Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Estratto di buccia dell'uva potrebbe presto essere un trattamento del diabete

Il tasso di diabete negli Stati Uniti è quasi raddoppiato negli ultimi 10 anni. Circa 26 milioni di americani sono ora classificati come diabetici, sottolineando l'urgente necessità di strategie complementari sicure ed efficaci per migliorare il trattamento convenzionale del diabete.


Studi preliminari di ricercatori della Wayne State University hanno dimostrato che l'estratto di buccia d'uva (GSE, Grape Skin Extract) esercita una attività inibitoria innovativa sulla iperglicemia e potrebbe essere sviluppato e utilizzato per aiutare nella gestione del diabete.


Recentemente finanziato dal «National Center for Complementary and Alternative Medicine» dei National Institutes of Health, questo studio transizionale da 2,1 milioni di dollari potrà approfondire l'azione inibitoria innovativa del GSE sull'iperglicemia postprandiale e fornirà anche dati preclinici a sostegno dell'efficacia e della sicurezza biologica del GSE e dei suoi componenti nella prevenzione potenziale e nel trattamento del diabete di tipo 2.


"Si spera che la nostra ricerca possa finalmente condurre allo sviluppo di un intervento nutrizionale sicuro e mirato per sostenere la prevenzione e il trattamento del diabete", ha detto Kequan Zhou, Ph.D., assistente professore di scienza dell'alimentazione e della nutrizione nel «College of Liberal Arts and Sciences», e ricercatore pricipale dello studio. "Il nostro studio fornisce importanti dati pre-clinici per quanto riguarda i meccanismi anti-diabetici, l'efficacia biologica e la sicurezza del GSE, che dovrebbero facilitare l'eventuale traduzione in futuri studi clinici per valutare il GSE e i suoi componenti come intervento nutrizionale sicuro, economico e basato sull'evidenza, per il diabete".

Può essere rilevante perché:

Il diabete è un fattore di rischio oer l'Alzheimer.


Il diabete di tipo 2 è la forma più comune di diabete. Con questa malattia, l'organismo non produce abbastanza insulina o le cellule la ignorano. Inoltre, alcuni gruppi hanno un rischio maggiore di sviluppare diabete di tipo 2, tra cui gli afro-americani, gli ispanici, i nativi americani e delle isole del Pacifico, gli asiatico-americani e gli anziani.


"Il diabete di tipo 2 è una delle principali malattie croniche delle società moderne", ha detto Gloria Heppner, PhD, vice presidente associato per la ricerca alla Wayne State University. "Esso minaccia la salute di varie popolazioni, con un numero crescente di giovani diagnosticati con la malattia ogni giorno. Lo studio del Dott. Zhou ci dà una grande speranza per un potenziale trattamento naturale e senza effetti collaterali dannosi per le molte persone afflitte da diabete di tipo 2".

 

 

 

 

 


FonteWayne State University Division of Research  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)