Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo sistema di trasporto di farmaci via nanoparticelle per i disturbi del cervello

nanoparticles alzheimer

Negli ultimi decenni, i ricercatori hanno identificato i percorsi biologici che conducono alle malattie neurodegenerative e hanno sviluppato agenti molecolari promettenti per puntarle. Tuttavia, la traduzione di questi risultati in trattamenti clinicamente approvati è progredito ad un tasso molto più lento, e una parte dell'insuccesso è causato delle sfide che gli scienziati devono affrontare nel portare le terapie oltre la barriera emato-encefalica (BBB, brain-blood barrier) ​​e nel cervello.


Per riuscire a consegnare gli agenti terapeutici al cervello, un team di bioingegneri, medici e collaboratori del Brigham and Women's Hospital e del Boston Children's Hospital hanno creato una piattaforma di nanoparticelle, che può facilitare una consegna terapeuticamente efficace di agenti incapsulati nei topi con una BBB rotta fisicamente o intatta.


In un modello di topo con lesione cerebrale traumatica (TBI), hanno osservato che il sistema di consegna ha mostrato un accumulo tre volte maggiore nel cervello rispetto ai metodi convenzionali di consegna ed è stato terapeuticamente efficace, il che potrebbe aprire delle possibilità di trattamento per numerosi disturbi neurologici. I risultati sono stati pubblicati su Science Advances.


Gli approcci sviluppati in precedenza per portare le terapie nel cervello dopo una TBI si basano sulla breve finestra di tempo dopo la lesione fisica alla testa, quando la BBB è temporaneamente lesionata. Tuttavia, dopo che la BBB si è riparata dopo poche settimane, i medici non hanno strumenti per una consegna efficace dei farmaci.


"È molto difficile portare oltre la BBB gli agenti terapeutici a molecole piccole e grandi", ha detto l'autore senior Nitin Joshi PhD, bioingegnere del Brigham. "La nostra soluzione è stata di incapsulare agenti terapeutici in nanoparticelle biocompatibili con proprietà superficiali progettate con precisione che consentono un trasporto terapeuticamente efficace nel cervello, indipendentemente dallo stato della BBB".


La tecnologia potrebbe consentire ai medici di trattare le ferite secondarie associate alla TBI che può portare all'Alzheimer, al Parkinson e ad altre malattie neurodegenerative, che possono svilupparsi mesi o anni dopo che la BBB è guarita.


"Essere in grado di consegnare agenti attraverso la BBB in assenza di infiammazione era un po' il Santo Graal nel campo", ha detto il coautore senior Jeff Karp PhD, del Brigham. "Il nostro approccio radicalmente semplice è applicabile a molti disturbi neurologici in cui si devono introdurre agenti terapeutici nel cervello".


Rebekah Mannix MD/MPH, del Boston Children's Hospital e coautrice senior sullo studio, ha ulteriormente sottolineato che la BBB inibisce la consegna di agenti terapeutici al sistema nervoso centrale (CNS) in una vasta gamma di malattie acute e croniche: "La tecnologia sviluppata per questa ricerca potrebbe consentire la consegna di un gran numero di farmaci diversi, come antibiotici, agenti antineoplastici e neuropeptidi. Questo potrebbe essere un cambiamento radicale per molte malattie che si manifestano nel CNS".


Il terapeutico usato in questo studio è una piccola molecola interferente dell'RNA (siRNA, small interfering RNA) progettata per inibire l'espressione della proteina tau, che si ritiene abbia un ruolo chiave nella neurodegenerazione. È stato usato l'acido poly-lactic-co-glycolic (PLGA), un polimero biodegradabile e biocompatibile usato in diversi prodotti esistenti approvati dalla FDA, come materiale di base per le nanoparticelle.


I ricercatori hanno progettato sistematicamente e studiato le proprietà superficiali delle nanoparticelle per massimizzare la loro penetrazione attraverso la BBB intatta, non danneggiata, nei topi sani. Ciò ha portato a identificare un disegno unico di nanoparticelle che massimizza il trasporto del siRNA incapsulato attraverso la BBB intatta e migliora significativamente l'assorbimento dalle cellule cerebrali.


È stata osservata una riduzione del 50% dell'espressione di tau nei topi TBI che hanno ricevuto l'anti-tau siRNA attraverso il nuovo sistema di consegna, con una formulazione infusa sia all'interno che all'esterno della finestra temporanea della BBB rotta. Al contrario, la tau non è stata influenzata nei topi che hanno ricevuto il siRNA attraverso un sistema di consegna convenzionale.


"Oltre a dimostrare l'utilità di questa nuova piattaforma per la consegna di farmaci nel cervello, questa ricerca stabilisce per la prima volta che si può sfruttare la modulazione sistematica della chimica superficiale e della densità del rivestimento per sintonizzare la penetrazione delle nanoparticelle attraverso le barriere biologiche con giunzioni strette", ha detto la prima autrice Wen Li PhD, del Brigham.


Oltre a puntare la tau, i ricercatori hanno studi in corso per attaccare obiettivi alternativi con la nuova piattaforma di consegna.


"Per la traduzione clinica, vogliamo guardare oltre la Tau per convalidare il nostro sistema come idoneo per altri obiettivi", ha detto Karp. "Abbiamo usato il modello TBI per esplorare e sviluppare questa tecnologia, ma in sostanza chiunque studia un disturbo neurologico potrebbe trovare benefici da questo lavoro, che è certamente incompleto, ma penso che fornisca un significativo slancio per far avanzare più obiettivi terapeutici ed essere nella posizione di andare avanti verso il test umano".

 

 

 


Fonte: Brigham and Women's Hospital (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Wen Li, Jianhua Qiu, Xiang-Ling Li, Sezin Aday, Jingdong Zhang, Grace Conley, Jun Xu, John Joseph, Haoyue Lan, Robert Langer, Rebekah Mannix, Jeffrey Karp, Nitin Joshi. BBB pathophysiology independent delivery of siRNA in traumatic brain injury. Science Advances, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.