se non puoi riprodurti, dovresti cercare di rimanere in giro più a lungo possibile, e un effetto collaterale di questo è la longevità”.

 

Indicazione di, e protezione contro, malattie

Livelli più elevati di humanin non sono legati solo ad un aumento della durata della vita; livelli più bassi possono aumentare il rischio di malattie e ridurre la resistenza alle esposizioni tossiche.


I ricercatori hanno analizzato campioni di liquido cerebrospinale da un piccolo numero di pazienti con MA e di individui di controllo senza demenza e hanno notato che i livelli di humanin erano molto più bassi nei pazienti con MA. E nei campioni di sangue del cordone ombelicale di neonati, livelli alti di humanin erano correlati con un elevato numero di copie di DNA mitocondriale (mtDNA), il numero di copie del genoma mitocondriale presente all'interno di ogni cellula.


“I livelli di humanin sono inversamente correlati con una diminuzione del numero di copie del DNA mitocondriale (mtDNA), che di per sé è stato associato ad un certo numero di diverse malattie come cancro, e malattie renali e cardiovascolari”, ha detto Yen.

 

Potenziale per i trattamenti

Il laboratorio di Cohen è stato uno dei tre gruppi che hanno scoperto in modo indipendente l'humanin e ha continuato a svelare i segreti del genoma mitocondriale. Altri peptidi mitocondriali promettenti caratterizzati dal team di Cohen includono il mots-c, che ha un ruolo nella comunicazione tra i mitocondri e il nucleo di cellule e sembra imitare gli effetti dell'attività fisica.


"Questo nuovo ampio studio evidenzia l'importanza dell'humanin come potente regolatore potenziale della durata della vita e della salute, e sfruttarlo per i trattamenti potrebbe affrontare varie malattie correlate all'età", ha detto Cohen. “Questo studio, così come molti altri, suggerisce che la somministrazione di humanin sarebbe un trattamento terapeutico efficace per un gran numero di malattie e inoltre solidifica l'importanza dei mitocondri oltre il loro ruolo tradizionale di «centrale energetica della cellula»”.

 

 

 


Fonte: University of Southern California (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kelvin Yen, Hemal Mehta, Su-Jeong Kim, YanHe Lue, James Hoang, Noel Guerrero, Jenna Port, Qiuli Bi, Gerardo Navarrete, Sebastian Brandhorst, Kaitlyn Noel Lewis, Junxiang Wan, Ronald Swerdloff, Julie Mattison, Rochelle Buffenstein, Carrie Breton, Christina Wang, Valter Longo, Gil Atzmon, Douglas Wallace, Nir Barzilai, Pinchas Cohen. The mitochondrial derived peptide humanin is a regulator of lifespan and healthspan. Aging, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)