Dei ricercatori hanno dimostrato che possono rilevare minuscoli frammenti di proteine mal ripiegate nel liquido cerebrospinale prelevato dai pazienti. Tali frammenti sono considerati i principali responsabili dell'Alzheimer.
I risultati riportati in Cell Reports suscitano speranze che i medici possano presto avere un modo per diagnosticare la malattia, quando i trattamenti avrebbero la migliore possibilità di lavorare, cioè prima che insorgano ingenti danni al cervello e la demenza.
Gli scienziati in genere pensavano che il problema dell'Alzheimer fossero le placche amiloidi. "Ora sembra chiaro che gli aggregati non sono i principali colpevoli, lo sono invece i loro precursori", i cosiddetti oligomeri Aβ, ha detto Claudio Soto della Medical School alla University of Texas di Houston. "Questa è la molecola chiave e potrebbe essere il modo migliore e più affidabile per effettuare una diagnosi precoce. Questo è il problema più grande nel campo: non è possibile identificare i pazienti fino a quando non sono già ammalati".
"Quegli oligomeri Aβ possono circolare nel corpo per anni, se non decenni, prima che si presentino i sintomi cognitivi", Soto ha aggiunto. Se solo ci fosse un modo per individuarli.
Nel nuovo studio, Soto ed i suoi colleghi hanno applicato una tecnologia che hanno sviluppato in precedenza per la rilevazione delle proteine mal ripiegate responsabili delle malattie da prioni, compreso il morbo della mucca pazza. La loro tecnologia di amplificazione del misfolding [=malripiegamento] ciclico della proteina (PMCA) funziona amplificando proteine mal ripiegate esistenti e poi spezzandole in pezzi più piccoli. Quando sono miscelati con le proteine normali equivalenti, i frammenti mal ripiegati agiscono come semi per la formazione, nel caso di Aβ, di ciuffi amiloidi come quelli presenti nel cervello di Alzheimer.
I ricercatori hanno dimostrato che la loro tecnologia PMCA è in grado di rilevare gli oligomeri Aβ a concentrazioni incredibilmente basse. In linea di principio, il loro lavoro precedente sui prioni suggerisce che potrebbe essere possibile rilevare anche una sola particella di Aβ misfolded. Ancora più importante, Soto ed i suoi colleghi sono stati in grado di distinguere tra i pazienti con Alzheimer e quelli con altre patologie neurodegenerative o neurologiche con il 90% di sensibilità e con specificità del 92%, applicando il loro test ai campioni di liquido cerebrospinale.
Il passo successivo, dice Soto, è adattare la tecnologia per l'utilizzo con sangue o urine, che sarebbe molto più facile da ottenere per individuare nelle persone perfettamente sane i segni biochimici di Alzheimer. Essi potranno anche continuare a esplorare la sua utilità per individuare la malattia prima della comparsa dei sintomi.
Se ulteriori ricerche riusciranno a confermare l'utilità del test nell'Alzheimer e forse in altre condizioni (ad esempio nel Parkinson), Soto dice che un test approvato dalla FDA potrebbe essere sul mercato in appena tre anni. La sua squadra è già impegnata nella commercializzazione della tecnologia PCMA per l'applicazione in malattie da prioni.
Fonte: Cell Press(> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Natalia Salvadores, Mohammad Shahnawaz, Elio Scarpini, Fabrizio Tagliavini, Claudio Soto. Detection of Misfolded Aβ Oligomers for Sensitive Biochemical Diagnosis of Alzheimer’s Disease. Cell Reports, 2014; DOI: 10.1016/j.celrep.2014.02.031
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