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La diagnosi precoce di Alzheimer ha benefici sanitari, finanziari e sociali

Il Wolrd Alzheimer's Report 2011 'I benefici di diagnosi e interventi precoci', pubblicato il 13 settembre dall'Alzheimer Disease International (ADI), dimostra che ci sono interventi che sono efficaci nelle fasi iniziali della malattia, alcuni dei quali possono essere più efficaci quando sono iniziati prima, e che c'è un forte vantaggio economico nella diagnosi precoce e nell'intervento tempestivo.

L'ADI ha commissionato a un team di ricercatori, guidato dal professor Martin Prince del King College London Institute of Psychiatry, di intraprendere la prima e completa revisione sistematica di tutte le prove sulla diagnosi e intervento precoce per la demenza.

Attualmente, la maggior parte delle persone affette da demenza ricevono una diagnosi tardiva nel corso della malattia, se succede, con il risultato di un 'divario di trattamento' sostanziale. Questo limita notevolmente il loro accesso a informazioni preziose, al trattamento, alla cura, al sostegno e a problemi composti per tutti i soggetti interessati: i pazienti, le famiglie, carers, le comunità e gli operatori sanitari.

L'autore principale, Prof Prince, ha detto: 'Non c'è un modo unico per chiudere il divario di trattamento in tutto il mondo. Ciò che è chiaro è che ogni paese ha bisogno di una strategia nazionale per la demenza che promuova la diagnosi precoce e un continuum di cure in seguito. I servizi di assistenza primaria, i centri specialistici di diagnosi e cura e i servizi su base comunitaria hanno tutti un ruolo da svolgere, ma in misura diversa a seconda delle risorse'.

'La mancata diagnosi tempestivo dell'Alzheimer rappresenta una tragica opportunità mancata per migliorare la qualità della vita di milioni di persone,' ha dichiarato il Dr. Daisy Acosta, Presidente dell'ADI. 'Aumenta semplicemente la sfida sanitaria, sociale e fiscale, già massiccia a livello mondiale; quella che speriamo di vedere in scena la prossima settimana al vertice delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili'. Il nuovo rapporto ADI rivela quanto segue:

  • Ben tre quarti dei circa 36 milioni di persone che vivono in tutto il mondo con demenza non sono stati diagnosticati e quindi non possono beneficiare di un trattamento, di informazione e di cura. Nei paesi ad alto reddito, solo il 20-50% dei casi di demenza sono riconosciuti e documentati nelle cure primarie. Nei paesi a basso e medio reddito, questa percentuale potrebbe essere più basso del 10%.
  • La mancata diagnosi spesso deriva dalla falsa credenza che la demenza è normale nell'invecchiamento, e che nulla si può fare per aiutare. Al contrario, il nuovo rapporto rileva che gli interventi possono fare la differenza, anche nei primi stadi della malattia.
  • Farmaci e interventi psicologici per le persone con demenza in stadio precoce possono migliorare la cognizione, l'indipendenza e la qualità della vita. Sostegno e consulenza per gli operatori sanitari possono migliorare l'umore, ridurre lo sforzo e ritardare l'istituzionalizzazione di persone con demenza.
  • I governi, preoccupati per i costi crescenti delle cure a lungo termine legati alla demenza, dovrebbero spendere ora per risparmiare dopo. Sulla base di una revisione di analisi economiche, il rapporto stima che la diagnosi precoce potrebbe produrre un risparmio netto di oltre 10.000 dollari per paziente in paesi ad alto reddito.

'Nell'ultimo anno, il team di ricerca ha esaminato migliaia di studi scientifici, dettagliando l'impatto di una diagnosi precoce e del trattamento, e abbiamo trovato prove che suggeriscono benefici reali per pazienti e caregiver,' ha affermato Marc Wortmann, direttore esecutivo di ADI.

'Una diagnosi precoce può anche trasformare la progettazione e l'esecuzione di studi clinici per testare nuovi trattamenti. Ma prima dobbiamo fare in modo che le persone abbiano accesso agli interventi efficaci che sono già collaudati e disponibili, il che significa che i sistemi sanitari devono essere preparati, addestrati e qualificati per fornire diagnosi tempestive e accurate, comunicate con sensibilità e con adeguato sostegno'.

A tal fine, ADI raccomanda che ogni paese abbia una strategia nazionale per la demenza /Alzheimer che promuova diagnosi e interventi precoci. Più in particolare, i governi devono:

  • Promuovere le competenze di base tra i medici e gli altri operatori sanitari nella diagnosi precoce della demenza nei servizi di cure primarie.
  • Ove possibile, creare reti di centri diagnostici specializzati per confermare la diagnosi in fase iniziale di demenza e formulare piani di gestione della cura.
  • In contesti poveri di risorse, applicare le linee guida recentemente sviluppate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per la diagnosi e la gestione iniziale da parte di operatori sanitari non specialisti.
  • Pubblicizzare la disponibilità di interventi basati su evidenze, efficaci nel migliorare la funzione cognitiva, nel trattamento della depressione, nel miglioramento dell'umore dei caregiver e nel ritardare l'istituzionalizzazione.
  • Aumentare gli investimenti nella ricerca - soprattutto test randomizzati di controllo, per testare i farmaci prima e per lunghi periodi di tempo, e per testare l'efficacia degli interventi con rilevanza particolare nello stadio precoce della demenza.

 

 

 


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Fonte: Materiali del King's College London, via EurekAlert!, un servizio di AAAS.

Pubblicato in ScienceDaily il 13 settembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

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