Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuova tecnica di tracciamento fibre ad alta definizione rivela danni causati dal trauma cranico

Una nuova potente tecnica di visualizzazione chiamata "High Definition Fiber Tracking" (HDFT) consentirà ai medici di vedere chiaramente, per la prima volta, le connessioni neurali interrotte da una lesione cerebrale traumatica (TBI) e da altri disturbi neurologici, proprio come i raggi X mostrano un osso fratturato, secondo i ricercatori dell'Università di Pittsburgh in un rapporto pubblicato online sul Journal of Neurosurgery.

Nel rapporto, i ricercatori descrivono il caso di un uomo di 32 anni che non indossava il casco quando il suo fuoristrada si è schiantato.


Inizialmente, le scansioni TAC mostravano sanguinamento e gonfiore sul lato destro del cervello, quello che controlla il movimento del lato sinistro del corpo. Una settimana dopo, mentre l'uomo era ancora in coma, una scansione MRI convenzionale del cervello ha mostrato lividi e gonfiore nella stessa zona. Quando si è svegliato tre settimane dopo, l'uomo non riusciva a muovere gamba, braccio e mano sinistre.


"Ci sono circa 1,7 milioni di casi di trauma cranico nel paese ogni anno, e troppo spesso le scansioni tradizionali non mostrano lesioni o mostrano un miglioramento nel corso del tempo anche se il paziente continua a patire", ha detto l'autore senior David O. Okonkwo, MD, Ph.D., neurochirurgo dell'UPMC, professore associato del Dipartimento di Neurochirurgia alla Pitt School of Medicine. "Fino ad ora, non abbiamo avuto un modo obiettivo di identificare quanto la ferita ha danneggiato il tessuto del cervello del paziente, prevedendo come andrà il paziente, o pianificando la riabilitazione per massimizzare il recupero".


Mappa di un milione di fibre cerebrali ottenuta dal
nuovo sistema di tracciamento di fibre ad alta
definizione. Credit: Walt Schneider Laboratory

L'HDFT potrebbe essere in grado di fornire quelle risposte, ha detto il co-autore senior Walter Schneider, Ph.D., professore di psicologia al Learning Research and Development Center della Pitt (LRDC), la guida del team che ha sviluppato la tecnologia. I dati di sofisticati scanner MRI sono elaborati attraverso algoritmi informatici per rivelare il cablaggio del cervello con vividi dettagli e per individuare rotture dei cavi, chiamati tratti di fibre. Ogni tratto contiene milioni di connessioni neuronali.


"Nei nostri esperimenti, l'HDFT è stata in grado di identificare interruzioni nei percorsi neurali con una chiarezza che nessun altro metodo può dare", ha detto il Dr. Schneider. "Con essa, possiamo virtualmente sezionare 40 tratti di fibre importanti nel cervello per trovare le zone danneggiate e quantificare la percentuale di fibre perse rispetto al lato indenne del cervello o al cervello di individui sani. Ora, possiamo vedere chiaramente le rotture e identificare quali parti del cervello hanno perso i collegamenti".


Sono state eseguite scansioni HDFT del cervello del paziente di studio 4 e 10 mesi dopo che era stato ferito, ma ha anche avuto un'altra scansione con l'attuale tecnica più avanzata (diffusion tensor imaging - DTI), una metodica di imaging che raccoglie i dati di punti da 51 direzioni, mentre l'HDFT si basa sui dati di 257 direzioni. Per questi ultimi, il sito della lesione è stato confrontato con il lato sano del cervello, nonché con scansioni HDFT cerebrali di sei individui sani.


Solo la scansione HDFT ha identificato una lesione in un percorso di fibra motoria del cervello che si correla con i sintomi del paziente di debolezza del lato sinistro, comprese le fibre intatte per la maggior parte nella regione che controlla la gamba sinistra e interruzioni estese della regione che controlla la mano sinistra. Il paziente alla fine ha recuperato il movimento della gamba sinistra e del braccio sei mesi dopo l'incidente, ma ancora 10 mesi più tardi non poteva usare il polso e le dita in modo efficace. I ricercatori stanno esplorando con l'HDFT in altri protocolli di ricerca i problemi che si verificano nelle TBI: perdita di memoria, problemi di linguaggio, cambiamenti di personalità e cambiamenti cerebrali.


I neurochirurghi dell'UPMC hanno anche utilizzato la tecnologia per integrare la visualizzazione convenzionale, ha osservato Robert Friedlander, MD, professore e Direttore del Dipartimento di Neurochirurgia, alla Pitt School of Medicine, e professore incaricato di Neurochirurgia e Neurobiologia alla UPMC. Non ha partecipato a questo studio di ricerca. "Ho utilizzato le scansioni HDFT per mappare il mio approccio nella rimozione di alcuni tumori e anomalie vascolari che si trovano in aree del cervello che non possono essere raggiunte senza passare attraverso il tessuto normale", ha detto. "Mi guida ai significativi percorsi funzionali relativi alla lesione, in modo che possa prendere decisioni migliori su quali tratti di fibre devono essere evitati e quale potrebbe essere il sacrificio accettabile per mantenere la migliore qualità di vita del paziente dopo l'intervento chirurgico".


Il Dr. Okonkwo ha osservato che il paziente e la sua famiglia sono stati sollevati sapendo che non vi era evidenza di danni cerebrali che spiegassero le sue continue difficoltà. La squadra continua a valutare e validare l'utilità dell'HDFT come strumento di imaging del cervello, che quindi non è ancora disponibile [per un uso] di routine. "Siamo entusiasti dalle immagini dettagliate e significative che possiamo ottenere con questa tecnologia", ha detto il dottor Okonkwo. "L'HDFT può potenzialmemte cambiare il modo in cui gestiamo le TBI e gli altri disturbi cerebrali".


Altri autori includono Samuel L. Shin, Ph.D., Allison J. Hricik, MS, Megan Maserati, e Ava M. Puccio, Ph.D., tutti del Dipartimento di Neurochirurgia; Timothy Verstynen, Ph. D., Sudhir Pathak, MS, e Kevin Jarbo, tutti del LRDC; e Sue R. Beers, del Dipartimento di Psichiatria. Tutti dell'Università di Pittsburgh. Lo studio è stato finanziato dalla Defense Advanced Research Projects Agency.

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte:
Materiale della University of Pittsburgh Schools of the Health Sciences.

Riferimento: Samuel S. Shin et al. High-definition fiber tracking for assessment of neurological deficit in a case of traumatic brain injury: finding, visualizing, and interpreting small sites of damage: Case report VIDEO. Journal of Neurosurgery, 2012 DOI: 10.3171/2012.1.JNS111282.

Pubblicato
in
ScienceDaily il 2 marzo 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.